UNA SORPRENDENTE OSSERVAZIONE È STATA FATTA DAL PERSONALE DELL’ARPA LAZIO DURANTE LE ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO DEI CORPI IDRICI: SONO STATE RISCONTRATE MICROPLASTICHE NELL’ASTUCCIO LARVALE DI ALCUNI TRICOTTERI, UN ORDINE APPARTENENTE ALLA CLASSE DEGLI INSETTI
La plastica ha ormai invaso il pianeta e sempre più frequentemente si riscontra anche nel corpo degli animali. Nel corso delle attività di monitoraggio condotte sul fiume Gari, i tecnici della sede operativa di Frosinone dell’ARPA Lazio hanno fatto una scoperta poco entusiasmante.
Hanno trovato, nell’astuccio larvale di alcuni esemplari di Tricotteri, un ordine appartenente alla classe degli insetti, diversi frammenti di materiale plastico.
Questi erano inglobati al posto dei consueti materiali minerali o organici generalmente utilizzati per la costruzione dell’involucro protettivo. Le microplastiche – presenti quasi in tutti gli ambienti, soprattutto acquatici – sono contaminanti che derivano principalmente dalla degradazione di rifiuti plastici.
Questi, disgregandosi in particelle molto piccole, si diffondono largamente e persistono nell’ambiente. Rappresentano un fattore di elevata criticità, che sta suscitando crescente attenzione e rilevanza nell’ambito delle politiche di tutela dell’ambiente acquatico.
La scoperta di ARPA Lazio nel fiume Gari
L’ARPA Lazio effettua il monitoraggio dei corpi idrici fluviali presenti nel territorio. Per ciascun corpo idrico determina lo stato di qualità sulla scorta di parametri e indicatori biologici, chimico-fisici, chimici e idromorfologici.
Tra i diversi elementi di qualità biologica considerati, vengono monitorati i Macroinvertebrati bentonici. Sono organismi animali invertebrati di pochi centimetri di dimensioni, principalmente insetti, molluschi, crostacei, oligocheti, irudinei e tricladi.
Questi vivono tutto il loro ciclo vitale, o parte di esso, sul fondo dell’alveo del corso d’acqua. Sono generalmente dotati di un astuccio (o fodero) che le larve costruiscono a protezione dell’addome. Utilizzano di solito frammenti di materiale vegetale o minerale attaccati tra loro mediante una sostanza organica prodotta dalla stessa larva.
L’osservazione ha confermato la presenza di microplastiche in alcuni organismi animali
L’osservazione allo stereomicroscopio degli organismi prelevati in campo ha permesso di constatare con chiarezza la natura plastica di tali frammenti che sono riconducibili alle microplastiche. Nel caso specifico, le microplastiche rilevate sono state quantificate in uno o due elementi per astuccio.
Il riconoscimento tassonomico condotto su tutti gli esemplari che presentavano le microplastiche inglobate nell’astuccio, ha consentito di identificare le famiglie dei “Limnephilidae” e dei “Sericostomatidae”.
Allo stato attuale delle conoscenze, l’osservazione e la descrizione di tale fenomeno in ambiente naturale potrebbe contribuire alla definizione di metodologie operative. Ciò a supporto delle valutazioni quali-quantitative per l’inquadramento della problematica delle microplastiche negli ecosistemi di acque interne.
L’ARPA Lazio ha, quindi, previsto ulteriori attività di monitoraggio che potranno servire a valutare l’entità della problematica sui corpi idrici del Lazio.