venerdì, Marzo 21, 2025

Un weekend tra storia, natura e sapori a Villa Necchi Campiglio

Ultime News

VILLA NECCHI CAMPIGLIO A MILANO ACCOGLIE LA XIII EDIZIONE DI “AGRUMI. SAPERI E SAPORI DAL MEDITERRANEO”, UN EVENTO IMPERDIBILE CHE OFFRE AI VISITATORI L’OPPORTUNITÀ DI IMMERGERSI NELLA BIODIVERSITÀ MEDITERRANEA. TRA DEGUSTAZIONI, INCONTRI CON ESPERTI E PERCORSI SENSORIALI, I PARTECIPANTI POTRANNO ESPLORARE LE MERAVIGLIE DI QUESTI FRUTTI STRAORDINARI

Un evento unico nel cuore di Milano: “Agrumi, saperi e sapori dal Mediterraneo” a Villa Necchi Campiglio

Villa Necchi Campiglio, uno dei capolavori architettonici degli anni ’30 progettato dall’architetto Piero Portaluppi, è un simbolo dell’alta borghesia industriale lombarda. Oggi, il complesso è tutelato dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) e rappresenta uno spazio d’incontro per eventi culturali, mostre e iniziative dedicate alla valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico di Milano.

In occasione dell’evento “Agrumi, saperi e sapori dal Mediterraneo“, il giardino della villa e il campo da tennis coperto si trasformeranno in un palcoscenico all’aperto dove i visitatori potranno esplorare la ricchezza dei frutti mediterranei, scoprendo varietà rare, tradizioni e innovazioni e apprezzandone le proprietà nutrizionali, aromatiche e medicinali.

Un viaggio tra i sapori, i profumi e la storia degli agrumi

L’evento non si limita ad essere una semplice esposizione di piante e frutti, ma diventa un’esperienza immersiva che coinvolge tutti i sensi. Grazie a degustazioni guidate dal Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP, i partecipanti potranno esplorare le sfumature aromatiche di questa varietà pregiata e scoprire i suoi benefici nutrizionali.

Un’attenzione speciale sarà riservata alla pompìa, un limone raro endemico della Sardegna, dalle straordinarie proprietà medicamentose, con la possibilità di acquistare cosmetici naturali realizzati con quest’ingrediente esclusivo.

Inoltre, tra le attività più coinvolgenti, i visitatori potranno ammirare la fotografia botanica di Marco Beck Peccoz, che, con il suo sguardo artistico, cattura la bellezza nascosta degli agrumi, spesso invisibile a occhio nudo.

Sarà anche possibile partecipare a un percorso olfattivo-sensoriale, curato dalla “consulente d’arredo olfattivo” Francesca Giuffrida (un’esperta che utilizza il profumo per creare atmosfere uniche e migliorare l’esperienza sensoriale degli ambienti). Questa esperienza permetterà ai visitatori di scoprire non solo la bellezza visiva degli agrumi, ma anche di apprezzarne l’intensità olfattiva.

Sarà altresì possibile assaporare il caffè aromatizzato al limone preparato da Salvatore Iaccarino, ex custode della Baia di Ieranto, un paradiso naturalistico della Costiera Sorrentina protetto dal FAI.

Un’esperienza gastronomica e culturale arricchita da esperti del settore

Il programma dell’evento prevede incontri con esperti del settore per approfondire il legame tra agrumi, paesaggio e cultura. Il professor Giuseppe Barbera, docente di Colture Arboree all’Università di Palermo, presenterà il suo libro “Sicilia. Alberi e paesaggi” in un dialogo con il fotografo siciliano Ferdinando Scianna.

Come ciliegina sulla torta, i partecipanti potranno assistere alla preparazione della tradizionale granita siciliana al mandarino di Ciaculli, una varietà unica che cresce nei terreni fertili e assolati della zona del paese omonimo, vicino a Palermo.

Questo mandarino, dal sapore dolce e aromatico, è considerato uno dei migliori agrumi al mondo per la produzione di granite. Realizzata dal maestro gelatiere Antonio Cappadonia, questa granita rappresenta l’autentica tradizione siciliana.

Domenica 16 febbraio, Barbera parteciperà inoltre a un dibattito insieme ad altri esperti.

Tra questi, Vicente Todolì, direttore artistico di Pirelli Hangar Bicocca di Milano (uno spazio culturale e centro per l’arte contemporanea, ex sede dell’azienda specializzata nella la produzione di pneumatici), il vivaista Davide Chiaravalli, per esplorare il profondo legame tra agrumi e territorio e la professoressa Alessandra Gentile dell’Università di Catania, che parlerà del profondo legame tra agrumi e territorio.

Un evento inclusivo, accessibile a tutti

Un aspetto distintivo dell’evento è la sua attenzione all’inclusività, con particolare riguardo per le persone con disabilità intellettiva. In collaborazione con l’associazione “L’abilità” e il progetto “Museo per tutti”, è stata realizzata una brochure in linguaggio semplificato, per consentire a tutti i visitatori di seguire l’evento con facilità. Il materiale informativo include schede introduttive, un’agenda visiva con le attività in programma e una carta check-in, rendendo l’esperienza accessibile e partecipativa per tutti.

Il materiale informativo include schede introduttive, un’agenda visiva con le attività in programma e una carta check-in, che consente di partecipare in modo attivo e consapevole. Inoltre, il personale del FAI è stato formato per accogliere e assistere i visitatori con esigenze speciali, garantendo un’esperienza inclusiva e accessibile.

Questa iniziativa, supportata da Viatris, sponsor del progetto, testimonia l’impegno del FAI per rendere la cultura e la natura fruibili a tutti, senza barriere. A questo punto, spendiamo qualche parola su questi straordinari frutti.

Gli agrumi: un patrimonio millenario di storia e biodiversità

Gli agrumi, con il loro profumo inconfondibile e il sapore unico, sono protagonisti di una lunga storia che affonda le radici nella notte dei tempi. Originari del Sud-Est asiatico, in particolare delle regioni tra India, Cina e Malaysia, sono stati introdotti nel Mediterraneo grazie agli scambi commerciali e alle esplorazioni.

Le prime varietà, come il cedro (Citrus medica), giunsero infatti in Europa attraverso le rotte carovaniere e i mercanti persiani. Il primo, apprezzato dagli antichi Romani per l’aroma penetrante e le proprietà medicinali, divenne presto un frutto di largo consumo nelle province dell’Impero.

Fu tuttavia con l’arrivo delle dominazioni arabe che gli agrumi iniziarono a diffondersi nel Mediterraneo, con l’introduzione dell’arancia amara e del limone, che trovarono terreno fertile e clima ideale soprattutto in Sicilia.

L’introduzione dell’arancia dolce, che oggi consumiamo quotidianamente, risale invece al XV secolo, grazie ai navigatori portoghesi che la importarono dalla Cina. Con il passare dei secoli, la coltivazione di questi frutti in Sicilia si estese a tal punto da diventare non solo un elemento distintivo del paesaggio, ma anche un pilastro fondamentale dell’economia agricola dell’isola.

Le arance siciliane, in particolare, sono oggi celebri in tutto il mondo per la loro dolcezza e per le peculiarità aromatiche, che le rendono perfette per essere utilizzate sia fresche sia lavorate in succhi, marmellate o per la produzione di cosmetici.

Insomma, un patrimonio da tutelare.

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili