venerdì, Novembre 7, 2025

High North 2025: l’Italia sfida l’Artico tra ghiacci e scienza

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IL 29 AGOSTO 2025 RESTERÀ UNA DATA STORICA PER L’ESPLORAZIONE ITALIANA. DURANTE LA CAMPAGNA HIGH NORTH 2025, LA NAVE ALLIANCE, UNITÀ NATO CON EQUIPAGGIO DELLA MARINA MILITARE, HA RAGGIUNTO LA LATITUDINE DI 82°18.7′ N, IL PUNTO PIÙ A NORD MAI TOCCATO DA UN’UNITÀ ITALIANA NELL’EMISFERO BOREALE, A MENO DI 800 CHILOMETRI DAL POLO NORD GEOGRAFICO. UN RISULTATO CHE CONFERMA COME L’ITALIA SIA TRA I POCHI PAESI CAPACI DI OPERARE IN CONDIZIONI ESTREME, CON TEMPERATURE SPESSO INFERIORI AI -20 °C, E CONTRIBUISCE CONCRETAMENTE ALLA RICERCA SCIENTIFICA SULL’ARTICO

Spedizione Artico, High North 2025: diario di bordo

Partenza tra fiordi e silenzi artici

La spedizione è iniziata il 4 agosto 2025 nei fiordi norvegesi. La Nave Alliance ha lasciato le acque tranquille del fiordo di partenza (71°34.530’ N; 020°29.696’ E) puntando verso nord, con a bordo scienziati, tirocinanti e membri dell’equipaggio equipaggiati con strumentazione scientifica avanzata.

A prua, la sonda CTD (Conduttività, Temperatura e Profondità) con bottiglie Niskin usate nel campionamento di acqua subsuperficiale o in profondità, ha permesso di prelevare campioni d’acqua a varie quote, mentre a poppa lo UCTD (underway conductivity temperature depth) misurava temperatura, salinità e profondità della colonna d’acqua.

Per i tirocinanti dell’Istituto Idrografico della Marina Militare, l’esperienza è stata un’occasione unica per apprendere dai veterani in un ambiente stimolante e estremo.

Alcuni ricercatori effettuano il carotaggio della banchina glaciale

Monitoraggio marino e prime scoperte

Pochi giorni dopo, vicino all’Isola degli Orsi (74°49.321’ N; 017°22.681’ E), il team scientifico ha lanciato tre drifter (piccolo scafo di servizio) per registrare correnti e temperatura superficiale. Contestualmente, il CTD ha raccolto campioni d’acqua e il box corer (strumento di campionamento geologico marino) ha prelevato sedimenti dal fondale.

Queste carote sedimentarie, lunghe 30 cm, serviranno per ricostruire le variazioni climatiche degli ultimi 10mila anni, offrendo preziose informazioni sui cambiamenti attuali. I campioni saranno analizzati per microplastiche, funghi e fibre di asbesto.

Mare mosso e adattamento

Proseguendo verso le Svalbard (77°24.256’ N; 012°43.566’ E), il mare si è fatto più agitato, complicando le attività a prua. Il team scientifico si è concentrato sulle operazioni a poppa, mentre la cucina ha organizzato una “mensa continuata” per ottimizzare i turni e mantenere alta l’energia dell’equipaggio.

A nord-ovest delle Svalbard (79°53.047’ N; 008°51.500’ E), i tirocinanti hanno imparato a usare il Multibeam per mappare il fondale, mentre esperti come la prof.ssa Paola Rivaro hanno condiviso ricerche chimico-marine avanzate.

La collaborazione tra scienziati e equipaggio è diventata parte integrante della vita a bordo, tra briefing, campionamenti e momenti di scambio tecnico e culturale.

Nel cuore del pack artico

Superati gli 80° N (80°37.366’ N; 011°20.959’ E), le condizioni sono diventate estreme. CTD, ISS (Istituto Superiore di Sanità)  e manta hanno raccolto dati su acqua e microplastiche, mentre il box corer ha prelevato sedimenti in acque gelide e mosse.

Il team si è spostato sulle imbarcazioni RHIB (acronimo di Rigid Hull Inflatable Boat) inaffondabili, per campionare il ghiaccio, misurandone spessore, consistenza e movimento. Queste informazioni, integrate con dati satellitari, sono fondamentali per la sicurezza della navigazione e per la modellistica dei cambiamenti climatici.

Conclusione della spedizione e record in data 29 agosto

Il raggiungimento di 82°18.7′ N non è solo un primato geografico: è un traguardo scientifico. I dati raccolti forniscono informazioni fondamentali su clima, correnti oceaniche, ghiacciai e atmosfera. Comprendere come l’Artico influenzi il meteo, l’innalzamento dei mari e la vita quotidiana in Italia e nel mondo è l’obiettivo principale della spedizione.

Collaborazione e sinergia hanno firmato il successo della spedizione

Il successo di High North 2025 è stato possibile grazie alla sinergia tra equipaggio e comunità scientifica italiana. Hanno partecipato istituzioni di eccellenza come il CNR, l’Università di Genova, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ed e-GEOS, insieme con numerosi altri ricercatori.

La Campagna ha dimostrato che l’Italia non solo sa navigare e operare in condizioni estreme ma contribuisce concretamente alla comprensione e alla protezione dell’ambiente globale. Ogni dato raccolto, dalle misurazioni oceanografiche ai campionamenti del ghiaccio, rappresenta un tassello fondamentale per capire l’Artico, i suoi ecosistemi e il ruolo di questa regione remota nel nostro futuro.

Fonte e credit foto Osservatorio Artico

Numero verde ONA

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