L’OASI DI CA’ DI MEZZO COMPIE 25 ANNI: DA SPERIMENTAZIONE PIONIERISTICA A MODELLO VIRTUOSO DI EQUILIBRIO TRA UOMO E ACQUA. IL VENETO CELEBRA IL SUO LABORATORIO NATURALE CONTRO INQUINAMENTO E CRISI CLIMATICA
L’Oasi Ca’ di Mezzo festeggia l’equilibrio tra uomo e natura
Il 19 ottobre, alla Corte Benedettina di Correzzola (Padova), si è celebrato il venticinquesimo anniversario dell’Oasi di Ca’ di Mezzo, una delle opere più emblematiche della fitodepurazione italiana e un simbolo della collaborazione virtuosa tra enti, ricerca e volontariato ambientale.
Il convegno, dal titolo “Un dialogo tra l’uomo e l’acqua in cui il paesaggio rivela il suo potere di rigenerazione”, ha riunito i protagonisti che, negli anni, hanno contribuito alla nascita, alla crescita e alla gestione di questa straordinaria infrastruttura naturale.
Organizzato dal Consorzio di Bonifica Adige Euganeo insieme con il circolo Legambiente Arca di Noè APS della Saccisica, l’evento ha trasformato la celebrazione in un vero momento di riflessione collettiva: su come il territorio possa diventare un laboratorio vivente di soluzioni sostenibili e su come la natura, se ascoltata, sia ancora in grado di rigenerarsi.
Oasi di Ca’ di Mezzo: genesi di un progetto pionieristico
L’Oasi di Ca’ di Mezzo, situata nel comune di Codevigo (PD) al confine con Chioggia, nasce da un’intuizione maturata all’inizio degli anni Novanta. L’area, un tempo palustre e marginale, fu individuata dal Consorzio di Bonifica Adige Euganeo come luogo ideale per sperimentare una tecnologia allora quasi sconosciuta in Italia: la fitodepurazione, ossia la depurazione delle acque tramite le piante.
Nel 1995 la Regione Veneto, nell’ambito del Piano Direttore per il disinquinamento della Laguna di Venezia, decise di investire su questo progetto, rendendolo il primo impianto di fitodepurazione di grande scala in Italia. Il supporto scientifico del professor Giuseppe Bendoricchio dell’Università di Padova fu decisivo per concepire un sistema multifunzionale, capace di purificare, trattenere e restituire acqua pulita senza ricorrere a tecnologie energivore o invasive.
Come ha ricordato Fabrizio Bertin, presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, “venticinque anni fa fu una vera lungimiranza realizzare impianti capaci di rispondere a esigenze diverse. Oggi quella visione è ancora la nostra bussola: trattenere l’acqua nei periodi di siccità e contenerla quando le piogge diventano violente”.

Oasi di Ca’ di Mezzo: tre funzioni, un solo equilibrio
Ca’ di Mezzo è un capolavoro di ingegneria naturalistica che combina tre funzioni fondamentali:
- fitodepurazione: le acque del canale consorziale “Altipiano” vengono deviate nelle vasche e attraversano una fitta vegetazione di Phragmites australis (canna di palude). Durante un percorso lento di 6-7 giorni, i carichi di azoto e fosforo vengono naturalmente ridotti prima che l’acqua raggiunga la Laguna di Venezia.
- Laminazione delle piene: l’Oasi agisce come bacino di contenimento, attenuando le onde di piena in caso di precipitazioni intense e proteggendo i centri abitati a valle.
- Riserva idrica: nei periodi di siccità, l’area trattiene acqua utile per l’irrigazione e per la sopravvivenza degli ecosistemi locali.
Questa triplice funzione ha trasformato Ca’ di Mezzo in un punto di riferimento per chi studia le Nature Based Solutions (NBS), le “soluzioni basate sulla natura” che uniscono ingegneria e biodiversità per rispondere alla crisi climatica.
Un ecosistema vivo e in continua evoluzione
Nel tempo, l’Oasi ha superato la dimensione sperimentale per diventare un ecosistema maturo, oggi gestito dal circolo Legambiente “L’Arca di Noè”. La superficie di oltre 30 ettari è suddivisa in ambienti sommersi, boschivi e temporaneamente allagati, che ospitano un mosaico di habitat. Questa struttura complessa ha permesso di massimizzare la biodiversità e di creare un rifugio per numerose specie animali e vegetali.
Oggi vi nidificano l’airone bianco maggiore, il cavaliere d’Italia, il martin pescatore e il falco di palude, specie considerate bioindicatori di elevata qualità ambientale. Anche e siccome vicina al Parco del Delta del Po, Ca’ di Mezzo ne svolge una funzione complementare e strategica: è una pietra di guado ecologica, un punto di sosta fondamentale per le rotte migratorie tra Adriatico e Pianura Padana.
Il convegno: un bilancio di esperienze e idee
Durante la giornata celebrativa si sono alternati interventi che hanno intrecciato il racconto tecnico, storico e ambientale del progetto.
Dal sindaco di Correzzola Mauro Fecchio e dal presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro, che hanno ricordato l’importanza del dialogo tra amministrazioni e territorio, fino alle testimonianze di Antonio Salvan, presidente del Consorzio ai tempi della realizzazione, e di Giuseppe Gasparetto Stori, ingegnere che ne seguì la progettazione, il convegno ha restituito un quadro ricco di esperienze e visioni.
Particolare attenzione è stata dedicata agli aspetti ecologici, con il contributo di Paolo Reggiani, che ha illustrato la “biocenosi” di Ca’ di Mezzo come specchio della salute dell’ambiente, e di Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente, che ha valorizzato il ruolo del volontariato e della rete “Legambiente Natura” nella gestione partecipata delle aree protette.
«Ca’ di Mezzo – ha osservato Raimondi – dimostra che i sistemi di depurazione naturale non sono solo infrastrutture tecniche, ma presidi di comunità che uniscono tutela ambientale, educazione e fruizione responsabile».
Oasi di Ca’ di Mezzo: dalla depurazione alla conoscenza
Uno degli aspetti più innovativi dell’Oasi è la sua vocazione scientifica e didattica. In collaborazione con l’Università di Padova, il sito è diventato un vero e proprio laboratorio a cielo aperto dove si studiano i processi di fitodepurazione, la qualità delle acque e le dinamiche ecologiche. Gli esperimenti condotti hanno permesso di migliorare i modelli di progettazione degli impianti futuri: percorsi più sinuosi e variazioni di profondità favoriscono una depurazione più efficiente e una maggiore stabilità biologica.
Accanto alla ricerca, Ca’ di Mezzo è anche un centro di educazione ambientale, intitolato a Paola Borella, che accoglie scolaresche e visitatori per esperienze dirette nella natura. Le attività sono gratuite e aperte al pubblico, grazie all’impegno dei volontari che presidiano l’area durante tutto l’anno.
In un’epoca segnata dalla perdita di biodiversità e dalla crisi idrica, questo modello educativo diventa fondamentale: insegnare a leggere la natura è il primo passo per proteggerla.
Un’eredità per il futuro
A venticinque anni dalla sua inaugurazione, l’Oasi di Ca’ di Mezzo rappresenta un simbolo di resilienza e innovazione.
Ciò che negli anni Novanta era un esperimento oggi è un modello replicabile, studiato da università, enti locali e consorzi di bonifica di tutta Italia. Il suo valore non sta solo nella tecnologia, ma nella visione che la sostiene: un’alleanza tra uomo e acqua, tra ingegneria e natura, tra scienza e comunità.
Il presidente Bertin, chiudendo il convegno, ha ricordato che «la sfida climatica non si vince solo con le opere imponenti, ma anche con quelle che sanno integrarsi nei cicli naturali. Ca’ di Mezzo è una di queste: piccola nelle dimensioni, grande nel significato».
FAQ
Dove si trova l’Oasi di Ca’ di Mezzo?
Nel comune di Codevigo (Padova), ai confini con Chioggia, all’interno del territorio del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo.
Cos’è la fitodepurazione?
È un sistema naturale di depurazione delle acque che utilizza piante acquatiche per filtrare e abbattere inquinanti come azoto e fosforo.
Perché Ca’ di Mezzo è considerata un modello?
Perché unisce tre funzioni — depurazione, laminazione e riserva idrica — in un unico sistema multifunzionale basato sulla natura.
Si può visitare?
Sì. L’Oasi è accessibile gratuitamente tutto l’anno e il Centro visite è aperto ogni domenica e nei giorni festivi, gestito dai volontari Legambiente.
Qual è la sua eredità principale?
Aver dimostrato che la sostenibilità può nascere dal dialogo tra competenza tecnica e rispetto del paesaggio, anticipando i temi oggi centrali della transizione ecologica.






