LA PUGLIA SI CONFERMA SENTINELLA DEL MARE: CRESCE LA NIDIFICAZIONE DELLE TARTARUGHE, I CETACEI CONVIVONO CON L’EOLICO OFFSHORE E LE ACQUE RESTANO PULITE. UN BILANCIO POSITIVO PER AMBIENTE E BIODIVERSITÀ, RACCONTATO DA GOLETTA VERDE LUNGO LE COSTE PUGLIESI, TRA IMPEGNO SCIENTIFICO, TUTELA E SOSTENIBILITÀ
La Puglia diventa sempre più amica delle tartarughe marine
Le spiagge pugliesi si confermano rifugio sicuro per le tartarughe Caretta caretta. A dirlo è Goletta Verde di Legambiente. Dal 1° giugno all’8 luglio, sono stati individuati trentotto nidi di tartaruga marina sulle coste pugliesi. Trentatré si trovano in provincia di Lecce, cinque in quella di Taranto. Numeri in crescita che dimostrano come la Puglia sia sempre più importante per la specie.
Chi protegge le tartarughe
La sorveglianza dei nidi è affidata a volontari e associazioni. In prima linea ci sono il Museo di Scienze Naturali del Salento e i Tartawatchers di Legambiente. Questi gruppi monitorano le spiagge giorno e notte per proteggere i nidi. L’aumento delle temperature e la crisi climatica stanno modificando le rotte delle tartarughe marine. Sempre più spesso scelgono le spiagge del Mediterraneo, soprattutto quelle pugliesi, per deporre le uova.
Crescono i Comuni “amici delle tartarughe”
Sono sedici i Comuni pugliesi che hanno aderito al progetto Life Turtlenest, coordinato da Legambiente. Hanno firmato un protocollo per tutelare le tartarughe e l’ambiente costiero.
Nel resto d’Italia, i Comuni aderenti sono già oltre centodiciotto. I Comuni impegnati adottano misure concrete per la tutela. Tra queste ci sono la pulizia manuale delle spiagge e la riduzione dell’inquinamento luminoso e acustico. L’obiettivo è garantire un ambiente sicuro per la nidificazione.
Il Centro Tartarughe Marine di Manfredonia è un’eccellenza del territorio Nel 2025 ha già curato e liberato ventisei tartarughe in difficoltà. Un presidio fondamentale per la salvaguardia della fauna marina.
La richiesta di Legambiente: rafforzare la Rete Natura 2000
Per Legambiente serve un impegno maggiore nella protezione della biodiversità. Bisogna aggiornare i formulari dei siti Natura 2000, dove spesso la Caretta caretta non è ancora riconosciuta come specie nidificante. Occorre anche ampliare le aree protette e istituirne di nuove.
«La Puglia con i suoi Comuni Amici delle tartarughe, i progetti di tutela e conservazione, ma anche campagne di sensibilizzazione e informazione sta dando un importante esempio anche a livello nazionale», ha dichiarato Laura Brambilla, portavoce di Goletta Verde di Legambiente.
Cetacei nel Golfo di Taranto: lo studio sull’eolico offshore
Tra il 2018 e il 2024, sono stati registrati oltre 1200 avvistamenti di cetacei nel Golfo di Taranto. Ben 641 dopo l’attivazione del parco eolico offshore di Taranto, l’unico nel Mediterraneo. Lo rivela uno studio della Jonian Dolphin Conservation, commissionato da Renexia.
L’eolico offshore non disturba i cetacei
Lo studio confronta i dati pre e post impianto (2018–2021 e 2022–2024). Nel 2020 non sono stati considerati i dati a causa della pandemia. La Stenella striata è la specie più avvistata, seguita da grampo e tursiope. Nel 2023 e 2024 sono stati avvistati anche esemplari di Ziphius cavirostris, rari nel Mare Mediterraneo. Le stenelle si sono avvicinate di più all’impianto eolico. Grampo e tursiope invece mantengono le stesse distanze dagli aerogeneratori.
Il ruolo dell’eolico offshore in termini di protezione della biodiversità
Tra gli ultimi studi, “Hermans et al. – Elasmobranchs in offshore wind farms (2025)”, portato avanti in Olanda, ha dimostrato la presenza di razza chiodata (Raja clavata) tutto l’anno in tre dei siti analizzati, mentre lo squalo elefante (Cetorhinus maximus) è stato rilevato durante l’inverno.
«Una delle maggiori critiche che viene mossa alla realizzazione di impianti di eolico offshore – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è l’impatto che potrebbero avere su fauna marina e biodiversità. I risultati condotti sull’unico impianto a mare presente in Italia confermano quanto già emerso da altri studi europei sul ruolo che l’eolico offshore può avere in termini di protezione della biodiversità».
Qualità delle acque: solo un punto oltre i limiti
Goletta Verde ha analizzato ventinove punti lungo le coste pugliesi il 16 e 23 giugno. Ventotto punti sono risultati entro i limiti di legge. Solo un punto è stato classificato come inquinato: la spiaggia di Lama Monachile a Polignano a Mare.
«Da un anno e mezzo il nostro Circolo di Polignano a Mare in collaborazione con l’amministrazione ha monitorato il punto a Lama Monachile in seguito a segnalazioni di cittadine e cittadini – ha affermato Daniela Salzedo, presidente Legambiente Puglia -. Successivamente al campionamento effettuato nell’ambito della campagna Goletta Verde, abbiamo prelevato di nuovo un campione nello stesso punto nell’ambito del monitoraggio continuo che viene condotto e i risultati di questa ulteriore analisi sono pienamente entro i limiti di legge. Come già avvenuto per altri tratti della costa pugliese, continueremo a monitorare la situazione sia durante la stagione estiva sia nei mesi successivi. La stessa attenzione sarà rivolta anche ad altre criticità che abbiamo riscontrato lungo la costa con i nostri volontari e volontarie e che ci sono state segnalate dalla cittadinanza».

