mercoledì, Ottobre 22, 2025

Ambiente e salute: come l’uomo rischia di cadere in una “trappola evolutiva”

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UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA ESPLORA COME L’AMBIENTE COSTRUITO DALL’UOMO POSSA AVERE EFFETTI NEGATIVI SULLA SALUTE UMANA E SUL PIANETA. ATTRAVERSO LA TEORIA DELLA COSTRUZIONE DELLA NICCHIA, I RICERCATORI ANALIZZANO I RISCHI DI UN ADATTAMENTO A BREVE E LUNGO TERMINE, METTENDO IN LUCE LE FUTURE CONSEGUENZE DELLA CRISI AMBIENTALE GLOBALE 

Umanità e ambiente: un legame imprescindibile

La salute del pianeta e quella dell’essere umano sono profondamente connesse. La crisi ambientale in corso sta già modificando il nostro benessere, portandoci verso un futuro segnato da risorse sempre più scarse, crescenti diseguaglianze e condizioni ambientali insostenibili. Questi cambiamenti non riguardano solo l’ecosistema, ma anche la nostra stessa evoluzione biologica e sociale.

Ambiente e salute: lo studio dell’Università di Padova

Per meglio comprendere e affrontare queste complesse sfide di natura sociale, ambientale e sanitaria tra loro interconnesse, lo studio dal titolo “Evolutionary Epidemiology: A Look Ahead at Human Non-Communicable Diseases through a Niche Construction Approach”, pubblicato sulla rivista BioScience e coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, propone di adottare una prospettiva evoluzionistica per far luce sulle cause profonde della nostra dipendenza dalla natura e sui possibili effetti a lungo termine dell’attuale crisi ambientale sul benessere umano.

La Teoria della Costruzione della Nicchia

I ricercatori hanno utilizzato la Niche Construction Theory (NCT) per analizzare come l’essere umano, modificando l’ambiente naturale, trasformi anche la “nicchia socio-ecologica” in cui vive. Questi mutamenti generano nuove pressioni ecologiche e selettive, che possono risultare vantaggiose nel breve periodo, ma potenzialmente dannose nel lungo termine o in contesti diversi.

La nicchia industrializzata e i rischi della modernità

Sofia Belardinelli del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo patavino e prima autrice dello studio

«Oggi viviamo in una “nicchia industrializzata”, cioè in un ambiente costruito dagli umani che, pur avendo portato indubbi benefici, sta generando nuove fragilità rivelandosi, per alcuni aspetti, maladattativo – spiega Sofia Belardinelli del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo patavino e prima autrice dello studio –. Integrare una prospettiva evolutiva negli studi epidemiologici e nelle analisi sulla salute globale può aiutarci a comprendere il nostro ruolo nella crisi ambientale e nella quarta transizione epidemiologica».

Una nuova transizione epidemiologica

Dopo l’epoca delle pestilenze e delle carestie e dopo il periodo della regressione delle malattie infettive, oggi ci troviamo – come descritto dallo storico epidemiologo Abdel Omran – in una possibile quarta fase. Questa transizione sarebbe caratterizzata da instabilità sanitaria crescente, nuove pandemie e patologie legate alla perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici.

L’eredità ecologica e la trappola evolutiva

Telmo Pievani, coautore dello studio e docente al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova

«Uno sguardo evolutivo può anche aiutare a comprendere come la persistenza delle minacce ambientali sia potenzialmente in grado di alterare l’eredità ecologica – cioè le condizioni ambientali – che trasmettiamo alle future generazioni, cambiando le condizioni in cui vivranno e a cui dovranno adattarsi – conclude Telmo Pievani, coautore dello studio e docente al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova –. Condizioni non ottimali potrebbero compromettere la nostra capacità di sopravvivere e riprodurci, aumentando il rischio di cadere in una vera e propria trappola evolutiva». 

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