lunedì, Maggio 19, 2025

Un caso clinico significativo dalla Terra dei Fuochi

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UNA GIOVANE PAZIENTE PROVENIENTE DALLA TERRA DEI FUOCHI SI È TRASFERITA IN CALABRIA PER ESSERE CURATA. GLI ESAMI CONDOTTI DALL’EQUIPE DELL’ONCOLOGO PASQUALE MONTILLA HANNO RILEVATO ALTE CONCENTRAZIONI DI METALLI PESANTI E ALTRE SOSTANZE CHIMICHE TOSSICHE NEI TESSUTI POLMONARI E PLEURICI DELLA PAZIENTE

Conseguenze disastrose per la salute nella Terra dei Fuochi

La Terra dei Fuochi è una vasta area campana, tra Napoli e Caserta, nota purtroppo per il grave inquinamento ambientale causato dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Il nome deriva dai frequenti roghi utilizzati per bruciare tali rifiuti, che producono fumi visibili anche da lontano. La problematica è venuta alla luce nei primi anni 2000 grazie a inchieste giornalistiche che hanno rivelato l’entità del disastro in corso.

Da quel momento, la Terra dei Fuochi è diventata simbolo di devastazione ambientale e delle attività illegali legate alla criminalità organizzata e alla corruzione politica ed economica. In quest’area, infatti, migliaia di discariche abusive vengono usate per smaltire illegalmente rifiuti industriali pericolosi e rifiuti urbani, violando le normative ambientali.

I roghi rilasciano nell’aria sostanze tossiche come diossine e particelle di metalli pesanti. Questi contaminano il suolo e le falde acquifere, causando gravi rischi per la salute della gente del posto.

Le conseguenze di questo disastro ambientale per la salute delle persone sono state documentate da vari studi epidemiologici. Questi hanno evidenziato un incremento significativo di malattie tra gli abitanti della zona.

La prolungata esposizione a inquinanti chimici e radioattivi provoca gravi patologie. Come tumori al seno e ai polmoni, leucemie, malformazioni congenite e malattie respiratorie croniche come l’asma.

Un caso clinico significativo

In questo scenario di emergenza ambientale e sanitaria, un caso clinico significativo riguarda una giovane donna della Terra dei Fuochi. La donna per curare la sua patologia è dovuta andare in Calabria.

Qui, la paziente che soffriva di una “pleurite essudativa criptogenica resistente”, un’infiammazione della pleura, la membrana che riveste i polmoni, è stata seguita dal dottor Pasquale Montilla, oncologo e consulente specialista dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA).

Gli esami condotti in tempi brevissimi hanno rilevato alte concentrazioni di metalli pesanti e altre sostanze chimiche tossiche nei tessuti polmonari e pleurici della paziente. Sono state trovate, in particolare, concentrazioni elevate di zinco, tallio, alluminio, arsenico, rame, cromo, ferro, manganese, cadmio, stagno, tungsteno, piombo, titanio e litio.

Diagnosi molecolari precise e tempestive

Questi contaminanti classificati come “sostanze chimiche inorganiche ad alto peso molecolare”- ha spiegato il dott. Montilla -, alterano gravemente il biochimismo umano, poiché le loro configurazioni elettroniche sono incompatibili con i processi biologici naturali.

Queste sostanze tossiche non erano state considerate nelle precedenti valutazioni diagnostiche, impedendo così una diagnosi molecolare precisa e tempestiva, afferma l’oncologo.

Questo caso clinico dimostra come l’esposizione prolungata a contaminanti ambientali di origine antropica possa causare malattie che inizialmente sembrano idiopatiche, ossia senza una causa specifica apparente. In realtà, invece, sono chiaramente legate all’ambiente.

I contaminanti chimici e radiochimici interagiscono continuamente con il biochimismo umano, rappresentando un grave rischio per la salute, spiega Montilla.

Le patologie causate da questi “esposomi amplificati”, cioè dall’insieme delle esposizioni ambientali cui una persona è stata sottoposta nel corso della vita, comprese sostanze chimiche tossiche, inquinanti e altri agenti ambientali, derivano da danni tossici causati da un effetto sinergico devastante.

Questo implica che l’interazione tra questi fattori ambientali amplificati provoca danni alla salute notevolmente più gravi rispetto alla somma dei singoli effetti di ciascun contaminante.

L’inquinamento ambientale fattore determinante

Il caso clinico dimostra come l’inquinamento ambientale possa gravemente danneggiare la salute respiratoria, causando malattie infiammatorie e, talvolta, oncologiche.

Interventi diagnostici e terapeutici tempestivi, che mirano a identificare e neutralizzare i processi ossidativi causati da agenti chimici tossici, possono aiutare a ridurre il peso delle malattie nelle popolazioni esposte.

È essenziale continuare a studiare e monitorare l’impatto dell’inquinamento sulla salute. Soprattutto nelle aree più colpite, per sviluppare strategie di prevenzione e intervento sempre più efficaci.

«Si conferma pertanto che agenti chimici tossici in ancoraggio fenotipico nei tessuti polmonari e pleurici determinano attivazione di processi infiammatori a futuro rischi di processi neoplastici», dichiara il dottor Montilla.

Grazie al supporto dell’ONA, continua il consulente, la ricerca ha potuto stabilire «un importante collegamento fra un approccio descrittivo e clinico della malattia a quello meccanicistico della causa».

Il caso clinico in questione, con una chiara patogenesi ambientale, è stato inserito nel database dell’ONA.

Bonanni: bonificare, bonificare, bonificare!

«L’Osservatorio Nazionale Amianto, attraverso il “Dipartimento per la tutela, la prevenzione e la cura del mesotelioma”, prosegue il suo impegno per assistere i pazienti che hanno ricevuto questa diagnosi e per coloro che presentano sintomi correlati, indipendentemente dal quadro clinico – afferma l’avv. Ezio Bonanni -. In alcuni casi, fortunatamente, le condizioni infiammatorie non evolvono in forme cancerogene come il mesotelioma della pleura, il tumore del polmone o altre malattie asbesto correlate. 

Naturalmente – conclude il presidente ONA – i progressi in campo medico non fanno venir meno la necessità di bonificare, bonificare, bonificare, per evitare ora e in futuro altre esposizioni all’amianto altri cancerogeni e quindi il danno potenziale della trasformazione del rischio in un vero e proprio trauma costituito dalla malattia. Se questa, come in molti casi, purtroppo, non conduce alla morte».

Numero verde ONA

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