Inquinamento termico: cosa si intende, cause, rischi e rimedi

L’inquinamento termico conosce diverse sfaccettature. Una di esse, la più grave, è proprio alla base del fenomeno del riscaldamento globale. In quanto tale merita la più grande attenzione. Di fatto i principali Paesi mondiali si stanno adoperando per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, ma molta strada ancora deve essere fatta.

In questa guida scopriamo tutto sull’inquinamento termico, cause e conseguenze, i danni all’ambiente e alla salute. Scopriamo anche quali sono i rimedi più efficaci e le proposte concrete per migliorare l’impatto dell’uomo sull’ambiente e gli effetti dell’inquinamento termico.

Nella categoria inquinamento trovate tutte le notizie de Il Giornale dell’Ambiente sui vari tipi di inquinamento, in Italia e nel mondo, per rimanere aggiornati.

INDICE

Inquinamento termico: cosa si intende?
Cause dell’inquinamento termico
Conseguenze dell’inquinamento termico
Rimedi all’inquinamento termico
Rimedi al riscaldamento globale
L’impegno di ONA

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Inquinamento termico: cosa si intende?

L’inquinamento termico è un’anomalia delle temperature che è causata nella maggior parte dei casi dalle attività umane. Consiste nell’immissione nell’ambiente di sostanze inquinanti che producono un cambiamento di temperatura in un dato ambiente.

In base a questa definizione è possibile distinguere due tipi di inquinamento termico: quello diretto e quello indiretto. Nel primo caso viene immessa nell’ecosistema direttamente energia termica, provocando, così, un importante innalzamento di temperatura istantaneo. Pensiamo per esempio all’acqua ad alte temperature riversata dalle industrie nei fiumi e nei piccoli corsi d’acqua.

Nel secondo caso invece gli effetti degli inquinanti si ripercuotono indirettamente sulle temperature su scala globale. Gas come l’anidride carbonica, metano e idrocarburi alogenati e prodotti della combustione provocano il riscaldamento globale, attraverso l’effetto serra. In aggiunta a deforestazione, desertificazione e altre forme di inquinamento la temperatura del nostro pianeta sale. Dai tempi storici in cui l’uomo ha iniziato a misurare le temperature esse non sono mai state così elevate come in questo decennio.

A queste cause dell’inquinamento termico si aggiunge, in misura non trascurabile, l’innalzamento di temperatura provocato dalla cosiddetta isola di calore urbana. Nei centri urbani, infatti, la temperatura risulta essere maggiore di 3,5-8 °C rispetto alle periferie o alla campagna. Cementificazione, uso del riscaldamento e traffico congestionato causano infatti un aumento delle temperature.

Cause dell’inquinamento termico

Quindi, quali sono le cause dell’inquinamento termico? Distinguiamo cause dirette ed indirette, così come esiste un inquinamento termico diretto e uno indiretto.

Tra le cause dirette ci sono le immissioni nell’ambiente e negli ecosistemi di acqua e altre sostanze a temperature che ne alterano la normale temperatura. Questo tipo di inquinamento è causato da industrie e fabbriche in primis.

Fra le fonti indirette ci sono i gas, come l’anidride carbonica e gli inquinanti derivanti dai processi di combustione, che attraverso il fenomeno dell’inquinamento ed effetto serra, aumentano la temperatura dell’intero globo. Ad esse si aggiunge, come già detto, il calore generato dalle isole urbane, sempre più grandi e cementificate.

Le cause dell’inquinamento termico sono quindi sempre legate all’attività dell’uomo. Anche i vulcani, le sorgenti geotermiche e termali producono calore, ma lo fanno solitamente in misura più ridotta e localizzata e sempre per via diretta.

Conseguenze e rischi dell’inquinamento termico

Come è facile intuire le conseguenze dell’inquinamento termico sull’ambiente e sulla salute dell’uomo hanno una portata catastrofica. Qui di seguito analizziamo le conseguenze ambientali e quelle sulla salute nei vari ambienti.

Inquinamento termico nell’ambiente marino

Per quanto riguarda l’ambiente marino c’è da dire che la temperatura dell’acqua nei mari e negli oceani cambia molto lentamente. Grazie alle enormi masse di acqua gli Oceani possono ricevere grandi quantità di calore senza registrare grandi variazioni termiche. Le specie viventi che vivono nei mari sono però minacciate dal cambiamento di temperatura, anche minimo.

La perdita di biodiversità è enorme e lo stravolgimento degli equilibri degli ecosistemi ha ripercussioni profonde. Le specie abituate a temperature inferiori, infatti, si spostano in mari un tempo più freschi, stravolgendo l’intera catena alimentare e l’equilibrio delicato tra le specie. Nei nostri mari assistiamo al fenomeno di tropicalizzazione del Mediterraneo, oggi popolato da pesci normalmente assenti nella nostra fauna. Pensiamo alle colorate donzelle che possono essere avvistate nei pressi di scogliere e vicino alla costa.

In aggiunta, la mancanza di ossigeno dovuta al calore determina la sofferenza di molte specie acquatiche con importanti cambiamenti sulla biosfera acquatica, diffusione di parassiti e nuove malattie.

Inquinamento termico in acqua dolce o salmastra

Negli ambienti acquatici di acqua dolce e salmastra (nei fiumi laghi e torrenti) si assiste alla stessa perdita di ossigeno e cambiamento e distruzione degli habitat. In questo caso non solo flora e fauna acquatica e avifauna ad essa collegata subiscono la distruzioen degli habitat, ma anche anfibi e invertebrati che si cibano di quelle specie o svolgono l’importante funzione riproduttiva in quelle acque.

Riscaldamento globale

Come già detto, una delle conseguenze più gravi dell’inquinamento è l’effetto serra che provoca il riscaldamento globale e il cambiamento climatico.

L’innalzamento delle temperature del pianeta è legato infatti all’effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra. Questi particolari gas permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera. Nello stesso tempo però ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse che dovrebbero fuoriuscire dall’atmosfera terrestre. Il tutto proprio come farebbe una serra.

Le conseguenze del cambiamento climatico sono devastanti: scioglimento die ghiacci, innalzamento delle acque, fenomeni atmosferici estremi e stravolgimento dell’intero ciclo dell’acqua e dei venti che può comportare la scomparsa della vita sulla Terra così come la conosciamo oggi.

Conseguenze sulla salute per l’uomo

Gli ultimi dodici anni sono stati tra i più caldi mai registrati. Da qui derivano svariate problematiche di salute che coinvolgono l’essere umano e che aggravano patologie pregresse. Pensiamo per esempio ai problemi cardiovascolari: le temperature alte provocano un maggior lavoro a carico del sistema respiratorio, e una maggiore attività per il mantenimento costante della temperatura corporea.

A lungo termine invece il benessere e la salute dell’uomo potrebbe essere minacciato da un completo stravolgimento delle risorse idriche e alimentari e degli equilibri degli ecosistemi, con proliferazione di nuove malattie e pandemie.

Rimedi all’inquinamento termico

Le forze politiche in gioco hanno emanato normative a livello nazionale e locale per fronteggiare il fenomeno termico per via diretta.

Per gli scarichi idrici, le vigenti leggi in materia impongono il rispetto dei seguenti termini:

  • nel punto di immissione nelle acque la temperatura non deve essere superiore ai 35 °C;
  • entro i mille metri dal punto di immissione dello scarico, la variazione di sovralzo termico deve essere al massimo di 3 °C rispetto alla temperatura del corpo naturale.

L’utilizzo di impianti di raffreddamento è essenziale al mantenimento delle temperature, connesso all’utilizzo di energie rinnovabili. Gli incentivi e le politiche nazionali in Europa si stanno muovendo nella direzione dell’utilizzo delle rinnovabili a scapito delle non rinnovabili e dei combustibili fossili.

Rimedi al riscaldamento globale

Per quanto riguarda i rimedi dell’inquinamento termico per via indiretta, le proposte concrete impongono una vera e propria transizione ecologica e un cambiamento profondo di mentalità da parte di tutti (qui è possibile visionare la puntata di ONA TV su ambiente e transizione ecologica, un’opportunità per un modello di sviluppo sostenibile).

Durante il G20 con presidenza italiana gli stati si sono impegnati a fissare i termini per la decarbonizzazione. Quella dell’Italia è prevista per il 2030 e prevede il passaggio delle centrali a carbone al gas, anch’esso risorsa fossile.

In particolare il G20 2021 e la COP26 di Glasgow hanno visto gli Stati partecipanti impegnarsi nella lotta alla deforestazione (senza particolari spaccature). Se il G20 aveva visto i Paesi partecipanti in accordo sulla necessità di muoversi verso un sistema economico a favore di uno sviluppo sostenibile la COP26 non ha visto alcun impegno condiviso in questo senso.

Non figura nel documento finale infatti nessun impegno concreto per limitare l’aumento della temperatura entro 1,5°C. Il taglio delle emissioni di gas serra del 45% entro il 2030 viene rimandato al prossimo anno. Il rapporto dell’UNEP denuncia come ci sia un divario enorme tra il taglio necessario per evitare la catastrofe e gli attuali NDC (contributi volontari nazionali). Ad esempio, l’Italia se volesse rispettare l’impegno sottoscritto a Parigi nel 2015 dovrebbe tagliare del 92% le proprie emissioni entro il 2030.