martedì, Novembre 25, 2025

Plastica e salute: appello per un trattato globale

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L’INQUINAMENTO DA PLASTICA NON È SOLO UN PROBLEMA AMBIENTALE MA UNA VERA EMERGENZA SANITARIA. LO HANNO RICORDATO I VOLONTARI DI PLASTIC FREE ONLUS DURANTE UN INCONTRO A BRUXELLES CON ANTONIO DECARO. AL CENTRO DEL DIBATTITO: I RISCHI PER LA SALUTE, LA MANCANZA DI REGOLE SULLA NANOPLASTICA E L’URGENZA DI UN ACCORDO GLOBALE DAVANTI ALL’UNEP

A Bruxelles si parla di plastica, ma il tema è la salute

Un confronto diretto, costruttivo e urgente. È quello che si è tenuto a Bruxelles tra il presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, Antonio Decaro, e una delegazione di Plastic Free Onlus, formata dal fondatore Luca De Gaetano e dal direttore generale Lorenzo Zitignani.

L’incontro si è svolto all’interno della sede del Parlamento Europeo, con un obiettivo preciso: portare al centro del dibattito il legame sempre più stretto tra inquinamento da plastica e salute umana. Non si è parlato solo di spiagge sporche o oceani pieni di rifiuti. Il cuore del discorso è stato un altro: le micro e nanoplastiche che entrano nel nostro corpo ogni giorno.

Nanoplastiche: i dati di Plastic free

I dati presentati da Plastic Free sono inquietanti. Uno studio recente ha rilevato che in un solo litro d’acqua potabile possono trovarsi fino a 370.000 particelle di nanoplastica. Una quantità enorme, che non viene filtrata né dai nostri sistemi idrici né dal nostro corpo.

L’aria che respiriamo, gli alimenti che mangiamo, persino il sale che usiamo in cucina: tutto può contenere particelle minuscole di plastica, invisibili ma potenzialmente dannose. Eppure, ad oggi, non esistono limiti massimi stabiliti a livello europeo per la presenza di microplastiche in cibi e bevande.

Il paradosso è evidente. Mentre per pesticidi, metalli pesanti o contaminanti chimici esistono soglie precise, per le nanoplastiche non ci sono regole. L’inquinamento prosegue, silenzioso e quotidiano, senza che nessuno possa davvero proteggere i cittadini.

additivi microplastica alimentazione
Le microplastiche si accumulano nei tessuti degli organismi marini e raggiungono le tavole, sollevando gravi preoccupazioni per la salute pubblica

La risposta europea: primi passi, ma serve più coraggio

Il presidente Decaro ha confermato che la Commissione ENVI ha già avviato contatti con l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Lo scopo è chiaro: capire meglio l’impatto delle nanoplastiche sulla salute e avviare un percorso normativo serio.

Ma la strada è lunga e piena di ostacoli. Serve più ricerca, servono studi indipendenti e trasparenti. Ma soprattutto serve la volontà politica di stabilire limiti chiari e vincolanti. Aspettare ancora significa lasciare che il problema cresca, invisibile e incontrollato, dentro i nostri corpi.

Verso Ginevra: un trattato globale per fermare la plastica

L’incontro di Bruxelles arriva in un momento chiave. nei giorni scorsi a Ginevra, si è tenuta la seconda parte della quinta sessione del Comitato intergovernativo di negoziazione (INC-5). Un appuntamento decisivo per scrivere un trattato globale giuridicamente vincolante contro l’inquinamento da plastica.

Plastic Free Onlus ha partecipato per la prima volta come osservatore ufficiale accreditato all’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. Porterà con sé non solo dati scientifici, ma soprattutto l’esperienza concreta dei territori e dei volontari. Quelle migliaia di persone che ogni giorno raccolgono rifiuti, sensibilizzano i cittadini e chiedono azioni coraggiose.

Luca De Gaetano è stato chiaro: «La plastica non inquina solo il pianeta ma anche i nostri corpi. A Ginevra porteremo un messaggio forte e urgente. Servono limiti chiari, più ricerca e decisioni politiche che abbiano al centro le persone, non gli interessi industriali».

microplastiche nel sangue umano
Trovate microplastiche nel sangue umano

Nanoplastiche: affrontare tutto il ciclo di vita della plastica

Il trattato in discussione a Ginevra non si limiterà allo smaltimento. L’obiettivo, ambizioso ma necessario, è quello di regolare l’intero ciclo di vita della plastica: dalla produzione iniziale fino alla gestione dei rifiuti.

Questo significa intervenire a monte, limitando la produzione di materiali plastici inutili o dannosi. Significa favorire materiali alternativi, sostenibili e riciclabili. E soprattutto significa superare le resistenze di quei Paesi e lobby che, ancora oggi, rallentano il cambiamento per proteggere interessi economici.

Plastic Free si è presentata insieme con centinaia di delegazioni internazionali. ONG, scienziati, attivisti e rappresentanti istituzionali si sono confrontati su un testo che potrebbe cambiare davvero il futuro del pianeta.

Nanoplastiche: la salute delle persone in pericolo

Il dibattito sulla plastica non può più essere limitato all’inquinamento visibile. Oggi sappiamo che il problema riguarda direttamente la salute umana, ed è su questo fronte che si gioca la sfida.

Non si tratta solo di proteggere spiagge e tartarughe marine. Si tratta di proteggere i nostri polmoni, il nostro sangue, le nostre cellule. Le nanoplastiche sono già state trovate nella placenta, nei polmoni e persino nel cuore umano.

Serve una nuova consapevolezza ma anche una nuova alleanza tra scienza, politica e società civile. L’incontro di Bruxelles ha mostrato che il dialogo è possibile. Ora tocca a Ginevra trasformarlo in regole vincolanti e azioni concrete.

Un futuro senza plastica comincia da oggi

L’appuntamento di agosto potrebbe essere una svolta. Ma ogni scelta, ogni parola, ogni compromesso conterà. Il futuro non è scritto.

Plastic Free chiede un trattato globale che tuteli davvero gli ecosistemi e le persone. Non slogan, ma norme, controlli e responsabilità.

L’inquinamento da plastica è una delle emergenze più gravi del nostro tempo. Non possiamo più ignorarla.

Come ha ricordato Luca De Gaetano, la plastica è già dentro di noi. Se vogliamo cambiare rotta, dobbiamo farlo adesso. In Parlamento, nei negoziati internazionali e nella vita quotidiana.

Numero verde ONA

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