domenica, Ottobre 26, 2025

“Qualità della vita 2024”. Un’analisi dettagliata delle province italiane

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OGNI ANNO, L’INDAGINE SULLA “QUALITÀ DELLA VITA” REALIZZATA DAL SOLE 24 ORE RAPPRESENTA UN’ANALISI DETTAGLIATA DELLE PROVINCE ITALIANE, INDIVIDUANDO QUELLE CHE SI DISTINGUONO PER BENESSERE, EFFICIENZA DEI SERVIZI, DINAMISMO ECONOMICO E SOCIALE. A GUIDARE LA CLASSIFICA PER IL 2024 È BERGAMO. A SEGUIRE, CITTÀ COME TRENTO, BOLOGNA E BOLZANO CONFERMANO L’IMPORTANZA DI UN EQUILIBRIO VIRTUOSO TRA CRESCITA ECONOMICA, SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, SICUREZZA E BENESSERE SOCIALE

La “Qualità della Vita 2024”,  una mappa del benessere italiano

La classifica annuale sulla Qualità della Vita, pubblicata dal Sole 24 Ore, rappresenta un’analisi scientifica e approfondita del benessere nelle province italiane.

Tuttavia, non si deve considerare questo studio solo come un esercizio statistico ma come un atto di democrazia. Serve, infatti – analizza il quotidiano di confindustria – a esprimere priorità personali e collettive per affrontare i rapidi cambiamenti economici, sociali ed ecologici. Gli studi sulla qualità della vita offrono consapevolezza e aiutano i cittadini a partecipare attivamente alla società.

Grazie all’adozione di 90 indicatori certificati, suddivisi in sei grandi macrocategorie, questa indagine non si limita a fotografare la situazione economica del Paese, ma indaga aspetti fondamentali che compongono la quotidianità dei cittadini: dai servizi all’ambiente, dalla cultura alla sicurezza.

Il 2024 vede trionfare Bergamo (nella foto di copertina la Piazza Vecchia), che si aggiudica il primo posto nella classifica generale, ma accanto a essa emergono anche città come Trento, Bolzano e Bologna, ciascuna con caratteristiche uniche e virtuose.

Dietro questo primato non c’è solo la ricchezza economica, ma la capacità delle città di rispondere alle esigenze dei cittadini, migliorando infrastrutture, promuovendo la sostenibilità e valorizzando la dimensione culturale e sociale.

I criteri di valutazione: come si misura la qualità della vita

L’indagine, elaborata per la prima volta nel 1990 e ampliata nel 2019 con un incremento da 42 a 90 indicatori, si basa su dati forniti da istituzioni ufficiali come Istat, Banca d’Italia, ministeri e istituti di ricerca accreditati.

Ogni indicatore è inserito in una delle sei macrocategorie tematiche, che rappresentano le dimensioni fondamentali della vita sociale ed economica di un territorio.

Queste categorie sono: ricchezza e consumi, che misura la capacità economica e il tenore di vita delle famiglie; affari e lavoro, che valuta la dinamicità economica, l’occupazione e l’imprenditorialità.

E ancora: ambiente e servizi, che analizza la qualità dell’ambiente urbano e l’efficienza dei servizi pubblici; demografia, società e salute, che esplora il benessere della popolazione attraverso parametri come natalità, aspettativa di vita ed efficienza sanitaria; giustizia e sicurezza, che misura il livello di sicurezza e la capacità di risposta del sistema giudiziario.

Infine, la categoria cultura e tempo libero, valorizza l’offerta culturale, turistica e ricreativa come elemento essenziale per la qualità della vita e la crescita sociale. La sezione dedicata a ricchezza e consumi misura la capacità economica delle province, considerando parametri quali il reddito pro capite, i consumi medi delle famiglie e l’accessibilità ai beni e servizi.

Questo valore economico, però, non viene analizzato come un elemento isolato, ma è contestualizzato all’interno di un sistema complesso che riflette l’equilibrio tra prosperità finanziaria e benessere collettivo.

La macroarea affari e lavoro fornisce un quadro della vitalità economica e imprenditoriale dei territori, valutando l’andamento del mercato del lavoro, l’innovazione tecnologica e l’efficienza del tessuto produttivo. Indicatori come il tasso di occupazione, la crescita delle imprese e il reddito medio pro-capite diventano testimonianza tangibile della salute economica delle province.

Ambente, servizi e oltre…

Di grande importanza, soprattutto nel contesto attuale, è la categoria ambiente e servizi, che riflette l’attenzione alla sostenibilità e alla qualità della vita urbana. Vengono analizzati aspetti come l’efficienza energetica, la disponibilità di spazi verdi, la qualità dell’aria e la capacità delle amministrazioni locali di fornire servizi funzionali ed efficaci, che spaziano dalla mobilità sostenibile alla gestione virtuosa dei rifiuti.

La dimensione demografia, società e salute mette in luce temi centrali legati al benessere della popolazione, indagando fattori come l’indice di natalità, l’aspettativa di vita e l’efficienza del sistema sanitario. Questa sezione, forse più di altre, evidenzia il rapporto profondo tra servizi pubblici e qualità percepita dai cittadini, mostrando come il benessere collettivo derivi da un equilibrio armonico tra cura della persona e organizzazione dei servizi sociali.

La sicurezza, elemento imprescindibile per la qualità della vita, è analizzata nella macroarea giustizia e sicurezza. Qui si prendono in considerazione non solo il numero di reati denunciati e la loro tipologia, ma anche l’efficienza del sistema giudiziario e il livello di percezione della sicurezza da parte delle comunità. L’obiettivo è individuare non solo l’efficacia delle risposte istituzionali, ma anche il senso di tranquillità che caratterizza i territori.

Cultura e tempo libero

Infine, la sezione dedicata a cultura e tempo libero valorizza le province capaci di offrire un patrimonio culturale, turistico e ricreativo di rilievo. Musei, teatri, eventi culturali, manifestazioni sportive e spazi dedicati al tempo libero non sono solo espressioni di identità territoriale, ma veri e propri motori di crescita sociale e intellettuale, contribuendo a costruire comunità dinamiche e culturalmente vivaci.

Ogni provincia ottiene un punteggio compreso tra 0 e mille punti per ciascuno dei 90 indicatori: la provincia con il miglior risultato riceve il punteggio massimo di mille punti, mentre quella con il risultato peggiore ottiene 0. Il punteggio complessivo è determinato dalla media aritmetica delle sei categorie, così da offrire una valutazione equilibrata e rappresentativa della qualità della vita. Questo metodo rigoroso e strutturato permette non solo di stilare una classifica annuale, ma di offrire uno strumento di riflessione utile per comprendere le dinamiche territoriali e le sfide da affrontare per migliorare il benessere collettivo. Ma passiamo alle provincie “virtuose”.

Le gemme nascoste d’Italia. Bergamo: la provincia migliore del 2024

Il primo posto di Bergamo nella classifica 2024 è il risultato di un perfetto equilibrio tra i parametri economici, sociali e culturali. La città lombarda, che nel 2023 è stata proclamata insieme con Brescia Capitale Italiana della Cultura, rappresenta un modello virtuoso di resilienza e innovazione. Dopo essere stata duramente colpita dalla pandemia, ha saputo rinascere attraverso investimenti strategici nella cultura, nei servizi e nell’ambiente urbano.

La città eccelle in affari e lavoro, registrando uno dei tassi di occupazione più alti d’Italia, grazie a un tessuto economico vivace fatto di piccole e medie imprese, molte delle quali orientate all’export e all’innovazione tecnologica. Non da meno, Bergamo spicca per ambiente e servizi, con interventi significativi sulla mobilità sostenibile e sulla valorizzazione del verde urbano.

La scelta di renderla Capitale della Cultura nel 2023 ha inoltre consolidato il suo ruolo come centro culturale di riferimento. Eventi, mostre e spettacoli hanno animato la città, valorizzando il patrimonio artistico della Città Alta, le sue Mura Venete, riconosciute dall’UNESCO e i musei come l’Accademia Carrara. La cultura, qui, diventa motore di sviluppo economico e sociale.

Le altre città protagoniste: Trento, Bolzano e Bologna

Se Bergamo si aggiudica il primo posto, altre province italiane brillano per indicatori altrettanto significativi. Trento, che figura stabilmente tra le migliori province italiane, rappresenta un modello virtuoso nel campo della sostenibilità ambientale e dei servizi pubblici. Il capoluogo trentino eccelle nell’offerta educativa, con un sistema scolastico all’avanguardia, e nella qualità della sanità, garantendo ai suoi abitanti un elevato livello di benessere sociale. L’attenzione al verde urbano, alla mobilità ecologica e alla vivibilità degli spazi pubblici, fanno di Trento una delle città italiane più a misura d’uomo.

Bolzano, altro pilastro del Nord Italia, si distingue per un’elevata qualità della vita legata al benessere economico e al rispetto dell’ambiente. La provincia altoatesina è un esempio emblematico di equilibrio tra modernità e tradizione, dove l’industria, il turismo e l’agricoltura convivono armoniosamente. La città è sinonimo di servizi efficienti, di sicurezza e di una gestione virtuosa delle risorse naturali, grazie anche al costante impegno verso politiche ambientali innovative.

Infine, Bologna, capoluogo emiliano, è una città che brilla per la sua capacità di offrire opportunità economiche e culturali di primissimo livello. Il dinamismo della città è visibile nel settore del lavoro e dell’innovazione tecnologica, mentre l’antica tradizione universitaria continua a renderla uno dei centri culturali più vivaci d’Italia.

Un’Italia a più velocità: Nord, Sud e le sfide del futuro

Se le province settentrionali si confermano ai vertici della classifica, alcune aree del Centro-Sud continuano a faticare, registrando risultati meno positivi soprattutto nei parametri legati all’economia, alla sicurezza e alla qualità dei servizi. La disparità territoriale resta una delle grandi sfide del nostro Paese, che necessita di politiche mirate per colmare il divario tra nord e sud. Tuttavia, segnali di miglioramento non mancano: città come Bari, Cagliari e Napoli stanno avviando percorsi di crescita basati su turismo, innovazione e rigenerazione urbana, dimostrando che il cambiamento è possibile. Ma passiamo alla lista “nera”.

Le grandi città in difficoltà: divari sociali e stagnazione economica

Le province del Mezzogiorno si concentrano, come accade da anni, nelle ultime posizioni della graduatoria, con Reggio Calabria che conquista la maglia nera come fanalino di coda. A partire dalla posizione 83, la classifica diventa quasi un’esclusiva del Sud.

Città metropolitane come Catania (83ª), Messina (91ª), Palermo (100ª) e Napoli (106ª) si alternano a territori meno urbanizzati come il Sud Sardegna (93ª), Enna (97ª) e Cosenza (102ª). Anche nel Nord si registrano note negative: tra le province liguri, Imperia e Savona si collocano rispettivamente al 79° e al 69° posto, mostrando segnali di difficoltà rispetto alle aree più dinamiche. L’indagine del Sole 24 Ore del 2024 evidenzia anche la frenata delle grandi città e delle aree metropolitane, che scivolano nella classifica a causa di una combinazione di fattori: il rallentamento del Pil pro capite, l’aumento del costo della vita e il peso crescente dei canoni di locazione, che gravano sui redditi medi.

Ovviamente, la classifica del Sole 24 Ore ci ricorda che la qualità della vita non è un traguardo statico, ma un obiettivo in continua evoluzione, che richiede visione, investimenti e capacità di adattamento.

Fonte

Il Sole 24 Ore – Qualità della vita 2024: la classifica delle province italiane dove si vive meglio.

Numero verde ONA

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