mercoledì, Ottobre 22, 2025

Sicilia, l’“lsola delle tartarughe marine”

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LA SICILIA SI CONFERMA COME UNO DEI LUOGHI PRIVILEGIATI PER LA NIDIFICAZIONE DELLE TARTARUGHE MARINE. OGNI ANNO, QUESTE CREATURE MILLENARIE SCELGONO LE SUE SPIAGGE PER DEPORRE LE LORO UOVA. TUTTAVIA, LA CRESCENTE PRESSIONE ANTROPICA E L’INQUINAMENTO PONGONO NUOVE SFIDE PER LA LORO SOPRAVVIVENZA. IL WWF ITALIA LANCIA UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI LOCALI AFFINCHÉ ADOTTINO MISURE ADEGUATE, PER GARANTIRE LA PROTEZIONE DELLE AREE DI NIDIFICAZIONE

“Tartarughe in vacanza”: la Sicilia meta prediletta per la nidificazione

Ogni primavera, le tartarughe marine tornano alle spiagge dove sono nate per deporre le loro uova, un comportamento noto come filopatria. Questo fenomeno è guidato da un istinto innato che le spinge a scegliere le stesse aree di sabbia che hanno conosciuto durante la loro giovinezza. Da qualche tempo, una delle mete preferite è diventata la Sicilia.

Come mai?

Sicilia meta sicura

Durante la stagione della nidificazione, le tartarughe marine, come la Caretta caretta, scelgono le spiagge della Sicilia per deporre le loro uova. Le femmine scavano buche nella sabbia, dove depositano da 80 a 120 uova per nido. Questo metodo protegge i futuri piccoli dai predatori, come uccelli e mammiferi, e dalle condizioni climatiche avverse. Inoltre, la sabbia garantisce un ambiente stabile e sicuro, essenziale per lo sviluppo degli embrioni.

Questo aspetto è fondamentale non solo per la sopravvivenza delle tartarughine, ma anche per determinare il loro sesso: temperature più elevate durante l’incubazione tendono a produrre femmine, mentre temperature più basse favoriscono la nascita di maschi.

Quanto al periodo di incubazione, dura circa 60 giorni. Durante questo tempo, gli embrioni si sviluppano all’interno delle uova fino al momento della schiusa. Quando le tartarughine emergono, sono guidate da istinti primordiali che le spingono a dirigersi verso il mare.

La Sicilia, con le sue spiagge sabbiose, offre un ambiente ideale per questo processo. La combinazione di sabbia morbida, meno soggetta alla pressione antropica (cioè dell’uomo), come la pesca o il turismo intensivo e la limitata presenza di predatori naturali, contribuiscono ulteriormente a preservare l’habitat per la riproduzione di molte specie.

La protezione di queste aree è quindi fondamentale per garantire la continuazione della popolazione di questi rettili nel Mediterraneo.

Ma vediamo quali sono le “mete turistiche” più apprezzate da queste fantastiche creature.

Nidificazione record in Sicilia

Nel 2024, le coste siciliane hanno registrato un notevole aumento nel numero di nidi: ne sono stati censiti 184. La maggior parte, si trova lungo la costa orientale della Sicilia, con una concentrazione significativa nella provincia di Siracusa, soprattutto a Noto e Avola, dove sono stati registrati 82 nidi, a seguire, Ragusa, con 41 nidi in totale, mentre Palermo ne ha registrati 12.

Alcuni, hanno raggiunto record eccezionali per il numero di uova deposte. In provincia di Ragusa, è stata documentata una covata con ben 143 uova, superando la media tipica per questa specie. Un altro nido situato a Reitani, nella provincia di Siracusa, ne ospitava ben 117.

Le minacce e le sfide della conservazione

Nonostante l’aumento del numero di luoghi per la nidificazione, le tartarughe marine si trovano a fronteggiare una serie di minacce che compromettono la loro sopravvivenza. Tra queste, l’inquinamento luminoso è uno dei problemi più gravi e diffusi. Le luci artificiali, come quelle delle aree turistiche o delle infrastrutture costiere, possono disorientare i neonati al momento della schiusa.

Invece di dirigersi verso il mare, come previsto, i piccoli si possono avventurare verso l’interno, rischiando di incorrere in pericoli come il traffico stradale o la predazione. Un esempio recente di questo problema è avvenuto a Palmi, in Calabria, dove circa sessanta esemplari sono stati salvati mentre cercavano di raggiungere una strada, attratti dalle luci.

Oltre all’inquinamento luminoso, le attività antropiche rappresentano una minaccia significativa. La pulizia delle spiagge, se non condotta con attenzione, può causare danni ai nidi e disturbare le tartarughe durante il processo di deposizione delle uova. Inoltre, la presenza umana può creare stress alle madri, influenzando negativamente il loro comportamento e, di conseguenza, il successo della nidificazione.

L’appello del WWF

Il WWF Italia sottolinea l’importanza di adottare pratiche più rispettose dell’ambiente per minimizzare l’impatto umano sui luoghi di riproduzione. L’organizzazione raccomanda misure come la regolamentazione dell’uso delle luci artificiali e la riduzione dei rumori lungo le coste.

Luigi Agresti, coordinatore Campagna mare WWF Italia, ha affermato: «La conferma dellaumento dei nidi lungo le coste italiane evidenzia la necessità di armonizzare la loro presenza con le attività umane. È cruciale che vengano adottate misure di conservazione adeguate da parte degli enti competenti per garantire un equilibrio tra le esigenze della specie e le attività antropiche».

World Wide Fund for Nature Italia offre diverse opportunità per sostenere la conservazione delle tartarughe marine. 

Attraverso un’adozione, si finanziano ad esempio progetti di ricerca, interventi di salvataggio e la protezione delle aree di nidificazione. 

Ma quali sono le specie avvistate in Sicilia?

Esemplari siculi: un patrimonio naturale unico

La Sicilia è un’importante area di nidificazione per due specie principali di tartarughe marine, ognuna con caratteristiche distintive e ruoli ecologici specifici.

La Caretta caretta, conosciuta comunemente come tartaruga caretta, è la specie più comune che nidifica sulle spiagge sicule. Questo esemplare si distingue per il suo carapace marrone, caratterizzato da squame chiare che le conferiscono un aspetto facilmente riconoscibile. Gli esemplari a hanno una lunghezza media che varia tra gli 80 e i 100 centimetri e possono raggiungere un peso di circa 200 chilogrammi. 

La Dermochelys coriacea, o tartaruga liuto, è una specie meno comune sulle coste ioniche e presenta alcune differenze marcate rispetto alla Caretta caretta. È riconoscibile per il suo carapace indurito e ricoperto di placche.

La liuto è la più grande tra le tartarughe marine, con una lunghezza che può superare i 2 metri e un peso che può arrivare a oltre 700 chilogrammi. Le sue caratteristiche fisiche sono adattamenti evolutivi che la aiutano a sopravvivere in ambienti marini più estremi e a nutrirsi di meduse, il suo principale alimento. 

Il ruolo fondamentale delle tartarughe marine nell’ecosistema marino 

Questi animali sono essenziali per il mantenimento della stabilità ecologica degli ambienti in cui vivono.

In particolare, giocano un ruolo chiave all’interno delle catene alimentari. Nutrendosi principalmente di meduse, contribuiscono infatti a controllare le popolazioni di questi invertebrati. Senza la loro preziosa attività, questi organismi gelatinosi possono proliferare e avere effetti negativi sugli ecosistemi marini, come la competizione con altre specie per il cibo.

Le tartarughe possono altresì trasportare nutrienti tra l’ambiente marino e quello costiero e le loro carcasse possono fornire nutrienti essenziali per gli ecosistemi costieri. Inoltre, i loro escrementi, detti “guano”, possono fertilizzare il suolo delle spiagge e favorire la crescita della vegetazione costiera.

Queste antiche creature sono anche importanti indicatori della salute ambientale. La loro presenza e i modelli migratori forniscono informazioni preziose sui cambiamenti ambientali e sulle condizioni degli habitat marini.

Infine, arricchiscono la biodiversità globale. La loro conservazione è quindi fondamentale, non solo per proteggere queste specie, ma anche per mantenere la complessità e la salute degli ecosistemi marini.

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