Actinolite amianto: cos’è e gli usi dell’amianto bruno


L’actinolite o actinoto (dal greco ακτινωτο = pietra raggiata) è un minerale che fa parte degli anfiboli. L’actinolite è anche detta amianto bruno o “amianto verde-nero“. Infatti fa parte di quel gruppo di minerali che sono definiti minerali di amianto (o di asbesto) e con gli altri minerali di questo tipo condivide storia, usi e pericolosità.

In questa guida scopriamo cos’è l’actinolite, dove si trova in natura, qual è la sua formula chimica e i suoi utilizzi e pericolosità. Il Giornale dell’Ambiente raccoglie tutte le novità riguardo l’amianto nella categoria “news amianto“.

Indice dei contenuti

  • Actinolite: minerale amianto

  • Pericolosità dell’esposizione al minerale

  • Metodologie di bonifica


  • Tempo di lettura stimato: 7 minuti

    Actinolite: formula chimica del minerale

    L’actinolite è un silicato idrato di calcio, ferro e magnesio. Questi elementi compaiono nella sua formula che trovate qui di seguito:

    2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O

    L’actinolite fa parte della serie degli anfiboli ed in particolare appartiene al sottogruppo degli anfiboli di calcio, una suddivisione del supergruppo dell’anfibolo. L’actinolite è il termine intermedio tra la tremolite (ricca di magnesio ed incolore) e la ferro-actinolite (ricca di ferro).

    Gli anfiboli sono a loro volta uno dei gruppi in cui sono suddivisi i minerali di amianto, un insieme di minerali etereogeno caratterizzati da caratteristiche comuni tra cui la resistenza al calore e la capacità di suddividersi in fibre longitudinali molto sottili e pericolose per la salute umana.

    Classificazione legale dei minerali di amianto

    Dal punto di vista legale l’actinolite e gli altri minerali di amianto sono definiti attraverso l’art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l’art. 2 della Direttiva 477/83/CEE (ora sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE) e che classifica l’actinololite come amianto: “Ai fini del presente capo il termine amianto designa i seguenti silicati fibrosi:

    a) l’actinolite di amianto, n. CAS 77536-66-4;
    b) la grunerite di amianto (amosite), n. CAS 12172-73-5;
    c) l’antofillite d’amianto, n. CAS 77536-67-5;
    d) il crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
    e) la crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
    f) la tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6″.

    Dove si trova l’Actinolite in natura?

    L’actinolite è un omponente abbondante delle rocce scistose-cristalline della catena alpina. Ha una temperatura di decomposizione tra 620-900°C, che come dicevamo più su la rende incredibilmente resistente al calore.

    L’actinolite, in natura, si trova sotto forma di cristalli lamellari lunghi fino a 15 cm, in aggregati colonnari o radiali fibrosi o anche in forma granulare o massiva. Che colore ha in natura? Ha colori piuttosto variegati che possono andare dal verde chiaro al verde scuro, passando per il nero e per il grigio, colori tipici dell’anfibolo. La sua lucentezza è vitrea.

    Questo tipo di asbesto dove si trova? Abbiamo già detto che si trova riccamente sulle Alpi e, in particolare, nelle rocce mafiche ed ultramafiche e anche negli scisti blu ricchi di glaucofane, come prodotto di metamorfismo di contatto o regionale di basso grado col carbonato di magnesio associata a talco, epidoto, clorite, glaucofane, pumpellyite, lawsonite e albite.

    Zone dove trovare l’actinolite

    Le zone alpine maggiormente ricche di actinolite si trovano nelle Oisans in Francia (Isère), in Austria (Zillertal) in Svizzera (Zermatt), Norvegia. Nella sua varietà di gemma si trova in Madagascar, in Tanzania e in Canada. La varietà gemma non rientra tra i minerali di amianto e in molti paesi è usata come pietra ornamentale sin dall’antichità con il nome di pietra di Giada. La pietra di Giada non è pericolosa per la salute umana.

    Usi e settori d’impiego dell’actinolite

    L’Actinolite nella sua forma fibrosa (conosciuta come Byssolite) è annoverata tra i materiali di amianto e con gli altri minerali di amianto condivide alcune caratteristiche principali. Tra queste ci sono l’indistruttibilità, l’economicità e l’abbondanza in natura, la resistenza al fuoco e al calore, l’inattaccabilità da parte di agenti esogeni (come gli acidi), l’elevata flessibilità, la resistenza alla trazione e la fonoassorbenza.

    Tutte queste caratteristiche hanno fatto dell’actinolite e degli altri minerali di amianto un materiale jolly da utilizzare in numerosissime applicazioni, dall’edilizia (in case, acquedotti, palestre, scuole, capannoni) ai trasporti (treni, navi, aerei, carrarmati etc.), ai tessili (tendaggi, tessuti) passando per il mondo dell’industria (parti di caldaie, forni, freni, phon etc..).

    Pericolosità dell’esposizione ad actinolite

    La questione della pericolosità dei minerali di amianto fu sollevata per la prima volta già all’inizio del secolo scorso e provata scientificamente verso la metà. Solo nel 1992 però, con la legge 257 del 1992 (Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto killer) è stato definitivamente messo al bando estrazione e commercializzazione dei minerali di asbesto, compresa l’actinolite.

    Perché l’actinolite è pericolosa? La pericolosità dei minerali di amianto, inclusa l’actinolite, dipende dalla loro capacità di rilasciare fibre sottilissime nell’ambiente. Queste fibre, che hanno la capacità di suddividersi in fibre via via più sottili, possono essere facilmente inalate e dare avvio a fenomeni infiammatori gravi. Essi possono a loro volta evolversi in asbestosi, placche pleuriche e altre malattie asbesto-correlate (tra cui i mesoteliomi, il cancro alle ovaie, al polmone, allo stomaco, all’esofago, alla laringe e alla faringe).

    Quando è pericolosa l’actinolite?

    Per capire quando l’actinolite è pericolosa dobbiamo fare innanzitutto una distinzione di base, tra amianto friabile e amianto compatto.
    L’amianto friabile (ovvero riducibile in polvere con il solo uso delle mani) è sempre pericoloso perché rilascia fibre libere nell’ambiente. L’amianto compatto (ovvero opportunamente inserito all’interno di una matrice solida) è altrettanto pericoloso, perché in seguito all’usura e all’erosione degli agenti atmosferici ed alle sollecitazioni meccaniche o in occasione di occasionali danneggiamenti, traumi e riparazioni, rilascia fibre nell’aria. Nel momento in cui la matrice è integra e compatta non è però pericoloso per la salute umana in quanto non rilascia fibre nell’ambiente.

    Tutti i tipi di amianto sono pericolosi per la salute umana. Il discorso non vale ovviamente per l’actinolite nella sua variante di gemma, ovvero in forma non fibrosa, ma solo per la cosiddetta Byssolite che ha la capacità di suddividersi in fibre e rilasciarle nell’aria.

    A quale distanza è pericolosa?

    Purtroppo non esiste una distanza di sicurezza alla quale il rischio amianto scompare. La circolazione nell’aria delle fibre killer dipende infatti da fattori vari tra cui la ventilazione presente. L’unico modo per azzerare il rischio è attraverso la prevenzione primaria e la mancata esposizione all’asbesto e all’actinolite.

    Difficile anche stabilire quante fibre è necessario respirare per contrarre una malattia asbesto correlata. Le fibre killer infatti lavorano da sole o in sinergia con altri agenti tossici nel causare tumore al polmone, laringe e ovaie.

    Malattie amianto-correlate

    Nella Lista I dell’INAIL sono inserite le malattie asbesto-correlate considerate di elevata insorgenza per causa professionale. Tra queste:

    • mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale, della tunica vaginale del testicolo;
    • cancro al polmone (adenocarcinoma e microcitoma);
    • tumore alla laringe;
    • cancro alle ovaie.

    Altre neoplasie, come il tumore della faringe, il tumore dello stomaco, il tumore del colon retto (inserite nella lista II dell’INAIL) e il tumore dell’esofago (che rientra nella lista III dell’INAIL) possono altresì essere provocate dall’esposizione all’Actinolite o ad altri tipi di amianto, ma la loro incidenza per cause lavorative viene ritenuta meno probabile rispetto a mesoteliomi, tumori del polmone, laringe e ovaie.

    Cosa significa? Significa che nel caso di malattia professionale causata da esposizione lavorativa ad amianto si ha la possibilità di richiedere risarcimenti, indennizzi e rivalutazione dei benefici contributivi. Qui trovate tutte le info per una consulenza legale gratuita.

    Il parere dell’OMS sulla pericolosità dell’Actinolite

    L’OMS ha fermamente sostenuto la pericolosità dei minerali di amianto o asbesto esprimendosi in modo inequivocabile sulla pericolosità dei vari minerali di amianto: tutti i tipi di amianto sono cancerogeni.

    All types of asbestos cause lung cancer, mesothelioma, cancer of the larynx and ovary, and asbestosis (fibrosis of the lungs). Exposure to asbestos occurs through inhalation of fibres in air in the working environment, ambient air in the vicinity of point sources such as factories handling asbestos, or indoor air in housing and buildings containing friable (crumbly) asbestos materials”.

    Bonifica amianto e rimozione dell’actinolite

    L’OMS afferma inoltre che l’amianto, Actinolite compresa, può non rappresentare un rischio concreto per la salute solo se opportunamente rimossa dai siti contaminati. Le misure in grado di ridurre al minimo il rischio di esposizione, utilizzando ferrei controlli, infatti, non possono impedire completamente l’esposizione.

    Le catastrofi naturali (come terremoti, uragani, tsunami e inondazioni) compromettono inoltre inevitabilmente qualsiasi approccio “controllato” al mantenimento di materiali contenenti amianto nell’ambiente costruito.

    Come bonificare un sito dall’actinolite?

    La l. 27 marzo 1992, n. 257 non impone l’obbligo di bonifica “a prescindere” ma obbliga all’ispezione degli edifici e al censimento e mappatura dei manufatti contenenti amianto. In seguito alla valutazione del rischio dei singoli siti prevede 3 possibilità.

    Se i materiali sono integri impone il controllo periodico. Se sono integri ma suscettibili a danneggiamento impone di eliminare le possibili cause di danneggiamento e di prendere in considerazione la bonifica nel caso in cui non sia possibile. Nel caso di danneggiamenti impone l’eliminazione del rilascio in atto di fibre di amianto, attuando uno dei provvedimenti di bonifica previsti nel D.M. 06/09/94: