Per inquinamento atmosferico o inquinamento da smog si intende l’immissione nell’aria di sostanze chimiche e gassose che modificano la struttura e la composizione naturale dell’atmosfera terrestre. A produrre queste modifiche le cause sono sostanzialmente due:
naturali;
generate dall’attività dell’uomo.
In caso di eruzioni vulcaniche, per esempio, abbiamo l’immissione nell’aria di tantissime sostanze inquinanti, anche se la causa è naturale.
Purtroppo però l’impatto più preoccupante sulla qualità dell’aria è dato dall’attività umana. L’uso delle automobili, il riscaldamento domestico e le attività industriali sono le principali cause dell’inquinamento atmosferico e di smog.
Inquinamento atmosferico in Italia
Il quadro dell’inquinamento atmosferico in Italia è definito preoccupante da Legambiente che indica l’urgenza a livello nazionale di pianificare misure strutturali capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti. La sfida da vincere è fare della mobilità sostenibile il motore del cambiamento: per Legambiente “occorre realizzare in primis un Piano Nazionale contro l’inquinamento con misure strutturali ed economiche di ampio respiro e redigere PUMS ambiziosi ripensando l’uso di strade, piazze e spazi pubblici delle città, creando ampie ‘zone 30’ e prevedendo nuovi spazi verdi nei centri urbani”. Per Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, “a quasi nulla sono serviti i piani anti smog in nord Italia scattati il primo ottobre 2018 con il blocco, parziale, della circolazione per i mezzi più inquinanti. Eppure per uscire da questa emergenza gli strumenti ci sarebbero: ogni città dovrebbe adottare i PUMS (Piani Urbani di Mobilità Sostenibile)”.
Ma non solo: tra gli interventi da prendere in considerazione, vi è anche l’introduzione di target di mobilità vincolanti in tutte le città italiane. “Sul modello di quanto già avvenuto con la raccolta differenziata – spiegano gli esperti di Legambiente – l’idea è fissare a livello nazionale obiettivi vincolanti di ripartizione modale degli spostamenti validi nei Comuni con più di 50.000 abitanti. Come fatto in Inghilterra, bisogna realizzare zone centrali a pedaggio (come Area C a Milano) e più vaste zone a emissioni limitate (Low Emission Zone), con pedaggi piuttosto elevati di ingresso per i veicoli più inquinanti; inoltre occorre implementare una differente politica tariffaria sulla sosta. Infine il Governo deve riprendere il lavoro di consultazione delle parti sociali e varare un vera e propria Roadmap mobilità sostenibile al 2030 e 2050 con l’obiettivo della completa decarbonizzazione (emissioni zero) del settore”.
In Europa la scarsa qualità ambientale contribuisce al 13 % dei decessi, secondo un’importante valutazione sulla salute e sull’ambiente pubblicata oggi dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA).
«Esiste un chiaro legame tra lo stato dell’ambiente e la salute della nostra popolazione. Tutti devono capire che se ci prendiamo cura del nostro pianeta non salviamo solo gli ecosistemi, ma anche la vita delle persone, in particolare di chi è più vulnerabile. L’Unione europea è impegnata a seguire questo approccio e, grazie alla nuova strategia sulla biodiversità, al piano d’azione per l’economia circolare e ad altre nuove iniziative, siamo in cammino per costruire un’Europa più resiliente e più sana per i suoi cittadini e non solo», ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca.
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