Prevenzione primaria amianto: evitare il rischio in Italia

Prevenzione primaria amianto. Per evitare il rischio e i danni alla salute, è fondamentale evitare l’esposizione alle fibre di asbesto. Infatti, se inalate o ingerite, sono assolutamente dannose per la salute.

Il Giornale dell’Ambiente è un utile strumento per approfondire la tematica dell’esposizione ambientali e professionali con le news amianto.

L’ONA ha istituito l’app amianto per realizzare la mappatura della presenza di asbesto sul territorio nazionale. Ciò permette di evitare le esposizioni e favorire la bonifica. Solo in questo modo è possibile fermare la strage causata dalle malattie asbesto correlate.

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I danni da amianto e la mappa del rischio in Italia

Attualmente in Italia sono stati già individuati 34.148 siti contaminati, di cui 50 derivanti da una contaminazione di origine naturale e 373 siti con classe di priorità 1. In più sono più di un milione i siti e micrositi in Italia. Ciò è stato denunciato dall’Avv. Ezio Bonanni ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia-Ed.2022”, per sollecitare la bonifica.

Questo aspetto è stato ribadito anche durante la conferenza stampa di Roma del 13.10.2020 (Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime). Purtroppo le bonifiche vanno a rilento ed è ancora alta la presenza di asbesto nei luoghi di lavoro.

Infatti, anche per il 2020, i numeri dell’epidemia sono in aumento. I mesoteliomi segnalati sono quasi 2.000 e i decessi totali più di 6.000. Questi dati sono al netto di coloro che sono deceduti a causa del Covid-19. Tant’è vero che, l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni hanno chiesto al Ministro della Salute un protocollo speciale per quanto riguarda gli esposti ad asbesto.

Nonostante la L. 257/1992, avente ad oggetto “Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto“, l’obbligo di bonifica è privo di effettiva efficacia. Per tali motivi, l’ONA ha auspicato anche una sollecita modifica del quadro normativo. Grazie all’Avv. Ezio Bonanni, che fa parte della Commissione istituita dal Ministero dell’Ambiente, sono giunte le proposte dell’ONA.

La storia del rischio asbesto in Italia

L’Italia è stata uno dei maggiori produttori e utilizzatori di asbesto e materiali contenenti eternit. Infatti, questi minerali (serpentini e anfiboli) hanno eccellenti qualità tecniche. Sono ignifughi, resistenti al calore e alla trazione. Hanno straordinarie capacità di isolante termico, elettrico ed acustico.

Per queste sue caratteristiche l’asbesto è stato utilizzato principalmente nel settore edilizio. Si sono costruite così ospedali, scuole, impianti sportivi e altri edifici pubblici. In più anche i mezzi di trasporto, autoveicoli, treni, navi e aerei possono contenerne tracce. È stato fatto uso di asbesto anche nel comparto della difesa militare, soprattutto nelle unità navali della Marina Militare.

La necessità di affrontare e risolvere il problema

Come chiarito dallo IARC nell’ultima monografia, l’asbesto provoca una serie di malattie asbesto correlate, tra le quali il mesotelioma. Ci sono anche le malattie infiammatorie e fibrotiche, tra le quali gli ispessimenti, le placche pleuriche e l’asbestosi. In più l’asbesto causa neoplasie come il tumore del polmone, cancro della laringe, carcinoma delle ovaie.

A questi si aggiungono altri tumori, come quello della faringe, dello stomaco, del colon retto e dell’esofago, per i quali vi sono delle evidenze su base epidemiologica.

Purtroppo, in caso di esposizione a questo fattore cancerogeno, non esiste una soglia al di sotto del quale il rischio si annulla. Non si possono sottovalutare i danni alla salute che l’asbesto può provocare.

Soltanto evitando ogni forma di esposizione il rischio può essere azzerato. Per questo motivo la prevenzione primaria ha un ruolo essenziale.

Prevenzione primaria amianto: cancro e fattori di rischio

Il concetto di prevenzione primaria è esteso a tutti gli agenti cancerogeni. Infatti, le malattie asbesto correlate spesso sono multifattoriali. È rilevante quindi, oltre all’asbesto, anche l’esposizione ad altri cancerogeni, come il benzene e i fumi. Per esempio, tra le cause del tumore del polmone c’è il fumo di sigaretta.

Perciò vi può essere un’azione sinergica di più cancerogeni nell’ambiente lavorativo e negli ambienti di vita. Per questi motivi, è necessario attivare il principio di precauzione. In questo modo, si evitano situazioni di rischio legate a tutti i cancerogeni e tossico-nocivi.

Tuttavia esistono altri fattori di rischio, oltre ai cancerogeni, legati all’età, al sesso e alla predisposizione genetica. Ma evitare l’esposizione a agenti cancerogeni come l’asbesto è importante. La recente vicenda del Covid-19 ha dimostrato che essere soggetti fragili per esposizioni ad asbesto ci rende più deboli.

Esposizione professionale amianto: la normativa

Per prevenire eventuali danni alla salute contratti dal lavoratore, occorre rispettare tutte le norme del Dlgs. 81/2008 per i luoghi di lavoro.

La Legge 257 del 1992 è stata la prima a mettere al bando tutti i prodotti contenenti asbesto, disponendone il divieto di estrazione, lavorazione e quindi utilizzo in ogni sua forma. Però non è stato stabilito nessun obbligo smaltimento o obbligo rimozione eternit, se le condizioni del materiale non sono ritenute pericolose e, quindi, friabile.

Nel periodo 1990 – 1993 si contavano circa 680.000 esposti ad asbesto in Italia. Invece nei primi anni dopo il bando il numero di lavoratori esposti è sceso a 70.000. Si stima che nei 20 anni trascorsi dal bando abbiano operato nel campo delle bonifiche circa 100.000 lavoratori.

Prevenzione primaria amianto: come intervenire

L’azione di tutela principale è costituita dalla bonifica amianto. Può essere effettuata tramite tre procedure diverse: incapsulamento, confinamento e rimozione con smaltimento.

L’incapsulamento consiste nel versare sulla superficie di eternit un liquido aggrappante, che eviti il rilascio di fibre. Invece il confinamento consiste nell’isolare completamente l’intero ambiente in cui si trova l’asbesto, così da evitare la dispersione di fibre nell’aria. Saranno utilizzate lastre isolanti per separare l’asbesto dalle altre zone fruibili dell’edificio. Infine lo smaltimento prevede la totale rimozione del materiale cancerogeno, eliminando qualsiasi rischio futuro.

Metodi prevenzione primaria amianto

Oltre agli interventi normativi, per prevenire tutte le patologie asbesto correlate è importante attuare delle azioni mirate per migliorare lo stile di vita e abitudini del singolo.

Rientrano quindi nei metodi di prevenzione primaria:

  • messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, attraverso ispezioni approfondite e diverse tecniche di bonifica, quali incapsulamento, confinamento o rimozione dell’amianto o di altre sostanze cancerogene;
  • campagne di sensibilizzazione e informazione per rendere consapevoli le persone potenzialmente esposte a sostanze tossiche e cancerogene;
  • promozione delle vaccinazioni.
Prevenzione primaria amianto

L’ONA, durante il convegno “Amianto e geotermia. Prevenzione primaria, epidemiologia e tutela”, ha presentato i dati epidemiologici sull’impatto dell’amianto e degli altri agenti cancerogeni tra cittadini e lavoratori. In questo modo si voleva permettere la predisposizione di strumenti idonei alla prevenzione primaria e alla tutela giuridico-risarcitoria.

Altre azioni di prevenzioni amianto dell’ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto, per la tutela della salute in via preventiva delle vittime, ha elaborato il codice della prevenzione primaria. Questo ha lo scopo non solo di evitare l’esposizione a cancerogeni, ma anche di adottare tutta una serie di altre importanti misure.

Per evitare i rischi e controllare le patologie legate all’asbesto è quindi necessario un impegno quotidiano, attraverso l’impiego di alcuni comportamenti:

  • seguire una corretta alimentazione, con una dieta sana e genuina;
  • praticare attività fisica, per ridurre il rischio di patologie legate alla sedentarietà;
  • combattere il tabagismo, perché si azzera quasi del tutto la probabilità di contrarre il cancro ai polmoni;
  • combattere gli abusi dell’alcool, per evitare patologie strettamente correlate all’addome, stomaco e intestino.

Prevenzione secondaria: diagnosi e cura malattie da amianto

Oltre alla prevenzione primaria, in caso un lavoratore sia esposto ad asbesto sul luogo di lavoro, deve essere sottoposto alla sorveglianza sanitaria (prevenzione secondaria).

Infatti controlli medici periodici permettono di poter giungere a una eventuale diagnosi precoce di una malattia da asbesto. In questo modo è possibile anche attuare tempestivamente le terapie più indicate per aumentare le possibilità di guarigione della vittima.

Il team dei medici volontari dell’ONA offre a chiunque ne abbia bisogno consulenze e assistenza medica gratuite.

Prevenzione terziaria: epidemiologia e nesso causale

La prevenzione terziaria è l’ultimo stadio del percorso preventivo. Essa si fonda prima di tutto sull’epidemiologia, necessaria per individuare gli agenti causali delle patologie asbesto correlate.

Grazie all’epidemiologia si arriva al riconoscimento del cosiddetto nesso causale tra malattia ed esposizione ad asbesto sul posto di lavoro. Dimostrare questo è indispensabile per ottenere il riconoscimento di malattia professionale.

L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni combattono quotidianamente per offrire assistenza ai lavoratori cui è stata riconosciuta la malattia professionale.

La tutela legale dei diritti prevede il riconoscimento dell’indennizzo INAIL, dei benefici previdenziali e assistenziali, del prepensionamento, delle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto e delle Vittime del Dovere e del risarcimento dei danni.

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Servizi di assistenza legale e tutela medica

L’ONA e l’Avvocato Bonanni supportano le vittime, attraverso tutte le forme di prevenzione.

Un team di esperti fornisce servizi di assistenza medica e tutela legale per salvaguardare tutti i diritti dei lavoratori.

Il team di esperti dell’ONA è pronto a dare supporto medico, psicologico, legale, tecnico e previdenziale a tutti coloro che ne facciano richiesta.