domenica, Ottobre 26, 2025

Cosa succede ai pannelli solari a fine vita?

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IL FOTOVOLTAICO È SIMBOLO DI ENERGIA PULITA, MA POCHI SI CHIEDONO COSA SUCCEDE AI PANNELLI SOLARI QUANDO SMETTONO DI FUNZIONARE. QUESTO ARTICOLO ESPLORA IL CICLO DI VITA COMPLETO, TRA TECNOLOGIA, DURATA, RICICLO E SFIDE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

Energia solare: una risorsa pulita, ma che fine fanno i pannelli?

L’energia solare è tra le fonti più sostenibili e pulite disponibili oggi. Tuttavia, si parla ancora poco del destino dei pannelli fotovoltaici a fine vita.

Comprendere questo aspetto è fondamentale per valutare l’impatto reale della transizione energetica nel lungo periodo, in un’ottica di economia circolare.

«La risposta, come spesso accade, inizia da monte, ossia dalla qualità dei materiali utilizzati, dalla tecnologia dei moduli e dalle condizioni di installazione», dichiara Daniele Iudicone, esperto di energie rinnovabili e CEO di IMC Holding.

 Non tutti i pannelli sono uguali

Sul mercato esistono pannelli molto diversi tra loro. I più economici durano anche solo 10-15 anni, mentre quelli di qualità possono superare i 35 o 40 anni.

La differenza dipende da materiali, progettazione e controlli. Un pannello ben fatto può garantire prestazioni elevate anche dopo decenni di utilizzo.

Esistono impianti installati oltre 30 anni fa che producono ancora energia in modo efficiente.

 Prestazioni che durano nel tempo

Alcuni moduli installati da più di quattordici anni mostrano ancora rendimenti vicini a quelli iniziali. Il degrado annuo è spesso inferiore all’1%.

Anche le garanzie dei produttori confermano questa tendenza: i moduli premium offrono fino a trent’anni di rendimento certificato.

In media, garantiscono l’80% della capacità originale anche dopo decenni di funzionamento.

 Il silicio: cuore tecnologico del pannello

Il tipo di silicio utilizzato influenza fortemente durata e rendimento. Il passaggio da silicio policristallino a monocristallino ha segnato un netto miglioramento.

Il monocristallino è più omogeneo, offre maggiore efficienza e dura più a lungo. Anche il taglio delle celle ha fatto progressi significativi.

 Le mezze celle e i nuovi standard

Oggi molti pannelli impiegano celle tagliate a metà, chiamate half-cell. Questa tecnologia riduce le perdite elettriche e l’usura dei circuiti.

Le nuove celle N-Type e TopCon sono più resistenti al calore e invecchiano più lentamente rispetto alla tecnologia precedente PERC.

 I busbar: le autostrade dell’energia

I busbar sono minuscoli conduttori che trasportano gli elettroni verso l’inverter. Aumentare il loro numero migliora la resa del pannello.

Oggi i pannelli possono avere fino a 24 busbar, riducendo i rischi di degrado e surriscaldamento. Più ce ne sono, più l’energia si distribuisce bene.

 Installazione di qualità: un fattore decisivo

Anche il miglior pannello può funzionare male se installato senza cura. L’uso di materiali scadenti o errori nel montaggio ne riduce l’efficienza.

Una buona installazione garantisce una lunga durata e protegge i componenti dalle sollecitazioni esterne.

 Manutenzione smart, anche da casa

La manutenzione è fondamentale, soprattutto nei grandi impianti. Tuttavia, nelle installazioni domestiche, la tecnologia semplifica il monitoraggio.

I sistemi digitali permettono di controllare in tempo reale la produzione. Così è facile rilevare problemi e intervenire subito.

 La sfida del fine vita

La sostenibilità del fotovoltaico non finisce con la produzione di energia. La vera sfida arriva quando il pannello smette di funzionare.

Qui torna fondamentale la qualità dei materiali e la facilità con cui possono essere recuperati.

 Pannelli riciclabili fino al 90%

I pannelli contengono vetro, alluminio, silicio, plastica e rame. Questi materiali si possono riciclare in buona parte, anche oltre il 90% del peso complessivo.

Tuttavia, il riciclo funziona meglio se i pannelli sono progettati per essere smontati e separati facilmente.

 Norme, innovazione e cultura del riuso

L’Unione Europea ha già iniziato a regolamentare il riciclo dei pannelli. Ma non basta la legge.

Servono una filiera industriale adeguata, innovazione tecnologica e una cultura diffusa del riuso. Solo così il pannello a fine vita può diventare una risorsa.

«Scegliere pannelli fotovoltaici di qualità è una scelta ambientale e non solo economica. L’investimento iniziale può sembrare più elevato, ma si traduce in minori costi di manutenzione, una durata più che doppia rispetto ai prodotti low-cost, e un impatto ambientale significativamente ridotto grazie alla maggiore riciclabilità. Un pannello ben costruito, ben installato e ben monitorato produce di più, più a lungo, e inquina meno anche dopo il suo ciclo di vita attivo. Questo è il paradigma dell’economia circolare nel fotovoltaico. Ed è una strada concreta – e già percorribile – verso un’energia davvero sostenibile», conclude Iudicone.

Numero verde ONA

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