Nel 2025 chiude la centrale nucleare di Diablo Canyon. Troppi i costi di sicurezza. È molto più conveniente l’energia solare ed eolica. È un esempio per l’Italia.
Avila Beach si trova a metà strada fra San Francisco e Los Angeles. Rispetto alle due megalopoli sembra un altro pianeta. La Central Coast dove sorge Avila Beach è una delle parti più belle della California. Questo posto è ancora a misura d’uomo, con paesini che nessuno conosce e dove la vita è fatta di piccole cose. Ci vado spesso.
Qui, Diablo Canyon fu aperta nel 1984. Era parte di un quartetto di centrali nucleari pensate negli anni ’70. E sull’onda emotiva dell’embargo petrolifero da parte dei Paesi del Medio Oriente nel 1973. Le altre tre centrali sono già state consegnate all’oblio. Diablo Canyon è l’ultima a chiudere.
Le operazioni di smantellamento sono iniziate nel 2016, costeranno 3.9miliardi di dollari, e dureranno per dieci anni, tanto sono pericolose e difficili. Come tutte le centrali nucleari del mondo, era stata costruita per resistere in eterno.
Perché chiudere Diablo Canyon?
Per gli elevati costi in due parole. E perché l’energia da sole e vento costa di meno e la gente, persino il proprietario della stessa centrale, preferisce questa soluzione.
Intanto, Diablo Canyon sorge vicino a varie faglie sismiche.
Già durante la costruzione dell’impianto ci si rese conto che alcune di queste faglie erano pericolose e i progetti dovettero cambiare a lavori iniziati. Gli incidenti di Three Miles Island nel New Jersey del 1979 e di Chernobyl in Russia nel 1986 certo non aiutarono a tranquillizzare la popolazione.
Nel corso degli anni furono installate sirene di allarme, le cosiddette Early Warning System Sirens. Ogni tanto vengono testate e ricordano a tutti che il pericolo di perdite o incidenti è latente ma incombente sulle teste dei residenti.
E poi, l’acqua di raffreddamento arriva dal (e torna al) Pacifico e questo ha sempre preoccupato la gente: è saggio rigettare acqua calda che arriva da una centrale nucleare in mare? Quali sono i costi e gli impatti sull’ecosistema locale, sulla pesca per esempio, di questa acqua surriscaldata? Siamo sicuri che l’acqua sia davvero “solo” acqua?
Dopo l’incidente di Fukushima in Giappone, era ancora conveniente tenere Diablo Canyon aperto?
La mazzata finale arriva all’indomani dell’incidente di Fukushima in Giappone, nel Marzo 2011, quando tutti si chiesero per l’ennesima volta se fosse appropriato tenere Diablo Canyon aperto, con il rischio di tsunami e morte. Sapere che in Giappone ci fu il rilascio di sostanze radioattive in mare fu un orrore per chi vive qui.
E così nel 2013 si decise di chiudere Diablo Canyon temporaneamente mentre si analizzava più in dettaglio la natura di queste faglie sismiche e il loro potenziale sismogenetico.
Il risultato di questo studio fu che Diablo Canyon era certo in ottimo stato, che era in grado di sopportare terremoti anche di intensità elevata e che poteva continuare ad operare per altri ottanta anni. Però erano necessari vari interventi per la sicurezza, che sarebbero costati almeno 1miliardo di dollari. Una cifra elevatissima.
I californiani non ne vogliono più sapere di nucleare
Ma non solo. La gente non ne vuole sapere più niente del nucleare e a differenza di anche solo dieci anni fa, adesso la nostra voce conta molto di più.
Nel corso degli ultimi dieci anni sono sorti in California gruppi locali chiamati CCA (Community Choice Alternative) che gestiscono l’approvvigionamento elettrico per vari comuni o per insiemi di quartieri seguendo le indicazioni dei residenti. Una sorta di cooperativa dell’energia. Nel totale ci sono ventitré CCA locali che gestiscono il fabbisogno elettrico del 30% dei residenti californiani.
Nessuno di questi CCA vuole il nucleare. Tutti preferiscono sole e vento. E, anzi, adesso le CCA iniziano anche a investire in progetti rinnovabili fra cui la costruzione di batterie per stoccare l’energia.
I costi dell’energia nucleare sono troppo alti
È non solo una questione di ideali. L’energia nucleare è molto più costosa di quella da rinnovabili. Infatti, include spese per la sicurezza da terremoti, da rilasci, da terrorismo, da attacchi di cyber-sicurezza, spese per il trasporto e lo stoccaggio di rifiuti radioattivi, spese per le verifiche strutturali che devono essere frequenti e approfondite.
Nessuna di queste cose esiste per le rinnovabili. E quindi la richiesta di energia dalle centrali nucleari è bassa e i costi non sono giustificabili.
La cosa interessante è che nemmeno la ditta proprietaria dell’impianto nucleare batte ciglio: la Pacific Gas and Electric Company si è resa conto da sola che per lei stessa è più conveniente chiudere Diablo Canyon e puntare su sole e vento. E quindi non si lamentano!
Non si torna più indietro
La domanda è adesso: cosa ne sarà di Diablo Canyon? Le idee sono tante, visto che siamo su un sito di 300 ettari lungo la costa del Pacifico. Un parco? Alberghi? Resort? Camping? Case? Attracco barche?
Un’altra idea è di mettere qui le turbine a vento. Nessuna decisione è stata presa per ora. Ma quello che è sicuro è che non si torna indietro. Il nucleare viene cancellato dalla California.
Una lezione per l’Italia
Tutto questo ci dà lezioni anche per l’Italia, dove si approva un po’ di tutto, dai pozzi petroliferi, agli impianti a gas, e dove si parla pure di resuscitare le centrali nucleari. Follia!
Insomma si parla di tutto eccetto che di sole e vento e di risparmio energetico che paiono essere le ultime preoccupazioni di Cingolani e compari.
Non è che uno deve scegliere fra due o tre cose ugualmente pericolose e antiche, caro Cingolani. Occorre invece avere il coraggio di guardare in faccia il futuro e davvero accelerare e ottimizzare la geografia dell’Italia per il più rispettoso possibile utilizzo di sole e vento. Sui tetti, sui siti industriali dismessi, nelle distese vuote degli aeroporti e in altri posti idonei.
Occorre verificare che non ci sia corruzione, mafia, impianti fatti per imbrogliare. Occorre potenziare il risparmio energetico, le reti elettriche, pensare a batterie di stoccaggio, educare la gente a piccole e grandi accortezze, alla bellezza del farsi l’energia da soli. Invece di dare sussidi all’ENI, dateli al piccolo solar-imprenditore.
Un messaggio al ministro Cingolani
Personalmente non voglio sentire che “ci serve il nucleare perché se togliamo il petrolio da dove la prendiamo l’energia”? Una centrale nucleare abbisogna di almeno venti anni per essere realizzata, fra permessi, siti, espropri, testaggio. Sai quanto solare facciamo in venti anni? Una centrale nucleare ha bisogno di tanta manutenzione, attenzioni e costi.
Ci sono rischi gravi di sismicità e di perdite. Che succede se un bel giorno scopriamo pure noi che il nostro sito nuclearizzato è attraversato da una faglia sismica? Nessuno sa dove mettere le scorie radioattive e non credo che nessun comune d’Italia vorrà sacrificarsi per queste fantasie campate in aria di Cingolani. Perché Trino Vercellese o Scanzano Ionico devono diventare nuclear-cimiteri?
Sono anni e anni e anni ancora che parliamo di rinnovabili.
La vera “transizione” che il mostro ministro non ha ancora capito è qui: il petrolio deve essere sostituito da sole e vento, non da gas e atomi.