venerdì, Dicembre 13, 2024

Valutazione scientifica degli impatti dei cambiamenti climatici e ambientali nel Bacino del Mediterraneo  

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IL NETWORK MEDITERRANEAN EXPERTS ON CLIMATE AND ENVIRONMENTAL CHANGE (MEDECC), HA PUBBLICATO UN’ANALISI AGGIORNATA SULLA SITUAZIONE AMBIENTALE NEL BACINO DEL MEDITERRANEO, CON UN FOCUS SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI E GLI IMPATTI SULLA BIODIVERSITÀ

Il network Mediterranean Experts on Climate and Environmental Change (MedECC), fondato nel 2015, è una rete scientifica internazionale indipendente. Fornisce informazioni ai decisori politici e al pubblico generale basandosi sui dati scientifici disponibili e sulle ricerche in corso. MedECC realizza valutazioni e sintesi approfondite sulle conoscenze relative ai cambiamenti globali nel Bacino del Mediterraneo e i rischi associati.

MedECC Special Report: Rischi Climatici e Ambientali nelle Zone Costiere del Mediterraneo

L’innalzamento del livello del mare e le ondate di calore

Un terzo della popolazione mediterranea vive lungo le coste, affrontando crescenti rischi climatici e ambientali. L’innalzamento del livello del mare, stimato a un metro entro la fine di questo secolo, potrebbe costringere fino a 20milioni di persone a sfollare senza alcun termine. Anche infrastrutture cruciali come gli aeroporti e siti essenziali, diventano sempre più vulnerabili alle inondazioni globali. Il Bacino del Mediterraneo ospita già tre dei venti aeroporti al mondo più vulnerabili alle inondazioni costiere.  

Il Mediterraneo, con un innalzamento annuale del mare di 2,8 mm, affronterà eventi estremi sempre più frequenti entro il 2050. Le soluzioni attuali per le inondazioni, spesso costose, risultano inadatte al futuro. Allo stesso tempo, le ondate di calore del bacino, aumentate del 40% in frequenza e del 15% in durata, hanno già causato danni massivi agli ecosistemi, favorendo specie invasive e minacciando la biodiversità autoctona.  

Il Mediterraneo un hotspot climatico

Questa area, identificata come un hotspot climatico, registra un riscaldamento più rapido della media globale. Gli ecosistemi costieri rischiano di raggiungere i limiti di adattamento con un aumento di 3°C, nel nord del Mediterraneo, mentre si aggravano problemi come la scarsità idrica nelle regioni meridionali ed orientali.

A questi si somma il devastante inquinamento da plastica, che costituisce oltre l’80% dei rifiuti osservati. Infatti, il Mar Mediterraneo è una delle aree più colpite dall’inquinamento da plastica al mondo. Senza interventi immediati, il rilascio di plastica in mare raddoppierà entro il 2040, intensificando i rischi transfrontalieri.

Inoltre, sebbene la legislazione europea abbia ridotto con successo le concentrazioni di metalli tossici, il Mediterraneo settentrionale è sempre più interessato da nuovi tipi di inquinanti emergenti.

Dal turismo un’opportunità per adottare pratiche sostenibili

Il Mediterraneo è la principale destinazione turistica mondiale: difatti, attira circa un terzo del turismo globale e ospita oltre la metà delle strutture ricettive turistiche dell’Unione Europea. Il turismo, pur gravando sulla domanda di risorse naturali, rappresenta tuttavia un’opportunità per adottare pratiche sostenibili, come l’uso di energie rinnovabili e la protezione ambientale.

Eppure, gli attuali sforzi per la mitigazione e l’adattamento risultano insufficienti. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile non saranno raggiunti senza azioni più incisive e coordinate. Solo una cooperazione regionale integrata – coinvolgendo scienziati, decisori politici, portatori di interesse e cittadini – può garantire un futuro sostenibile e resiliente per il Mediterraneo.

MedECC Special Report: Interconnessione tra cambiamento climatico e il nesso Acqua-Energia-Cibo-Ecosistemi, Water-Energy-Food-Ecosystems (WEFE) 

Occorrono strategie integrate per garantire ecosistemi sani e un futuro sostenibile

Il Mediterraneo, hotspot globale del cambiamento climatico, affronta sfide complesse che intrecciano risorse idriche, energia, cibo ed ecosistemi. Queste minacce compromettono mezzi di sussistenza, economie e sistemi naturali, acutizzando le disparità tra Paesi, aree urbane e rurali.

L’approccio integrato del nesso Acqua-Energia-Cibo-Ecosistemi (WEFE) emerge come un quadro strategico per sviluppare soluzioni sostenibili e prevenire effetti a cascata, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.  

L’interconnessione tra cambiamento climatico e il nesso Acqua-Energia-Cibo-Ecosistemi (in inglese Water-Energy-Food-Ecosystems – WEFE) integra anche soluzioni basate sugli ecosistemi, inclusa l’agroecologia e le soluzioni basate sulla natura (in inglese Nature-based Solutions – NbS)

L’insicurezza nel nesso WEFE è una costante nel Mediterraneo, aggravata da stress idrico, dipendenza da combustibili fossili, malnutrizione e perdita accelerata di biodiversità. Questi problemi riflettono una profonda insostenibilità, amplificata dalle disparità regionali e dall’interconnessione delle risorse. L’incapacità di affrontare queste sfide ostacola l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.  

I cambiamenti climatici e non climatici intensificano gli effetti a cascata tra gli elementi del nesso WEFE. Politiche settoriali o adattamenti unidimensionali possono generare soluzioni improprie e danneggiare ecosistemi, compromettendo servizi vitali come la sicurezza idrica, alimentare ed energetica. Soltanto strategie integrate e scalabili possono garantire ecosistemi sani e un futuro sostenibile per il Bacino del Mediterraneo.

Percorsi principali d’azione nel nesso WEFE 

I principali percorsi d’azione nel contesto del nesso WEFE sono tre:  

  • Soluzioni tecnologiche innovative, comprese le energie rinnovabili, che possiedono un potenziale significativo per mitigare il cambiamento climatico, specialmente nel Sud e nell’Est del Mediterraneo e per migliorare l’efficienza.  
  • Soluzioni basate sugli ecosistemi, inclusa l’agroecologia e le soluzioni basate sulla natura (Nature-based Solutions – NbS), come l’infrastruttura verde o il ripristino delle zone umide.  
  • Approcci di innovazione sociale, mirati a ridurre o modificare i modelli di consumo, come la riadozione della Dieta Mediterranea, che è meno intensiva dal punto di vista energetico.  
Le Nature-based Solution (Fonte: European Environment Agency)

Carenze nei dati, consapevolezza limitata e governance inefficace

Il Mediterraneo, con una distribuzione disomogenea di soluzioni implementate, beneficia maggiormente delle opzioni verdi e sociali per il nesso WEFE. Le Nature-based Solutions (NbS) e la gestione agroecologica dimostrano un impatto trasformativo ma necessitano di ulteriori evidenze per valutarne l’efficacia. La gestione idrica rimane particolarmente complessa, con potenziali effetti negativi sugli altri pilastri.  

L’adozione dell’approccio WEFE è ostacolata da carenze nei dati, consapevolezza limitata e governance inefficace. Tuttavia, innovazioni come il riutilizzo delle acque reflue trattate, l’agricoltura agrivoltaica e le pratiche agroecologiche possono ottimizzare l’uso delle risorse, proteggere gli ecosistemi e rafforzare la sostenibilità agricola.  

Oggi, 180milioni di persone soffrono di scarsità idrica, aggravata da inondazioni e accesso diseguale alle risorse. La produzione alimentare affronta sfide come salinizzazione, desertificazione e abbandono delle diete tradizionali, con gravi impatti sulla sicurezza alimentare e sugli ecosistemi.

Sul fronte energetico, la regione resta dipendente dai combustibili fossili, nonostante l’alto potenziale delle energie rinnovabili, che costituiscono solo l’11% del consumo totale. 

La perdita di biodiversità, la deforestazione, gli incendi e i cambiamenti nell’uso del suolo riducono drasticamente i servizi ecosistemici. Soluzioni innovative, come il riutilizzo delle acque reflue tramite energie rinnovabili e pratiche agroecologiche, offrono percorsi promettenti per rafforzare la sicurezza idrica, alimentare ed energetica, proteggendo al contempo gli ecosistemi mediterranei.

Autori e obiettivi dei Rapporti del MedECC 

MedECC Special Report: Rischi Climatici e Ambientali nelle Zone Costiere del Mediterraneo

– Autori: Scritto da 55 autori volontari provenienti da 17 Paesi.  

– Coordinatori del Rapporto: Salpie Djoundourian (Libano), Piero Lionello (Italia), Maria Carmen Llasat (Spagna).  

– Coordinatori MedECC: Wolfgang Cramer (Francia), Fatima Driouech (Marocco), Joël Guiot (Francia). 

Obiettivi del rapporto: 

  • Identificare e valutare le informazioni scientifiche aggiornate sui pericoli legati al cambiamento climatico e ambientale nella zona costiera del Bacino del Mediterraneo, analizzando i rischi correlati, le opzioni di adattamento e le soluzioni.  
  • Valutare e fornire informazioni sulle azioni necessarie per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite.  
  • Presentare azioni di adattamento che integrino i valori sociali e culturali nel loro contesto, considerando la necessità di proteggere le comunità e la biodiversità, riducendo al minimo gli impatti sull’ambiente naturale e affrontando questioni etiche. 

MedECC Special Report: Interconnessione tra cambiamento climatico e il nesso Acqua-Energia-Cibo-Ecosistemi (WEFE) 

– Autori: 60 volontari provenienti da 15 Paesi  

– Coordinatori del Rapporto: Philippe Drobinski (Francia), Marta Rivera Ferre (Spagna), Mohamed Abdel Monem (Egitto)  

– Coordinatori MedECC: Wolfgang Cramer (Francia), Fatima Driouech (Marocco), Joël Guiot (Francia) 

Obiettivi del rapporto: 

  • Valutare le informazioni scientifiche più aggiornate sui sistemi interconnessi di acqua, energia e cibo nel Mediterraneo, nel contesto del cambiamento climatico, e le loro relazioni con gli ecosistemi circostanti.  
  • Fornire informazioni scientifiche rilevanti per decisioni informate e politiche intersettoriali e globali.  

Numero verde ONA

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