Uranio impoverito: cos’è, dove si trova e la strage dei militari

L’uranio impoverito è un metallo pesante utilizzato principalmente nella fabbricazione di armi e munizioni, ma anche in molti altri ambiti compresi ambiti non strettamente militari e in ambito civile.

In questa guida, coordinata dall’Avv. Ezio Bonanni, scopriamo cos’è l’uranio impoverito, dove si trova uranio, quali sono uranio impoverito sintomi e quali sono le malattie connesse all’esposizione all’uranio impoverito.

Scopriamo anche come difendersi legalmente in seguito all’esposizione ad uranio impoverito e come ottenere lo status di vittima del dovere e cosa comporta.

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Che cos’è l’Uranio Impoverito?

Che cos’è l’uranio impoverito? L’uranio impoverito è un sottoprodotto del procedimento di arricchimento dell’uranio depleto. La miscela di 235U e 238U, con arricchimento maggiore in 235U della concentrazione naturale (0,7110%), costituisce l’uranio arricchito. Esso viene utilizzato come combustibile nelle centrali nucleari e come principale elemento detonante nelle armi nucleari.

Il materiale rimanente del processo consiste principalmente in 238U, che ha una minore attività specifica dell’uranio naturale.

L’estrazione uranio, contenuto in minerali naturali, avviene in diversi modi, e il risultato finale è un prodotto in cui la percentuale di 235U è più bassa che nel materiale originale (passa dallo 0,7110% allo 0,25-0,4%).

Da 12 kg di uranio naturale o uranio minerale si ottengono all’incirca 1 kg di uranio arricchito al 5% di 235U e 11 kg di uranio impoverito.

Peso specifico dell’uranio arricchito e impoverito

L’isotopo 235 viene utilizzato nelle centrali nucleari e nella costruzione delle bombe atomiche. Lo si estrae dalla massa totale di uranio e lo si aggiunge all’uranio 238 che diventa, così, uranio arricchito. Ciò che resta, cioè un prodotto quasi del tutto privato del prezioso 235, è l’uranio impoverito, una sorta di rifiuto del processo, che viene utilizzato nella costruzione di proiettili e bombe. Si ottiene così un proiettile uranio impoverito.

La temperatura che si sprigiona nella sua esplosione è comunque sufficientemente a far volatilizzare il bersaglio, il proiettile o la bomba in atomi o in piccole molecole. Questa polvere, trovando un ambiente freddo, si condensa e galleggia in aria per poi ricadere a terra. Tali particelle sono facilmente inalabili e una volta entrate nei polmoni provocano gravi malattie. Hanno la capacità di muoversi nel sangue depositandosi anche presso altri organi. La polvere che cade sul suolo e sugli alimenti può altresì essere ingerita e causare gravi uranio impoverito malattie. Tra di esse ne sono conosciute almeno 78.

Le principali caratteristiche di questo metallo pesante

L’uranio impoverito viene utilizzato in vari campi dell’industria civile. Questo materiale ha una alta densità. Il peso specifico uranio impoverito è elevatissimo e ciò lo rende ideale per determinate finalità. Ha un basso costo e un’alta reperibilità trovandosi accumulato nei depositi di scorie radioattive. Inoltre è duttile, in grado di assorbire le radiazioni e in grado di accendersi spontaneamente.

Dove si trova l’uranio impoverito?

Elemento uranio dove si trova, considerando in particolare uranio in Italia?

  • Campo medico

La duttilità e la capacità di assorbire radiazioni dell’uranio impoverito lo rendono il materiale perfetto per la schermatura dalle radiazioni (anche in campo medico).

  • In campo navale e areospaziale

Uranio elemento viene usato come contrappeso in applicazioni aerospaziali, come per le superfici di controllo degli aerei (alettoni e piani di coda), e navali.

  • Nei pozzi petroliferi

L’uranio impoverito è usato anche nei pozzi petroliferi come parte delle sinker bars, cioè quei pesi usati per fare affondare le strumentazioni nei pozzi pieni di fango.

  • Negli yacht da competizione

È usato anche negli yacht da competizione come componente della deriva.

  • Nello sport

L’uranio impoverito è usato nelle frecce per il tiro con l’arco e nelle mazze da golf.

  • Munizioni e corazzature

L’uranio impoverito è usato nelle munizioni anticarro, proiettili anticarro e nelle corazzature di alcuni sistemi d’arma risultando molto efficace contro le corazzature e più economico dell’altrettanto efficace tungsteno monocristallino.

Effetti uranio impoverito e munizioni 

La caratteristica dell’uranio impoverito di accendersi spontaneamente lo rende perfetto per la costruzione delle munizioni. La tipica munizione all’uranio impoverito (API, Armor Piercing Incendiary, ovvero munizione perforante incendiaria) è costituita da un rivestimento (chiamato sabot) che viene perduto in volo per effetto aerodinamico e da un proiettile penetrante, chiamato “penetratore”, che è la parte che effettivamente penetra nella corazzatura, per il solo effetto dell’alta densità unita alla grande energia cinetica dovuta all’alta velocità.

Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte dell’uranio che esplode in frammenti incandescenti (fino a 3000°C) quando colpisce l’aria dall’altra parte della corazzatura perforata, aumentandone l’effetto oltre che distruttivo, altamente tossico.

Dove sono state utilizzate le munizioni all’U.I?

Le munizioni all’uranio impoverito sono state esplose per la prima volta in un conflitto durante la prima guerra del Golfo da parte dell’esercito statunitense, principalmente da cannoni i cui proiettili contenevano ognuno 272 grammi di uranio impoverito (proiettili uranio impoverito).

L’uranio impoverito trova largo utilizzo anche nella guerra in Bosnia ed Erzegovina, nella guerra del Kosovo e, in misura minore, nella seconda guerra del Golfo, ma anche in Somalia, in modo preponderante in Afganistan, in esercitazioni navali lungo tutto il Mediterraneo, nelle Missioni di Pace etc…

L’utilizzo di proiettili ad uranio impoverito hanno provocato nel personale militare esposizioni a nanoparticelle, polveri sottili e metalli pesanti.

Danni alla salute da esposizione ad u.i.

Per via della sia alta densità una munizione all’uranio impoverito si muove ad alta velocità conferendo notevole slancio alle armi uranio impoverito.

Un missile con uranio impoverito ad esempio, che pesa poco meno di 5 kg, ha uno slancio tale da poter rompere l’armatura massiccia di un carro armato. Una volta esploso attraverso l’armatura, la punta dell’uranio si disintegra per via del calore creato e le particelle di uranio impoverito iniziano a bruciare.

Oltre al rischio derivante dalle schegge di metallo, la possibilità di morire per soffocamento è molto alta.

A lungo termine le conseguenze sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani non sono meno devastanti, sia per la radioattività sia per la tossicità di un metallo radioattivo.

Oltre al rischio di avvelenamento da metalli pesanti, se l’uranio impoverito viene inalato, il metallo radioattivo si deposita nei polmoni e in altri organi causando diversi tipi di cancro.

Secondo alcuni studi condotti in Germania, infatti, le molecole di uranio impoverito sono in grado di viaggiare in ogni parte del corpo, compresi lo sperma e le uova, cosa che aumenta la probabilità di cancro e danni ai geni, causando forme di malformazione nei figli dei militari.

Esistono in secondo luogo i danni derivanti dalla contaminazione di cibo e acqua venuti a contatto con i resti del missile nel terreno.

I dati sulle vittime dell’uranio impoverito

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA ha censito circa 8.000 militari colpiti dalla cosiddetta Sindrome della guerra del Golfo o semplicemente Sindrome del Golfo e poi dalla Sindrome dei Balcani che sono stati colpiti da patologie tra le quali linfomi di Hodgkin e non Hodgkin e leucemie. I deceduti in seguito a patologie riconducibili ad esposizione a questi cancerogeni, sono più di 375.

“In tutto si stimano in circa 5.000 i decessi nelle Forze Armate” – ha sottolineato Bonanni, che da anni, attraverso l’associazione ONA, fornisce assistenza medica e legale gratuita alle vittime del dovere. “Negli archivi del ReNaM (Registro Nazionale Mesoteliomi) dell’Inail – ha precisato – sono stati identificati 830 casi di mesotelioma maligno con esposizione che si è insinuata persino nel domicilio dei militari, coinvolgendo i loro congiunti”.

Le vittime uranio e i loro famigliari combattono ancora le loro battaglie. Luigi Sorrentino, vittima dell’uranio impoverito e gravemente malato si è suicidato, per le condotte negazioniste del Ministero della Difesa.

Cosa fare in caso di esposizione 

Per rilevare la presenza o meno di uranio impoverito, basta prelevare un campione di urina. Se il test è positivo si dovranno effettuare controlli sui reni, poiché il metallo tende a concentrarsi in questi organi e potrebbe influenzarne la funzione. L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto ha già dimostrato in svariate occasioni di essere in prima linea per difendere le vittime dell’uranio impoverito, compresi i familiari delle vittime. È questo il caso di Alberto Sanna o di Lorenzo Motta.

“Si assiste ad una situazione assai paradossale di ritardo nell’erogazione delle prestazioni previdenziali (equo indennizzo, riconoscimento di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo, etc.), – dice l’Avv. Ezio Bonanni – se non addirittura di rigetto di queste richieste e, in alcuni casi, con il militare in stato di totale indigenza e per di più di totale e assoluto isolamento, come ha dimostrato il caso del suicidio del Caporalmaggiore Luigi Sorrentino”.

Il pool di legali è coordinato dall’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA. L’Avv. Ezio Bonanni è stato sentito dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’uranio impoverito (audizione dell’Avv. Ezio Bonanni alla Commissione d’Inchiesta Uranio Impoverito).

Uranio impoverito e il caso di Lorenzo Motta

Lorenzo Motta, imbarcato sulla Nave Scirocco (fregata anti sommergibili lancia missili) della Marina Militare Italiana e affetto da linfoma di Hodgkin, ha svolto missioni di antipirateria, antiterrorismo e umanitarie navigando lungo il Mediterraneo, il Canale di Suez, lo stretto di Gibilterra, la Tunisia, la Grecia, la Turchia, Oman, Bahrain, a Gibuti, ai confini con la Somalia. Il linfoma, causa delle nanoparticelle di metalli pesanti che aveva respirato durante le missioni sui teatri di guerra e le esercitazioni.

Qui trovate un video girato presso l’auditorium della Regione Toscana a Firenze intitolato Amianto e altri cancerogeni: la strage dei militari, più morti che in guerra in cui intervengono Motta, ONA e il suo presidente l’Avv. Ezio Bonanni.

Riconoscimento di vittime del dovere

L’ONA, con l’Avv. Ezio Bonanni, ha ottenuto per gli appartenenti alle Forze Armate e al comparto sicurezza, il riconoscimento di vittime del dovere, con il riconoscimento delle stesse prestazioni riconosciute alle vittime del terrorismo.

In caso di decesso, il diritto al risarcimento dei danni subiti dalla vittima si trasmette agli eredi, oltre al risarcimento dei danni subiti per la perdita del loro congiunto, che si aggiungono a quelli dovuti per le prestazioni previdenziali.

Sono equiparati a vittime del dovere (art. 1, comma 563, Legge 266/2005) i soggetti che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative.

Benefici delle vittime del dovere

Il personale, civile e militare, delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza, e tutti coloro che hanno svolto un servizio per la P.A., e perciò stesso hanno contratto infermità, ivi comprese le malattie professionali (infermità come causa di servizio), ha diritto, oltre alla liquidazione dell’equo indennizzo, la costituzione delle prestazioni previdenziali, in favore della vittima. Sussiste, sempre e comunque, il diritto all’integrale risarcimento di tutti i danni.

Le Vittime del Dovere hanno diritto ad ottenere:

  • Speciale elargizione vittime del dovere;
  • assegno mensile vitalizio per l’importo di €500,00, in luogo del minor importo di €258,23, per effetto della equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (vitalizio vittime del dovere);
  • speciale assegno vitalizio, per l’importo di €1.033,00, con decorrenza dal 02/05/1992;
  • incremento della retribuzione pensionabile di una quota del 7,5%, ai fini della pensione e dell’indennità di fine rapporto, o altro trattamento equipollente;
  • aumento figurativo di 10 anni di versamenti contributivi ai fini della pensione e della buona uscita;
  • esenzioni dall’IRPEF delle prestazioni;
  • diritto al collocamento obbligatorio con precedenza rispetto ad altra categoria di soggetti e con preferenza a parità di titoli;
  • borse di studio esenti da imposizione fiscale;
  • esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, estesa anche ai medicinali di fascia C e anche in favore dei famigliari;
  • assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti connessi alla liquidazione dei benefici;
  • liquidazione vittime del dovere equiparazione stesse prestazioni vittime terrorismo.

Disegno di legge Corbetta

Sono considerati ‘superstiti‘, prima di tutto il coniuge, e poi gli orfani, e via via gli altri familiari (art. 6 L. 466/1980). Così il Ministero della Difesa penalizza gli orfani che non sono nel carico fiscale del deceduto, e nega la costituzione delle prestazioni di orfano di vittima del dovere.

Il Senatore Corbetta, nel recepire le istanze delle Associazioni Vittime del Dovere, ha depositato il disegno di legge. Iniziativa finalizzata ad ottenere la equiparazione delle vittime del dovere alle vittime del terrorismo, e sanare così ogni disparità di trattamento. L’art. 1 del disegno di legge Corbetta per l’equiparazione delle vittime del dovere alle vittime del terrorismo. Questo permetterebbe agli orfani non a carico fiscale, di ottenere l’accredito delle prestazioni di orfano e vittima del dovere. Il disegno di legge Corbetta è in esame presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica.

L’ONA, con delegazione guidata dall’Avv. Ezio Bonanni, nel corso della sua audizione in merito al disegno di legge Corbetta, ha chiesto di sanare le ingiuste discriminazioni in danno vittime del dovere, con equiparazione vittime del terrorismo (VIDEO DELL’AUDIZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE).

I diritti degli orfani di vittima del dovere

Gli orfani di vittime del dovere hanno diritti a determinati benefici. Tuttavia, in alcuni casi, questi diritti vengono negati. Questa ingiustizia colpisce i figli di vittime del dovere non a carico fiscale, al momento della sua morte, e si attua quando la prestazione è erogata anche al coniuge.

L’appiglio su cui fanno leva i Ministeri, come quello delle Difesa, per negare i diritti ai figli di vittime del dovere, si basa sull’art. 6 della L. 466/1980 e su SS.UU. 22753/2018. Tuttavia, varie Corti di merito hanno ritenuto non applicabile queste normative, sostenendo la tesi dell’Avvocato Ezio Bonanni.

Infatti l’articolo della Legge 466 fa riferimento alla sola speciale elargizione. A tal proposito, la Corte di Appello di Genova, in funzione di Magistratura del lavoro, n. 575/2019, nell’accogliere la posizione dell’Avv. Ezio Bonanni, ha ritenuto non applicabile l’art. 6 della L. 466/1980. In più, anche basarsi su SS.UU. 22753/2018 risulta una scelta infondate, poiché questa pronuncia prende in considerazione i fratelli e sorelle non a carico.

Recentemente la Corte di Cassazione ha affrontato l’argomento. Con l’ordinanza, Sez. 6 Num. 15224 del 2021, ha precisato che non ha, sul punto, ancora assunto una posizione definitiva.

Quindi è importante per gli orfani continuare a combattere, per vedere riconosciuti i diritti legittimi e per impugnare le sentenze negative.

Risarcimento danni dei familiari della vittima

Il risarcimento dei danni alla salute subiti dalla vittima vanno risarciti ai familiari, in caso di decesso. Devono essere ristorati non solo i pregiudizi iure hereditario, ma anche quello iure proprio.

Recentemente il Tribunale di Roma, Sez. Civile, nella sentenza 567 del 2023, ha sancito l’obbligo del risarcimento del danno per la violazione delle regole cautelari e degli obblighi di cui art. 2087 c.c. nel caso del luogotenente Di Vico Leopoldo. Infatti il militare, in missione in Kosovo, aveva frequentato luoghi contaminati da uranio impoverito e fibre di amianto senza l’adozione di misure di prevenzione da parte dell’Amministrazione.

Inoltre, in caso di incertezza, come chiarito dal Tribunale di Roma, i diritti delle vittime devono essere sempre riconosciuti.

Sebbene il caso tratta di una malattia tumorale avente una eziogenesi non del tutto nota, […] fanno propendere questo giudice per l’applicazione del principio del ‘più probabile che non’”.

ONA e assistenza gratuita per le vittime

L’ONA tutela i militari, vittime del dovere, esposti all’Uranio Impoverito degli armamenti utilizzati all’estero nei teatri di guerra.

L’ONA ha vinto numerose battaglie a favore dei militari esposti all’uranio impoverito che hanno sviluppato malattie uranio impoverito.

Sul Giornale dell’Ambiente, organo ufficiale dell’Osservatorio Nazionale Amianto, sono riportate tutte le battaglie dell’ONA contro l’uranio impoverito. 

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