IL MINISTRO DELL’AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA, GILBERTO PICHETTO FRATIN HA CONVOCATO PER IL PROSSIMO 21 SETTEMBRE LA PRIMA RIUNIONE DELLA “PIATTAFORMA NAZIONALE PER UN NUCLEARE SOSTENIBILE”. LA PREVISIONE DI UN RITORNO AL NUCLEARE DESTA PREOCCUPAZIONE NEI CITTADINI. L’ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA CASA GAS FREE ITALIA HA LANCIATO UNA PETIZIONE PER CONVINCERE IL MINISTRO A RICONSIDERARE L’IPOTESI DEL RITORNO AL NUCLEARE
Nei giorni scorsi, in vista della prima riunione della “Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile” prevista per il 21 settembre 2023, un gruppo di cittadini preoccupati ha inviato una comunicazione (PEC) al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Alla luce di queste preoccupazioni, Casa Gas Free italia ha lanciato una petizione – appoggiata anche da Kyoto Club – per rafforzare l’appello al ministro e garantire un futuro energetico sicuro e sostenibile per il nostro Paese. Le preoccupazioni sono basate su una serie di considerazioni.
Il nucleare in Italia è anacronistico
I sottoscrittori della petizione vedono la scelta di tornare al nucleare come antiquata. La decisione di reintrodurre il nucleare in Italia è anacronistica. Tenuto conto che in Italia due referendum abrogativi del 1987 si sono espressi contro la produzione di energia da nucleare. Inoltre, molti Paesi stanno attualmente procedendo alla dismissione delle centrali nucleari esistenti. La Germania, per esempio, ha già deciso di abbandonare completamente il nucleare. Questa mossa potrebbe far sembrare l’Italia come un Paese ritardatario nell’era delle energie rinnovabili.
I costi, elevati, ricadrebbero sulla collettività
L’aspetto economico del ritorno al nucleare è considerato sfavorevole. I progetti di centrali nucleari richiedono un lungo periodo di tempo prima di diventare operativi, con stime che variano dai 10 ai 20 anni. Inoltre, questi progetti comportano costi elevati per la sicurezza che inevitabilmente ricadrebbero sulla collettività, sotto forma di miliardi di euro di debito pubblico. Queste risorse, invece, potrebbero essere utilizzate per investire in tecnologie energetiche basate su fonti rinnovabili, che sono immediatamente accessibili ed economicamente più sostenibili.
Concentrarsi sulla protezione e sulla riqualificazione dell’ambiente
A preoccupare la gente è, non ultima, la protezione dell’ambiente. L’Italia ha già affrontato gravi problemi ambientali dovuti a discariche abusive di rifiuti tossici e speciali. L’idea di dover gestire scorie nucleari potenzialmente pericolose nei terreni agricoli è inquietante. È necessario, invece, concentrarsi sulla protezione e sulla riqualificazione dell’ambiente, anziché esporre ulteriormente il territorio ai rischi legati all’ecocriminalità e agli ecodisastri, mettendo a rischio la salute della popolazione.
I rischi connessi all’energia nucleare in aree sismiche
Infine, si è evidenziato il rischio, intrinseco, legato alla geologia italiana. Il nostro Paese è noto per essere soggetto a terremoti, esondazioni, frane e problemi idrogeologici. L’incidente nucleare di Fukushima in Giappone ha dimostrato, in modo tragico, gli enormi rischi connessi all’energia nucleare in aree sismiche. Pertanto, la decisione di rivalutare lo sviluppo di centrali nucleari su un territorio con simili vulnerabilità naturali è considerata estremamente rischiosa.
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