venerdì, Ottobre 3, 2025

“Nowhere”: riflessioni sul corpo, il paesaggio e la crisi dell’epoca contemporanea, di Nicola Fornoni

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NEL COMPLESSO SCENARIO DELLE PRATICHE PERFORMATIVE, L’OPERA “NOWHERE” DI NICOLA FORNONI SI IMPONE COME SIMULACRO DI INDAGINE SENSIBILE SUL RAPPORTO TRA IL CORPO, LO SPAZIO E LE EMERGENZE DEL NOSTRO TEMPO.

Ambientata in un’ex base militare NATO, situata lungo un valico alpino che connette tre valli settentrionali italiane, la performance articola una profonda meditazione sull’abbandono, la memoria storica e la precarietà dell’esistenza umana, innervata da un’acuta consapevolezza ecologica.

L’ambientazione stessa, una struttura residua della Guerra Fredda, carica di tracce storiche e architettoniche, assume nel lavoro di Nicola Fornoni un ruolo di soglia simbolica e materiale. Qui si condensano molteplici stratificazioni temporali e topografiche.

I suoni si articolano in onde sonore, vibrazioni di piatti metallici, evocazioni di creature animali quasi irreali. Tessono un’atmosfera sospesa in cui il paesaggio si colora di tonalità ascetiche e fugaci. Il luogo, da spazio di controllo militare, si trasforma in un territorio aperto e sfuggente. Metafora di una “fuga” che attraversa e trascende i confini del corpo per dilatarsi nello spazio celeste.

Tre capitoli aperti a una riflessione emozionale

La narrazione performativa si sviluppa in tre capitoli. Questi scandiscono un percorso simbolico denso di riferimenti all’identità, alla presenza corporea, alla condizione esistenziale. L’alternanza tra immagini di natura documentaria e dettagli anatomici conduce lo spettatore in una dimensione ibrida. Tra reale e immaginario, tra corporeità e territorio.

Il protagonista, che si muove con l’ausilio di dispositivi ortopedici, incarna una figura migrante che attraversa le tenebre di un tunnel verso la luce. Richiama l’esperienza archetipo del minatore che emerge dalle profondità, attraversando il rumore e la fatica del mondo sotterraneo.

ll video della performance Nowhere è stato realizzato dalla regista Julia Pietrangeli, la cui fotografia si distingue per un’estetica raffinata e attenta. Attraverso il suo sguardo, la dimensione visiva dell’opera si arricchisce di suggestioni poetiche che amplificano il senso di sospensione e vulnerabilità del paesaggio e del corpo.

La sinergia creativa tra Fornoni e Pietrangeli dà vita ad un dialogo profondo e armonioso, il cui risultato è quello di un’unica esperienza etica ed estetica. Il video di Nowhere è stato selezionato in Taiwan in occasione di un’esposizione organizzata da Turtle Chamber Project.

La dimensione critica ecologica

Questa allegoria del passaggio, della trasformazione e della rinascita si inserisce in un contesto più ampio di riflessione critica sull’attualità ambientale. L’abbandono della base militare rispecchia infatti l’urgente e ineludibile abbandono di modelli di sviluppo insostenibili e di paesaggi naturali minacciati dall’emergenza climatica.

Il dialogo tra natura e artificio, tra memoria e futuro incerto, richiama la fragilità di ecosistemi montani spesso trascurati e invita a un ripensamento radicale del nostro rapporto con l’ambiente e la storia.
Nowhere pone al centro la necessità di una rinnovata sensibilità verso le trasformazioni ambientali e sociali che caratterizzano la contemporaneità.

È un’opera che richiama alla responsabilità collettiva. E invita a riconoscere nel paesaggio e nel corpo stesso il luogo da cui trarre una nuova visione di un mondo in crisi ma ancora aperto alla speranza.

Biografia dell’artista

Nicola Fornoni, nato a Brescia nel 1990 e affetto da sclerodermia dal 2001, traduce la sua condizione personale in una poetica performativa di straordinaria intensità e complessità. La sua ricerca si configura come un processo di decostruzione dei pregiudizi legati alla differenza e alla disabilità.

Propone una visione inclusiva, rispettosa e unificante. Nowhere, in questo senso, rappresenta un campo di tensioni fertile, dove il corpo non è mai ridotto a semplice soggetto sofferente. Ma diviene attore e testimone di una condizione umana ampliata, che include e supera le dicotomie tradizionali.

Il video integrale è visionabile su PAV, una delle prime piattaforme al mondo dedicate esclusivamente alla performance art. Qui di seguito il trailer:

Numero verde ONA

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