SECONDO IL REPORT “IL CASO ITALIA” 2023, LO SPRECO ALIMENTARE PRO CAPITE AMMONTA A 27 CHILI ANNUI, PER UNA SPESA DI CIRCA 6MILIARDI DI EURO
Lo spreco alimentare è un problema che colpisce il mondo intero e che ha forti conseguenze economiche e ambientali. Per combattere questa realtà e responsabilizzare la popolazione, esiste la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare.
Istituita nel 2014 dall’agroeconomista Andrea Segrè, ieri 5 febbraio ha compiuto il decimo anniversario. Per l’occasione, è stata divulgata una panoramica dei comportamenti degli italiani. Alla base c’è il report “Il caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability.
La divulgazione è avvenuta per iniziativa della campagna “Spreco Zero” di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos.
Sembrerebbe che gli italiani siano misurati negli acquisti e ben focalizzati a prevenire gli sprechi. Sarebbero anche attenti alla qualità del cibo e alla propria salute e disponibili a ridurre i consumi per risparmiare su energia elettrica e gas.
Spreco alimentare: i dati dell’Italia
L’indagine, presentata il 2 febbraio, mostra l’effetto che la pandemia ha avuto sulle abitudini quotidiane, infatti c’è stata una marcata riduzione del consumo extra-domestico.
Per 1 italiano su 3, circa il 33% della popolazione, diminuiscono le colazioni e i pranzi fuori casa. Per 4 italiani su 10 si è ridotta anche l’abitudine della cena al ristorante, circa il 42% della popolazione.
La sostenibilità alimentare è diventato un tema fondamentale per il 36% degli italiani. Il 35% del campione dello studio ha aumentato il consumo di legumi e vegetali a scapito di carne e proteine animali. Il 29% ha incrementato l’acquisto di prodotti a chilometri zero.
Nonostante l’aumento dei prezzi, la spesa alimentare è quella che diminuisce meno, successiva solo alle spese mediche e di cura alla persona. Per il 7% degli italiani “risparmio” è la parola chiave negli acquisti; 6 persone su 10 preferiscono la “pragmaticità”; il restante 32% cercano la “qualità”.
Segrè: «Lo spreco nelle case vale 6miliardi di euro»
I dati dell’Osservatorio Waste Watcher, riferiti a gennaio 2023, indicano che gli italiani buttano 524,1 grammi di cibo pro capite a settimana.
Quindi circa 75 grammi al giorno e 27,253 chili annui. Un dato in discesa del 12% rispetto all’indagine del 2022, come affermato dallo stesso Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero. «Lo spreco di cibo vale complessivamente 6,48 miliardi di euro solo nelle nostre case, alla luce dei dati Waste Watcher di gennaio 2023.
L’obiettivo ONU di dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030 non è distante: la sfida si può vincere. Il recupero di cibo sta diventando un’abitudine consolidata – dichiara Andrea Segrè –, ma la scommessa si gioca nelle case e in una svolta culturale profonda».
Tuttavia, lo spreco non avviene solo all’interno delle mura domestiche, ma anche nella filiera. Come affermato da Luca Falasconi, coordinatore del Rapporto “Il caso Italia” 2023. «Nel 2022, sono andate sprecate oltre 4 milioni di tonnellate di cibo nella filiera italiana, per un valore complessivo di € 9.301.215.981».
Lo spreco riguarda l’agricoltura per il 26%, l’industria per il 28% e la distribuzione per l’8%. Questi i dati dell’Osservatorio con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.
Sprecometro: nuova frontiera contro lo spreco alimentare
Come aumentare quindi la consapevolezza e ridurre gli sprechi alimentari? L’agroeconomistra Andrea Segrè fornisce una risposta pratica, semplice e al passo con i tempi: lo sprecometro. Si tratta di un’applicazione, scaricabile gratuitamente sul sito dello sprecometro, che permette di calcolare la propria impronta ambientale.
Ideata per la direzione scientifica dello stesso Segrè, sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, è uno strumento quotidiano per vivere sostenibile. È liberamente utilizzabile nato proprio in vista della giornata del 5 febbraio.
L’applicazione serve a misurare e prevenire lo spreco di cibo, da soli o in gruppo. Basta aggiornare il diario dello spreco contenuto nell’app, valutando i progressi nel corso del tempo, fissando obiettivi di riduzione.
Lo sprecometro attribuisce punteggi per ogni diminuzione dello spreco individuale e per ogni contenuto visionato: video informativi, lettura delle schede, risposte corrette dei quiz. Si possono attivare gruppi di riferimento, come amici e famiglia, per calcolare i dati e valutare i progressi di singoli, gruppi e totale degli utenti. Una vera sfida da vincere tutti insieme!
Ci si può collegare al canale Instagram Sprecometro per condividere risultati e progressi. Ma Sprecometro è molto di più. È uno strumento pensato anche per stimare l’impatto economico (in euro) e ambientale dello spreco nelle case e nelle comunità aziendali e scolastiche.
Spreco alimentare: l’impatto mondiale
Durante l’intervento a Kilimangiaro, su RAI 1, Andrea Segrè ha parlato del livello di spreco in nove Paesi. Secondo questa classifica, l’Italia è a metà, mentre in alto come Paesi più spreconi troviamo Stati Uniti e Canada. In basso Giappone e Sud Africa.
«Gli Stati Uniti hanno valori un po’ esagerati, perché superano di tre volte il dato italiano. Questo però si spiega con stili di vita e stili alimentari molto diversi», ha affermato Segrè.
Maurizio Martina, vicedirettore della FAO e ospite al programma televisivo, ha focalizzato l’attenzione su come lo spreco alimentare contribuisca alla fame nel mondo. «Potremmo sfamare due miliardi di persone con lo spreco che si genera in casa per le mancate attenzioni quando compriamo cibo e lo gettiamo. Ci sono 19 luoghi nel pianeta dove l’emergenza alimentare è al livello massimo. Serve un atto di responsabilità dei paesi più ricchi affinché diano di più ai più poveri anche su questo fronte».