mercoledì, Ottobre 22, 2025

Preservare il Mar Mediterraneo. Nuovo approccio dalla tecnologia LIDAR per il ripristino degli ecosistemi marini

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PER MAPPARE I FONDALI MARINI E TUTELARE GLI ECOSISTEMI COSTIERI, MINACCIATI DALL’INQUINAMENTO E DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI. IL PROGETTO MER UTILIZZA L’AIRBORNE LIDAR BATHYMETRY (ALB). QUESTA TECNOLOGIA AVANZATA MIGLIORA LA GESTIONE DELLA BIODIVERSITÀ E PROTEGGE LE PRATERIE DI FANEROGAME, ESSENZIALI PER LA STABILITÀ ECOLOGICA DEL MEDITERRANEO

L’importanza della mappatura degli ecosistemi marini

Gli ecosistemi marini rappresentano una risorsa fondamentale per la biodiversità, la regolazione del clima e il sostentamento delle attività economiche legate alla pesca e al turismo. Tuttavia, questi habitat sono sempre più minacciati dall’inquinamento, dalla pesca intensiva, dall’urbanizzazione costiera e dai cambiamenti climatici. Per garantire la loro protezione e gestione sostenibile, è essenziale disporre di strumenti avanzati per il monitoraggio dello stato di salute dei fondali e delle praterie di fanerogame marine, tra cui la Posidonia oceanica, una delle piante acquatiche più importanti del Mediterraneo.

L’innovazione del LiDAR batimetrico nel progetto MER

Tradizionalmente, il monitoraggio degli ambienti marini si è basato su tecniche acustiche come l’ecoscandaglio e su metodi ottici manuali, tra cui il disco di Secchi, impiegato per misurare la trasparenza dell’acqua. Tuttavia, queste tecnologie presentano limiti significativi: i sonar richiedono l’impiego di imbarcazioni e tempi prolungati di rilevamento, mentre il disco di Secchi fornisce solo una stima qualitativa della limpidezza delle acque e non permette di ottenere dati precisi sulla morfologia del fondale.

Con il progetto MER (Marine Ecosystem Restoration), viene introdotto l’Airborne Lidar Bathymetry (ALB), una tecnologia innovativa che consente di raccogliere dati ad alta risoluzione mediante impulsi laser. Questo sistema permette di ottenere una mappatura dettagliata dei fondali con un’efficienza superiore rispetto ai metodi tradizionali. Copre infatti vaste aree in tempi ridotti e riduce l’impatto ambientale delle operazioni di rilevamento.

Il sistema utilizzato nel progetto MER è il Rapid Airborne Multibeam Mapping System (RAMMS) 2.0, sviluppato dall’azienda olandese Fugro, leader nel settore dei rilievi geologici, geofisici e ambientali. Grazie alla sua configurazione a doppio laser e a una frequenza di acquisizione di 60 Hz, questo strumento permette di analizzare la colonna d’acqua e il substrato marino con estrema precisione. Cerchiamo di capire meglio.

Confronto tra disco di Secchi e LiDAR batimetrico

Il disco di Secchi, introdotto nel 1865 dall’astronomo e oceanografo italiano Pietro Angelo Secchi, è un metodo tradizionale per misurare la trasparenza dell’acqua. Lo strumento consiste in un disco bianco o a settori bianchi e neri, che viene immerso fino al punto in cui non è più visibile. La profondità alla quale scompare fornisce un’indicazione empirica della quantità di particelle sospese nella colonna d’acqua.

Sebbene il disco di Secchi sia ancora utilizzato per ottenere stime rapide ed economiche sulla limpidezza delle acque, il LiDAR batimetrico offre un livello di precisione notevolmente superiore. Mentre il primo si basa sull’osservazione umana ed è influenzato dalle condizioni di luce e dalla soggettività dell’operatore, il LiDAR utilizza impulsi laser per attraversare la superficie marina e raccogliere dati quantitativi sulla trasparenza dell’acqua, sulla morfologia del fondale e sulla distribuzione delle praterie di Posidonia.

Il vantaggio principale di questa tecnologia è la possibilità di raccogliere informazioni dettagliate su vaste aree e in tempi brevi, senza la necessità di operazioni in mare. Il che, garantisce un monitoraggio continuo e più affidabile rispetto ai metodi tradizionali. Ma perché è così importante monitorare le fenorogame?

Il ruolo delle fanerogame marine nella conservazione degli ecosistemi

Il miglioramento delle tecniche di rilevamento è fondamentale per la salvaguardia delle fanerogame marine, tra cui la Posidonia oceanica. Le praterie di Posidonia, infatti, rappresentano uno degli ecosistemi più vitali e produttivi del Mediterraneo: offrono rifugio, nutrimento e aree di riproduzione per numerose specie marine. Questi habitat svolgono un ruolo essenziale nella stabilizzazione dei sedimenti, contribuiscono all’equilibrio costiero e prevengono l’erosione delle spiagge. Grazie alla loro capacità di assorbire e immagazzinare grandi quantità di anidride carbonica, risultano inoltre fondamentali nella mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nonostante la loro importanza ecologica, queste praterie subiscono crescenti minacce legate alle attività umane. L’inquinamento provocato da scarichi industriali e agricoli compromette la qualità delle acque e favorisce la diffusione di alghe invasive che ostacolano la fotosintesi della Posidonia. La pesca a strascico distrugge vaste porzioni di prateria, mentre l’ancoraggio non regolamentato delle imbarcazioni strappa e devasta le strutture radicali di queste piante, rendendo difficile la loro rigenerazione. Il riscaldamento globale influisce ulteriormente sulla loro sopravvivenza, alterando la temperatura delle acque e modificando gli equilibri ecologici, con il rischio di favorire la diffusione di specie aliene dannose per l’ecosistema.

In questo contesto, il LiDAR batimetrico consente di monitorare in dettaglio la distribuzione e lo stato di salute delle praterie di Posidonia, individuando eventuali aree soggette a regressione. Queste informazioni sono essenziali per adottare misure di conservazione mirate, come l’istituzione di zone a protezione integrale e il ripristino degli habitat compromessi.

Sfide e opportunità del monitoraggio ambientale

Sebbene il LiDAR batimetrico rappresenti un avanzamento tecnologico significativo, la sua efficacia è influenzata da variabili ambientali, tra cui la torbidità dell’acqua. La presenza di sedimenti sospesi, particolarmente elevata nei mesi invernali a causa delle piogge e degli apporti fluviali, può attenuare il segnale laser e ridurre la qualità delle rilevazioni.

Per superare questa limitazione, il progetto MER adotta un approccio integrato, combinando i dati LiDAR con rilievi acustici e immagini multispettrali. Questa metodologia consente di compensare le difficoltà legate alla torbidità e di ottenere un quadro più dettagliato della dinamica degli ecosistemi marini, facilitando la pianificazione di strategie di conservazione più efficaci.

Un ulteriore fattore critico è rappresentato dai cambiamenti climatici, che stanno alterando in modo significativo gli equilibri ecologici. L’aumento delle temperature favorisce la proliferazione di specie aliene invasive, come l’alga Caulerpa cylindracea, capace di soffocare le fanerogame autoctone. Inoltre, l’acidificazione degli oceani e l’innalzamento del livello del mare compromettono la capacità di rigenerazione delle praterie marine. Grazie al LiDAR, è possibile osservare in tempo reale queste trasformazioni e sviluppare strategie di adattamento più efficaci.

Numero verde ONA

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