UN SISTEMA INEDITO DI SENSORI SUBACQUEI RACCOGLIE OLTRE 1.500 DATI AL GIORNO SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE DEL GOLFO DI FOLLONICA. UN’INNOVAZIONE CHE TRASFORMA IL MONITORAGGIO AMBIENTALE E APRE LA STRADA ALL’APPLICAZIONE DI BIG DATA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE ALL’ACQUACOLTURA. ISPRA, CON IL SUPPORTO DELLA TECNOLOGIA ITALIANA WSENSE, METTE L’ITALIA ALL’AVANGUARDIA NEL MONITORAGGIO MARINO.
Con WSENSE un mare osservato 24 ore su 24
Nel Golfo di Follonica è attivo un sistema di monitoraggio sottomarino senza precedenti. Qui, tra Livorno e Grosseto, si trovano alcuni degli impianti di piscicoltura e molluschicoltura più importanti d’Italia, che occupano circa 1.600 ettari di mare. Oggi quegli allevamenti hanno un alleato tecnologico che fornisce dati preziosi e continui sulla salute del mare.
Ogni giorno oltre 1.500 parametri vengono trasmessi in tempo reale: un numero enorme se confrontato con i cinque o sei dati che fino a poco tempo fa si potevano raccogliere con i metodi tradizionali.
I sensori, installati tra i tre e i ventotto metri di profondità, misurano qualità dell’acqua e correnti marine, inviando i risultati a una piattaforma digitale consultabile da ricercatori, autorità e operatori del settore.
WSENSE: come funziona la rete di sensori?
Il sistema WSENSE si basa su nove stazioni di campionamento. Otto di queste raccolgono parametri come temperatura, ossigeno disciolto, torbidità e conduttività. In due stazioni, vicine alle mitilicolture, sono presenti anche sensori per la clorofilla e l’attività batterica totale. La nona stazione ospita un correntometro che registra intensità e direzione delle correnti su quattordici livelli di profondità.
In totale, i dati vengono prelevati da 64 punti diversi, offrendo una fotografia precisa e dinamica della situazione marina. I numeri parlano chiaro: tra 560mila e 747mila dati l’anno, contro poche migliaia che si sarebbero potuti raccogliere con i vecchi sistemi a campione.

WSENSE: il ruolo dei big data e dell’intelligenza artificiale
L’enorme quantità di informazioni generate apre la strada a un nuovo modo di analizzare il mare. Big data e intelligenza artificiale possono individuare tendenze, anomalie e variazioni legate al clima, alle correnti o alle attività umane. Questo significa avere la possibilità di prevenire fenomeni critici, proteggere la biodiversità e ottimizzare la gestione degli impianti di acquacoltura.
Come ha dichiarato Chiara Petrioli, CEO di WSense, si tratta di “un salto quantico” che consente applicazioni fino a ieri impensabili. Il monitoraggio sottomarino diventa così non solo più capillare, ma anche più utile per le decisioni politiche, scientifiche e produttive.
Un confronto con il passato
Fino a pochi mesi fa il monitoraggio si basava su campagne di campionamento a intervalli di settimane o mesi. Tecnici e ricercatori raccoglievano pochi dati alla volta, spesso a bordo di imbarcazioni, e li analizzavano in laboratorio. Era un processo lento, costoso e limitato.
Per avere dati simili in tempo reale si sarebbe dovuto stendere chilometri di cavi sui fondali, con un impatto ambientale notevole e costi proibitivi. Il nuovo sistema, invece, è costato circa 500mila euro, con un costo per dato inferiore a un euro nel solo primo anno. Un investimento contenuto se si considera la portata dell’innovazione e i benefici per l’intero comparto.
WSense, la tecnologia italiana che dà voce al mare
Il sistema è stato realizzato da WSense, spin off di Sapienza Università di Roma, specializzato nelle comunicazioni subacquee senza fili. L’azienda ha progettato non solo la rete di sensori, ma anche la piattaforma cloud che raccoglie e organizza i dati, rendendoli leggibili attraverso un’interfaccia grafica intuitiva.
Gli operatori possono ricevere allerte in tempo reale in caso di valori anomali, grazie a soglie di sicurezza impostate per ogni parametro. E, se necessario, i dati possono essere trasmessi via satellite ovunque nel mondo. Si tratta del più esteso dispiegamento del sistema WSense nel Mediterraneo e in Europa, un primato che rafforza il ruolo dell’Italia nel campo delle tecnologie ocean-tech.
Perché l’acquacoltura ha bisogno di innovazione
L’acquacoltura è uno dei settori destinati a crescere di più nei prossimi decenni. La domanda mondiale di pesce e molluschi è in aumento, mentre gli stock naturali soffrono la pressione della pesca intensiva e dei cambiamenti climatici. Garantire che gli allevamenti siano sostenibili diventa quindi una priorità.
Il monitoraggio continuo permette di controllare la qualità dell’acqua e di intervenire tempestivamente in caso di problemi. Questo riduce rischi ambientali, migliora la sicurezza alimentare e protegge gli ecosistemi marini circostanti. L’innovazione tecnologica diventa così un tassello fondamentale per la transizione verso un’economia blu capace di coniugare produzione e tutela ambientale.
Tecnologie WSENSE: un laboratorio per il futuro
Il Golfo di Follonica diventa un laboratorio a cielo aperto per testare le potenzialità del connubio tra mare e tecnologie digitali. Qui si sperimenta un modello che potrebbe essere replicato in altri poli di acquacoltura italiani ed europei. L’Italia, grazie al progetto MER e alle tecnologie WSense, dimostra di saper giocare un ruolo da protagonista nella ricerca marina avanzata.
Digital Twin Ocean / Copernicus Marine Service
In Europa è in corso il progetto Digital Twin Ocean, collegato al servizio Copernicus Marine. L’obiettivo è creare una sorta di “gemello digitale” del mare, un modello dinamico che integra dati satellitari, modellazioni ambientali e osservazioni in situ per simulare le condizioni marine.
Questo permette previsioni su impatti ambientali, traffico, inquinamento e uso delle risorse marine. Il sistema consente di “riempire” i vuoti tra le rilevazioni fisiche, usando algoritmi che stimano ciò che non è stato misurato direttamente. È un approccio integrato: dati storici + dati in tempo reale + modelli previsionali.
EMSO: European Multidisciplinary Seafloor and Water column Observatory
EMSO è una infrastruttura di ricerca distribuita in vari mari europei (Mediterraneo, Atlantico, Artico, Mar Nero). Serve per l’osservazione continua e interattiva dei processi marini, geodinamici e biologici nelle colonne d’acqua e sul fondale.
EMSO consente di studiare fenomeni come le variazioni chimiche, le attività biologiche o le alterazioni ambientali in contesti profondi. È utile sia per ricerca accademica sia per policy ambientali, specie riguardo cambiamenti climatici, acidificazione, e salute degli ecosistemi bentonici.
FathomNet: AI per immagini sottomarine
FathomNet è un progetto open source che mette insieme enormi archivi di immagini e video sottomarini etichettati, per addestrare algoritmi a riconoscere specie marine, oggetti e condizioni ambientali.
Questo consente di accelerare l’analisi visiva: un robot subacqueo, una videocamera, filma un habitat; l’algoritmo può riconoscere coralli, alghe, inquinanti plastici, specie. Così le analisi diventano meno manuali, più rapide e meno costose.
Marispace-X
Marispace-X è un progetto che sta costruendo un ecosistema dati per gli oceani. Unisce dati satellitari e informazioni acustiche subacquee, applicando intelligenza artificiale per previsioni ambientali, monitoraggio della biodiversità e valutazioni climatiche.
L’idea è che combinando molte fonti diverse (satellite, sensori, misurazioni dirette) si possa costruire una visione più robusta del mare, capace di rivelare trend di lungo termine e, allo stesso tempo, crisi improvvise.