Prepensionamento amianto: tutela delle vittime

Prepensionamento amianto. I minerali di amianto, con le loro fibre, provocano danni alla salute: infiammazione e anche cancro.

Il Giornale dell’Ambiente ha istituito il servizio di consulenza legale per le vittime amianto al quale si possono rivolgere tutti i lettori del giornale per ottenere anche tutte le pensioni amianto news. Questo servizio si avvale della collaborazione dell’Avv. Ezio Bonanni.

Inoltre tutti gli aggiornamenti riguardanti l’amianto sono disponibili nella categoria “news amianto“.

Indice dei contenuti

  • Malattie asbesto correlate

  • Benefici contributivi per i dipendenti pubblici

  • Maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto

  • La Legge 257/1992

  • I rischi dei lavoratori esposti ad amianto

  • Prepensionamento malattia amianto


  • Tempo di lettura stimato: 7 minuti

    Le malattie amianto correlate e l’indennizzo previdenziale

    In caso di malattie asbesto correlate sussiste il diritto all’indennizzo INAIL e/o per alcune categorie il riconoscimento di causa di servizio.

    Le fibre di amianto provocano innanzitutto asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e poi una serie di tumori delle vie respiratorie e del tratto gastrointestinale.

    Sulla base del sistema delle tabelle, sono considerate asbesto correlate le seguenti malattie:

    Queste malattie, inserite nella Lista I dell’INAIL, debbono essere sempre riconosciute. Infatti è sufficiente la presenza della noxa per attivare la c.d. presunzione legale di origine.

    Quindi, è sufficiente dimostrare un danno biologico, per una di tali patologie, per ottenere l’indennizzo (Cassazione, sezione lavoro, 23653/2016). Così ai sensi degli artt. 3, 139 e 211 del D.P.R. 1124/65 e art. 10 n. 3 del D.L.vo 38/2000, può essere avanzata la domanda amministrativa.

    Poi ci sono le malattie della Lista II, i tumori di:

    Queste malattie sono inserite nella Lista II, e perciò stesso il nesso causale non si presume. Quindi l’onere della prova del nesso causale è a carico della vittima. Dunque il lavoratore deve dimostrare anche il nesso causale. In questo caso si potrà giovare del fatto che tali malattie sono inserite nella Lista II di limitata probabilità.

    Successivamente abbiamo le malattie inserite nella Lista III, in questo caso una sola e cioè il tumore dell’esofago. In conclusione si tratta di una malattia asbesto correlata possibile.

    Il regime speciale di alcuni dipendenti pubblici

    Ci sono una serie di dipendenti pubblici, si pensi a quelli delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza che non hanno l’assicurazione INAIL. Tuttavia, anche in questo caso, si deve attivare il riconoscimento di causa di servizio.

    Ottenuto tale riconoscimento, se vi è esposizione ad amianto per motivi professionali, si può ottenere, allo stesso modo, il riconoscimento di malattia asbesto correlata. Questo riconoscimento è molto importante, poiché dà diritto ai c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto.

    I benefici contributivi per esposizione ad amianto: cosa sono?

    I benefici contributivi amianto sono delle maggiorazioni contributive che consistono nel moltiplicare con il coefficiente 1,5 la contribuzione. Così è possibile accedere al prepensionamento amianto. Siccome le fibre di amianto sono lesive per la salute umana. In questo contesto, è solo con la prevenzione primaria che si può realizzare l’effettiva tutela della salute.

    Per coloro che sono stati esposti, invece, è necessario attivare la sorveglianza sanitaria, che permette la diagnosi della malattia asbesto correlata. Ciò favorisce la successiva denuncia di malattia professionale e attivazione della procedura di riconoscimento.

    Quindi i benefici contributivi consistono nell’indennizzo del danno da esposizione alle fibre di asbesto, con contributi amianto, utili ai fini previdenziali. Infatti, con questa contribuzione è possibile maturare anticipatamente il diritto a pensione. Anche chi non si è ancora ammalato di malattie asbesto correlate, ha diritto all’accredito di tali maggiorazioni.

    Infatti la fattispecie più rilevante è quella di cui all’art. 13 comma 8 L. 257/1992. Tuttavia, nel tempo, questa norma ha subito diverse modifiche, e sono stati introdotti dei termini di decadenza per coloro che non hanno depositato la domanda all’INAIL. Inoltre il beneficio contributivo INPS è stato ridotto al coefficiente 1,25, valido ai soli fini dell’entità della prestazione.

    Queste modifiche sono state introdotte con l’art. 47 della L. 326/03.

    L’applicabilità della decadenza: Cassazione, sent. 2243/2023

    L’art. 47 della L. 326/2003 stabilisce inoltre la decadenza per i lavoratori che non avessero presentato la domanda all’INAIL prima del 15.06.2005.

    Tuttavia la Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 2243/2023, ha affermato recentemente che in molti casi non è necessaria la domanda all’INAIL e che, per i pensionati collocati in quiescenza prima dell’entrata in vigore della L. 326/2003, vi è il principio della non applicabilità del termine di decadenza del 15.06.2005.

    Prepensionamento amianto: art. 13 comma 7 L. 257/1992

    Tuttavia, l’art. 13 comma 7 L. 257/1992 ha mantenuto la sua originaria formulazione, per cui, in caso di danno biologico amianto, si ha diritto ai c.d. benefici. Sulla base di tale normativa, è sufficiente il riconoscimento anche all’1% per poter ottenere tale accredito.

    I benefici per i lavoratori che hanno subito un danno amianto riconosciuto sono sempre nella misura dell’1,5, e quindi del 50%. Questi contributi sono sempre validi per amianto prepensionamento per patologia. Per i lavoratori malati, che sono già in pensione, l’accredito permette la rivalutazione della contribuzione e la ricostituzione della posizione contributiva.

    In questo modo, le pensione deve essere riliquidata, con adeguamento dei ratei percipienti e liquidazione degli arretrati su quelli liquidati.

    Prepensionamento amianto per malattia dei lavoratori

    In alcuni casi, pur con l’accredito di queste maggiorazioni, non si riesce a godere del diritto ad amianto pensione. È il caso di lavoratori molto giovani, che perciò stesso, anche con l’accredito delle maggiorazioni, dovrebbero rimanere nel mondo lavorativo. In molti casi nelle condizioni in cui c’è ancora molto rischio.

    Ci sono casi, come quelli di coloro che sono affetti da placche pleuriche e ispessimenti pleurici, che, pur avendo sintomi lievi, sono a rischio di mesotelioma pleurico. In questi casi è opportuno che tali lavoratori siano collocati in pensione. Quindi vi è l’ulteriore istituto giuridico della pensione invalidità lavoratori malati amianto.

    Il Giornale dell’Ambiente, anche in seguito alla collaborazione dell’Avv. Ezio Bonanni, fornisce un servizio di avvocati online gratis. In questo modo tutti i lavoratori che hanno ottenuto il riconoscimento di una malattia asbesto correlata possono accedere al diritto al pensionamento.

    Pensioni invalidità amianto: come funziona?

    Prima di tutto occorre ottenere il riconoscimento di malattia professionale asbesto correlata. Ottenuto tale riconoscimento si deve chiedere il rilascio del certificato di esposizione dell’INAIL, che è l’ente deputato all’accertamento. Ottenuto tale certificato si chiede che l’INPS accrediti le maggiorazioni amianto, ex art. 13 comma 7 L. 257/1992. Anche nel caso in cui, pur con l’accredito di tali contributi, non si dovesse maturare la pensione amianto, a questo punto si può chiedere comunque di essere collocati in pensione. Infatti, con l’art. 1, co. 250, L. 232/2016, che è stata recentemente riformata (L. 28/2019), si può ottenere tale diritto.

    Infatti, originariamente, tale pensione amianto era riconosciuta solo a coloro che avessero ottenuto il riconoscimento di malattia professionale per asbestosi, tumore del polmone e mesotelioma. Successivamente, invece, proprio in seguito all’intervento del Legislatore del 2019, tutte le vittime amianto hanno diritto ad essere collocate in pensione.

    Quindi ottenuto tale riconoscimento si deve depositare la domanda all’INPS entro il 31.03.2022. Qualora non si rispettasse questo termine la richiesta verrà esaminata l’anno successivo, a partire da aprile.

    Perché ci sono ancora le malattie dell’amianto?

    Questo minerale è stato posto al bando con la L. 257/92 e tuttavia è ancora largamente presente nei luoghi di vita e di lavoro. Infatti l’Italia è stato il secondo produttore e utilizzatore di amianto con 3.748.550 tonnellate, fino al 28.04.1993. Dopo la modifica normativa, le bonifiche sono state molto lente. Non a caso, anche recentemente, l’Avv. Ezio Bonanni ha insistito perché ci fosse un intervento più risolutore da parte delle Autorità.

    Il profilo importante è quello della bonifica e messa in sicurezza, che evita di allargare il numero dei lavoratori contaminati. In più si evitano altre esposizioni per coloro che hanno già subito l’esposizione. Così nel corso della conferenza stampa di ONA del 13.10.2020 presso il Campidoglio di Roma.

     Consulta gli atti in video della conferenza stampa ONA del 13.10.2020 in Roma (Campidoglio) 

    Pensione invalidità amianto: prepensionamento amianto

    Come già chiarito, l’esposizione professionale a fibre di amianto dà diritto ai c.d. benefici amianto. Cioè indennizzi per il danno che comunque il lavoratore ha subito in seguito alla sua esposizione a fibre cancerogene. Quindi in caso di riconoscimento di malattia asbesto correlata, sussiste sempre e comunque il diritto alla pensione amianto. In questi casi, ottenuto il riconoscimento di malattia asbesto correlata, può essere depositata la domanda all’INPS per la pensione amianto.

    Per poter accedere alle pensioni amianto, occorre che l’avente diritto abbia il requisito della contribuzione di 5 anni, di cui 3 negli ultimi 5.

    In questi casi si deve depositare la domanda di pensione all’INPS, invocando la legge prepensionamento amianto: art. 1 co. 250 e ss. L. 232/2016. In questo modo, si può accedere alla pensione di invalidità amianto. Per maggiori indicazioni, oltre al parere legale gratis de Il Giornale dell’Ambiente, si possono seguire le indicazioni della circolare INPS n. 34/2020, con domanda di pensione entro il prossimo 31.03.2021.

    Questa prestazione non è cumulabile con la rendita INAIL, per cui, in caso di malattia professionale di una certa rilevanza, è preferibile mantenere la rendita. In ogni caso sarà possibile accedere alla pensione di invalidità in modo ordinario. Infatti, arrivati ad un certo punteggio di invalidità, il diritto sussiste sempre e comunque. Questa misura è importante solo per chi, al momento, non ha una invalidità così grave per malattia amianto.

    Servizi di assistenza tecnica, medica e legale

    L’ONA e l’Avvocato Bonanni supportano le vittime e offrono un servizio di assistenza tecnica, medica e legale gratuita.