LA NOTTE DI CAPODANNO È TRADIZIONALMENTE ACCOMPAGNATA DALLO SCOPPIO DI FUOCHI D’ARTIFICIO E BOTTI, UNA CONSUETUDINE AFFASCINANTE MA CONTROVERSA. UN’INDAGINE DELLA LAV, LEGA ANTI VIVISEZIONE, REALIZZATA CON DOXA, RIVELA CHE IL 94% DEGLI ITALIANI È CONTRARIO A QUESTA PRATICA. SEMPRE PIÙ CITTÀ, INFATTI, STANNO ADOTTANDO MISURE PER VIETARLI, SOLLECITATE DAI CRESCENTI APPELLI A TUTELA DELLA SICUREZZA, DEGLI ANIMALI E DELL’AMBIENTE. IN QUESTO CONTESTO SI INSERISCE LA CAMPAGNA #BASTABOTTI, PROMOSSA DALLA LAV, CHE SI PONE COME UNA VOCE FORTE E DETERMINATA NEL RICHIEDERE UN CAMBIO DI ROTTA. MA DA DOVE TRAE ORIGINE QUESTA USANZA E QUALI RISCHI NASCONDE DAVVERO?
Origini dei botti di Capodanno
La tradizione dei botti di Capodanno affonda le sue radici in tempi remoti e si lega a pratiche rituali, credenze popolari e simbolismi che variano tra culture e epoche storiche.
L’origine di questa usanza si colloca nella Cina antica, dove la scoperta della polvere da sparo, avvenuta intorno al IX secolo, nell’epoca imperiale, più precisamente durante la Dinastia Tang (618-907 d.C.), portò alla creazione di rudimentali fuochi d’artificio. Questi strumenti non erano inizialmente concepiti per scopi estetici, ma come mezzi per scacciare gli spiriti maligni, allontanare la sfortuna e garantire prosperità. Il fragore delle esplosioni e la luce improvvisa erano considerati armi efficaci contro le forze oscure, secondo la visione cosmica cinese che intrecciava elementi spirituali e naturali.
Da qui, l’uso dei fuochi pirotecnici si diffuse lentamente in altre parti del mondo, giungendo in Europa intorno al XIII secolo, probabilmente grazie ai commerci lungo la Via della Seta. Nel Vecchio Continente, i fuochi d’artificio assunsero una duplice valenza: da un lato, restavano simbolo di purificazione e buon auspicio, dall’altro divennero strumenti spettacolari di celebrazione, utilizzati per sottolineare momenti solenni, feste religiose e vittorie militari. Nel Rinascimento, l’Italia divenne uno dei principali centri per la produzione e l’arte pirotecnica, perfezionando la tecnica e portandola a un livello artistico unico.
Da rito di transizione a usanza problematica
Con il tempo, i botti di fine anno hanno consolidato la loro associazione al passaggio dal vecchio al nuovo, un rito di transizione carico di speranza per il futuro. Il rumore fragoroso e le scintille luminose evocavano l’idea di lasciarsi alle spalle l’anno trascorso, con le sue difficoltà e negatività, accogliendo con ottimismo quello che stava iniziando. La loro diffusione nelle celebrazioni di Capodanno si è radicata soprattutto nel XVIII e XIX secolo, quando l’urbanizzazione e il progresso tecnologico li hanno resi più accessibili.
Nonostante il fascino e la spettacolarità che li contraddistinguono, i botti e i fuochi d’artificio non sono esenti da critiche e problematiche. Già nei secoli passati si segnalavano incidenti legati al loro utilizzo, così come preoccupazioni legate al rischio di incendi. Oggi, oltre a essere causa di infortuni, l’usanza dei botti è oggetto di crescenti controversie per il loro impatto ambientale e il danno arrecato agli animali.
Un bollettino di guerra
Ogni anno, la notte di Capodanno lascia dietro di sé un bilancio drammatico che, al primo gennaio, somiglia a un bollettino di guerra. Durante i festeggiamenti per il Capodanno 2024, in Italia si sono contati 274 feriti, (un aumento del 52% rispetto al 2023).
Tra questi, ben 64 erano minorenni, alcuni dei quali hanno riportato lesioni gravi, come ustioni profonde e amputazioni. Purtroppo, non mancano i casi estremi, in cui l’uso sconsiderato di fuochi d’artificio illegali ha causato vittime.
Le ripercussioni, tuttavia, non colpiscono solo le persone. Gli animali, domestici e selvatici, sono tra i più vulnerabili.
Gli animali: le vittime invisibili dei festeggiamenti
Mentre per gli esseri umani i botti di Capodanno rappresentano un rischio legato alla sicurezza, per gli animali si trasformano in una vera e propria condanna. Secondo le stime della LAV, ogni anno migliaia di cani, gatti e uccelli selvatici perdono la vita a causa delle esplosioni. Il fragore improvviso e assordante dei fuochi d’artificio genera in loro uno stato di panico estremo, con conseguenze spesso letali.
Durante i festeggiamenti, il 45% dei cani e il 35% dei gatti manifestano sintomi di forte stress, che si traducono in comportamenti incontrollati, tremori, iperventilazione o tentativi disperati di fuga. Spesso, gli animali domestici, terrorizzati, scappano dalle loro abitazioni, finendo per perdersi o rimanendo vittime di incidenti, come essere investiti da automobili. Questo trauma non solo mette in pericolo la loro incolumità fisica, ma lascia cicatrici emotive che possono perdurare nel tempo, alimentando stati d’ansia cronici.
A confermarlo, uno studio dell’Università di Pisa, secondo cui il 90% dei cani mostra segni di disagio durante i festeggiamenti rumorosi. Per gli uccelli selvatici, la situazione è ancora più drammatica. Le esplosioni li costringono ad abbandonare i dormitori notturni in preda al terrore, spingendoli a voli disordinati e frenetici.
Questa reazione li espone a rischi enormi: molti si schiantano contro edifici, cavi elettrici o altre strutture, mentre altri muoiono di sfinimento per l’energia consumata nel tentativo di mettersi in salvo. Il buio e la mancanza di orientamento amplificano il pericolo, rendendo la fuga una trappola fatale. Ma i rischi si estendono anche all’ambiente.
L’impatto ambientale
Durante i festeggiamenti di Capodanno, vengono rilasciate nell’atmosfera tonnellate di polveri sottili e sostanze chimiche tossiche, tra cui nitrati, perclorati e metalli pesanti come piombo, rame e bario. Questi elementi non solo peggiorano la qualità dell’aria, ma contribuiscono al fenomeno dell’inquinamento atmosferico in modo significativo e immediato.
Un caso emblematico si è verificato nel 2023, quando in molte città italiane i livelli di PM10 (particolato fine) hanno superato la soglia di sicurezza già poche ore dopo la mezzanotte. Questi picchi, generati dalle esplosioni pirotecniche, rappresentano un grave rischio per la salute umana. Aggravano infatti patologie respiratorie e cardiovascolari, specialmente nei soggetti più vulnerabili come bambini, anziani e persone con malattie croniche.
L’impatto, però, non si ferma all’aria. I fuochi d’artificio contribuiscono anche all’inquinamento del suolo e delle acque. I residui dei petardi non esplosi e i frammenti di materiali pirotecnici si accumulano al suolo, contaminando l’ambiente con sostanze difficilmente biodegradabili. Questi detriti, trasportati dalle piogge, finiscono spesso nei corsi d’acqua, compromettendo gli ecosistemi fluviali e marini. Metalli pesanti e altri composti chimici, una volta rilasciati, possono entrare nella catena alimentare, con effetti dannosi sulla fauna e, indirettamente, sull’uomo.
Il paradosso legislativo in Italia: una regolamentazione frammentata e inefficace
Nonostante i rischi ben documentati legati ai botti di Capodanno, la normativa italiana rimane insufficiente, caratterizzata da una frammentarietà che ne compromette l’efficacia. Alcuni comuni, in particolare le grandi città, emettono ordinanze temporanee per vietarne l’uso, cercando di limitare i danni alla sicurezza pubblica, agli animali e all’ambiente.
Tuttavia, in assenza di una legge nazionale chiara e uniforme, l’applicazione di tali divieti risulta disomogenea. In molti casi, le ordinanze rimangono lettera morta, poiché i controlli sul territorio sono sporadici e le sanzioni spesso insufficienti per scoraggiare comportamenti scorretti.
Una legislazione inadeguata a proteggere ambiente e animali
L’attuale normativa che regola la vendita e l’utilizzo degli articoli pirotecnici si concentra prevalentemente sulla sicurezza umana, trascurando aspetti fondamentali come l’impatto ambientale e la tutela della fauna.
Non vengono affrontate in modo efficace le problematiche legate all’inquinamento atmosferico, acustico e del suolo, né le gravi conseguenze che i botti hanno sugli animali, sia domestici sia selvatici. Questo vuoto normativo lascia spazio a pratiche dannose che potrebbero essere facilmente mitigate attraverso un intervento legislativo più deciso e coerente.
La campagna #BastaBotti: un appello per il cambiamento
In questo contesto, la campagna #BastaBotti promossa dalla LAV si pone come una voce forte e determinata a richiedere un cambio di rotta.
La petizione, che ha raccolto oltre 66mila firme, rappresenta un segnale chiaro della volontà dei cittadini di superare questa tradizione dannosa. L’associazione chiede l’introduzione di una normativa nazionale che vieti in modo definitivo i botti e i fuochi d’artificio dannosi, promuovendo alternative sostenibili e rispettose dell’ambiente e degli animali.
Alessandra Ferrari, responsabile LAV per l’area Animali Familiari spiega che: «Ogni anno, la questione dei botti torna in auge dopo gli incidenti di Capodanno, ma i dibattiti si spengono rapidamente. È ora di agire e proporre alternative sostenibili per tutti».
Alternative possibili: come festeggiare in modo sicuro e responsabile
Le alternative esistono e sono già adottate in molte parti del mondo. In diverse città europee, come Amsterdam e Berlino, i fuochi d’artificio tradizionali sono stati sostituiti da spettacoli di luci laser e proiezioni artistiche, che offrono un’esperienza visiva emozionante senza causare danni. Anche in Italia, alcune amministrazioni locali hanno iniziato a promuovere iniziative simili, raccogliendo consenso e partecipazione.
Il cambiamento, però, non può avvenire senza una combinazione di interventi legislativi e sensibilizzazione culturale. Educare i cittadini, soprattutto i più giovani, sui danni provocati dai botti è fondamentale per garantire un futuro più sicuro per tutti.
La campagna della LAV non è solo una protesta, ma una proposta concreta per un nuovo modo di festeggiare, che tuteli le persone, gli animali e l’ambiente. Come sottolinea Alessandra Ferrari: «Non possiamo sacrificare la sicurezza e la salute per qualche minuto di spettacolo. Il Capodanno deve essere un momento di gioia per tutti, non di tragedia».