giovedì, Novembre 27, 2025

Economia sostenibile: l’olivicoltura italiana nel Mediterraneo

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UNAPOL, L’UNIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI PRODUTTORI OLIVICOLI ITALIANI, HA CHIAMATO A RACCOLTA ESPERTI, ISTITUZIONI E OPERATORI DEL SETTORE PER DISCUTERE DEL FUTURO DELL’OLIVICOLTURA, UN COMPARTO DA TUTELARE E VALORIZZARE

La Campania in prima linea per lo sviluppo dell’olivicoltura italiana nel Mediterraneo. Questo il tema del convegno nazionale che si è svolto il 19 dicembre scorso presso il Castello di Rocca Cilento, Lustra (SA).

Organizzato da Unapol – Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli Italiani, l’incontro è stato patrocinato dalla Regione Campania e fortemente voluto dal presidente Unapol Tommaso Loiodice.

Dal titolo “L’olivicoltura Italiana nel Mediterraneo, una economia rurale per la sostenibilità ambientale”, il convegno ha vistola presenza di esperti e operatori agricoli. Questi hanno dialogato con i rappresentanti delle istituzioni sui temi in agenda, tra cui la variegata realtà dell’olivicoltura italiana e la sua importanza in termini di import ed export.

Olivicoltura italiana, un comparto redditizio

Il settore olivicolo italiano è economicamente strategico per la sua importanza in termini di import ed export. Rappresenta, inoltre, un patrimonio di agro-biodiversità tra i più ricchi al mondo.

«Vantiamo una forte caratterizzazione territoriale che si esprime in oltre 500 monocultivar», ha detto il presidente Unapol Tommaso Loiodice, «una fotografia che ci mostra quanto sia variegata la realtà dell’olivicoltura nel nostro Paese. E il patrimonio olivicolo-oleario, non dimentichiamolo, contempla storia, cultura, tradizioni, tutela dell’ambiente. Argomenti sui quali discutere, in presenza di esperti e istituzioni, affinché il nostro primato di maggiori consumatori d’olio extra vergine di oliva possa fare da esempio anche ad altri Paesi».

Dai numeri mostrati durante il convegno, l’Italia risulta prima al mondo per le importazioni e seconda per le esportazioni di olio extra vergine di oliva.

Olio d’oliva, dieta mediterranea e sostenibilità

Dal convegno è emerso che gli italiani sono cultori della Dieta Mediterranea, un bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità dall’UNESCO. Quest’ultimo l’ha definita come “un patrimonio culturale immateriale millenario, vivo e in continua evoluzione, condiviso da tutti i paesi del Mediterraneo, che incorpora saperi, sapori, ricette, prodotti alimentari, coltivazioni e spazi sociali legati al territorio”.

Altro tema su cui si è discusso è stato quello della sostenibilità ambientale. Un problema che può diventare un’opportunità di sviluppo sostenibile per i processi di trasformazione da parte dei produttori olivicoli. Ma anche per il turismo e la gastronomia italiana nel suo insieme.

Le conclusioni di Loiodice

Il presidente Loiodice ha così concluso il suo intervento: «La Green Economy, se da un lato rappresenta una sfida per i nostri produttori, dall’altro ci consente di immaginare un futuro ricco di opportunità per le nuove generazioni». «Sarà la giusta occasione per immaginare nuovi scenari e offrire visioni che partono dall’olio extra vergine di oliva, un prodotto che esprime una serie di valori che vanno oltre il concetto del buon cibo, come l’attenzione al sociale, agli ultimi, al territorio e alla sostenibilità».     

Numero verde ONA

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