IN QUESTI GIORNI DI FESTA, I BENI DEL FAI (FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO) SI TRASFORMANO IN SCRIGNI DI BELLEZZA E TRADIZIONE. DALLE CIME INNEVATE DELLE ALPI FINO ALLE COSTE ASSOLATE DELLA SICILIA, OGNI LUOGO RACCONTA UNA STORIA DI FEDE E ARTE ATTRAVERSO LA MAGIA DEL PRESEPE. OGNI STATUINA, OGNI PAESAGGIO IN MINIATURA DIVENTA UN PONTE TRA PASSATO E PRESENTE, TRA SACRO E QUOTIDIANO
Un viaggio che va oltre la tradizione
I presepi nei Beni del FAI, Fondo Ambiente Italiano non sono semplici rappresentazioni natalizie. Sono frammenti di storia, finestre su mondi passati e strumenti di connessione tra l’uomo e il sacro. Ogni rappresentazione della Natività racconta una storia diversa, fatta di arte, devozione e cultura locale, e offre ai visitatori l’opportunità di riscoprire un Natale che va oltre le luci e i regali.
Il presepe del Castello della Manta: tra Medioevo e spirito natalizio
Adagiato tra le colline saluzzesi, il Castello della Manta, in provincia di Cuneo, si erge come uno scrigno di memoria che testimonia il passaggio di secoli e tramanda un patrimonio artistico e culturale di rara bellezza. Questo maniero, con la sua austera eleganza, cela tra le mura affreschi di inestimabile valore e racconti che sfumano tra realtà e leggenda, capaci di catturare l’immaginazione di chi lo attraversa.
Durante il periodo natalizio, il castello si veste di un fascino intimo e familiare. Nelle suggestive “Stanze Rosse”, viene allestito un piccolo presepe in cartapesta dipinta, semplice e intriso di poesia. Questa composizione modesta richiama la tradizione piemontese e rievoca il calore delle celebrazioni domestiche e il legame con le radici popolari.
Le figure della Sacra Famiglia, accompagnate da angeli e pastori, si stagliano tra palme e muschio, ricreando l’atmosfera dei presepi artigianali di un tempo.
Il presepe, pur rappresentando un dettaglio, si inserisce armoniosamente nell’atmosfera dell’antica dimora, dove ogni angolo custodisce antiche storie. La celebre Sala Baronale, impreziosita da affreschi tardogotici narra, ad esempio epopee di cavalieri, dame e miti senza tempo.
Secondo la tradizione, durante la notte della Vigilia, le figure dipinte nei quadri abbandonano le loro posture immobili e percorrono in silenzio i corridoi del maniero. Alcuni raccontano che si soffermano dinanzi al presepe, osservandolo con curiosità nostalgica.
Questa leggenda, tramandata dagli abitanti della valle, aggiunge mistero e incanto alla visita del castello durante le festività natalizie.
Il presepe di Masino e il corallo di Trapani e: una gemma dal passato
Nel Canavese, in provincia di Torino, si erge il maestoso Castello di Masino, antica residenza della nobile famiglia Valperga. Ogni Natale, questo luogo carico di storia si arricchisce di fascino grazie all’esposizione di un presepe straordinario, realizzato in corallo e gesso, che incanta per la sua rara eleganza e pregiata manifattura.
Quest’opera, autentico capolavoro dell’artigianato trapanese del XVII secolo, riflette l’abilità e la maestria delle botteghe sicule, rinomate per la creazione di splendide sculture in corallo rosso, richieste dalle corti di tutta Europa.
La scelta del corallo risponde a motivazioni che vanno oltre l’estetica: nel Mediterraneo, questo materiale prezioso rappresentava un talismano protettivo, simbolo di buon auspicio e scudo contro le avversità. Le antiche credenze attribuivano al corallo il potere di respingere le influenze maligne e di preservare la casa in cui veniva esposto. Ma come è arrivato a corte questo splendido presepio?
Un lungo viaggio
La tradizione familiare dei Valperga narra un episodio avvolto nel mito, secondo cui il presepe sarebbe giunto al castello per volere di un capitano di mare. Salvato da una furiosa tempesta grazie a un amuleto di corallo, il capitano, per riconoscenza, commissionò l’opera ai maestri artigiani trapanesi. Una volta completato, il presepe fu portato al Castello di Masino, dove venne accolto come dono di buon auspicio e tramandato di generazione in generazione.
Ammirare questo presepe significa intraprendere un viaggio nella spiritualità e nell’arte del passato. Ogni figura scolpita racchiude un frammento di storia e trasmette emozioni che affondano le radici nella fede e nella tradizione. I dettagli minuziosi, le sfumature calde del materiale e la delicatezza delle espressioni infondono vita a una rappresentazione sacra che, oltre a essere testimonianza di straordinaria abilità artistica, riflette un legame profondo tra l’uomo e il divino.


Villa del Balbianello: la Natività riflessa nelle acque del Lago di Como
Poche residenze in Italia riescono a suscitare la stessa emozione e incanto di Villa del Balbianello, una dimora nobiliare che si affaccia con grazia sulle sponde del Lago di Como, nel pittoresco comune di Tremezzina. Avvolta da un’aura di eleganza e fascino senza tempo, la villa si trasforma durante il periodo natalizio in uno scrigno di arte e spiritualità, accogliendo due scene presepiali di straordinaria raffinatezza: l’Adorazione dei Magi e la Gloria degli Angeli.
Queste preziose rappresentazioni nascono dall’abilità del maestro Giuseppe Ercolano, custode della grande tradizione napoletana del Settecento, considerata il vertice assoluto dell’arte presepiale partenopea.
Ogni dettaglio dei presepi racconta l’estro e la perizia degli artigiani di quell’epoca: le figure, scolpite in terracotta con incredibile espressività, sembrano quasi animarsi, mentre i loro abiti, confezionati con sete preziose e broccati finemente lavorati, restituiscono lo splendore di una Napoli vivace e opulenta.
I materiali utilizzati, selezionati con cura, e la delicatezza delle pennellate che definiscono i volti e le mani dei personaggi donano al presepe una qualità quasi teatrale, capace di immergere lo spettatore nella quotidianità seicentesca del Regno di Napoli.
I riflessi dorati delle luci danzano sull’acqua calma
La Villa del Balbianello, con i suoi giardini terrazzati che si specchiano nelle acque cristalline del lago, offre una scenografia naturale che amplifica il fascino di queste opere d’arte. Durante le notti di dicembre, quando la residenza viene illuminata dalle lanterne, l’intera struttura assume un aspetto fiabesco.
I riflessi dorati delle luci danzano sull’acqua calma, creando un gioco di bagliori che rende il presepe parte di un quadro vivente, come se l’antica Natività rivivesse sotto il cielo invernale di Como.
La narrazione visiva che scaturisce da queste installazioni non è solo una celebrazione del Natale ma una finestra aperta su un mondo fatto di tradizioni, simbolismi e maestranze tramandate nei secoli.
Abbazia di Cerrate: la cartapesta leccese e il canto del Natale
Nel Salento, immersa tra ulivi secolari e distese di terra rossa, l’Abbazia di Cerrate, situata nei pressi di Lecce, si erge come uno scrigno di storia e spiritualità. Tra le sue antiche mura, cariche di silenzio e misticismo, si conserva un presepe in cartapesta che risale alla fine dell’Ottocento, realizzato dal rinomato maestro Luigi Guacci, figura emblematica della tradizione artistica leccese.
L’arte della cartapesta, profondamente radicata nella cultura barocca del territorio, raggiunge in questa rappresentazione della Natività la sua massima espressione, fondendo abilità artigianale e sensibilità religiosa in un’opera capace di trasmettere emozioni senza tempo.
Le statue, plasmate con una cura meticolosa, presentano volti espressivi e dettagli accurati che evocano la semplicità e la devozione del “lieto evento”. Le pieghe delle vesti, dipinte con delicate sfumature, conferiscono alle figure una sorprendente naturalezza, mentre l’intera scena si integra armoniosamente con l’ambiente circostante della chiesa abbaziale.
Secondo un’antica tradizione locale, durante la notte di Natale, le figure del presepe sembrano animarsi, come se il fiato caldo del bue e dell’asinello risvegliasse il Bambino Gesù, infondendo alla scena un’aura di magia e sacralità. Questa credenza popolare, tramandata di generazione in generazione, aggiunge un ulteriore strato di fascino alla contemplazione del presepe, un simbolo vivente della fede salentina.








