L’uranio impoverito è una delle principali cause della strage di militari che hanno contratto nel corso degli ultimi decenni varie forme di linfoma e leucemie.
Uranio impoverito: cos’è
Il termine Uranio Impoverito traduzione dall’inglese di Depleted Uranium (nel gergo uranio depleto) è lo scarto del procedimento di arricchimento dell’uranio nelle centrali nucleari.
L’UI, per il basso costo e per l’enorme stock – nel 2002 si calcolavano circa 1milione e 200mila tonnellate di materiale accumulato nei depositi in oltre quarant’anni – è usato sia nelle munizioni anticarro sia nelle corazze dei cingolati (vedi l’americano M1 Abrams).
Grazie alle sue qualità piroforiche – cioè si accende spontaneamente al contatto con l’aria – quando un proiettile all’UI penetra all’interno di un carrarmato, produce una fiammata che supera i 3mila gradi centigradi, riducendo tutto quanto è all’interno a un aerosol, le cui nanoparticelle (un millesimo di millimetro) di metalli pesanti se ingerite o inalate, sono causa di patologie cancerogene.
ONA e uranio impoverito
L’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, è una Onlus impegnata da decenni nella lotta all’amianto e ad altri cancerogeni. Si occupa della prevenzione primaria e della difesa legale delle vittime e dei loro famigliari.
L’ONA tutela i militari, vittime del dovere, esposti all’Uranio Impoverito degli armamenti utilizzati all’estero nei teatri di guerra. Le munizioni all’UI sono state utilizzate dagli aerei anticarro A10 americani, in particolare nei conflitti in Bosnia (1995), Kosovo (1998) e Iraq (1991 e 2003). I militari italiani esposti perché privi di adeguate protezioni, oggi sono 369 i deceduti e 7.500 i malati.
L’ONA ha svolto e vinto numerose battaglie a favore dei militari esposti all’uranio impoverito che hanno sviluppato malattie in seguito all’esposizione. Segui su il Giornale dell’Ambiente, organo uffficiale dell’Osservatorio Nazionale Amianto, tutte le battaglie dell’ONA contro l’uranio impoverito.
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