L’ITALIA SI PREPARA A UNA GRANDE OPERAZIONE DI ASCOLTO: LA RILEVAZIONE NAZIONALE SULLE PERSONE SENZA DIMORA, PROMOSSA DA ISTAT E COORDINATA DA FIO.PSD, COINVOLGERÀ QUATTORDICI CITTÀ METROPOLITANE E 10MILA VOLONTARI. UN’INIZIATIVA CHE METTE INSIEME DATI, PARTECIPAZIONE CIVICA E GIUSTIZIA SOCIALE IN UN MOMENTO IN CUI LA POVERTÀ ESTREMA È UNA FERITA APERTA, STRETTA TRA DISUGUAGLIANZE ECONOMICHE E FRAGILITÀ URBANE
Tutti contano: un’indagine nazionale che parte dalle strade
Il 26, 28 e 29 gennaio 2026, le principali città metropolitane italiane – da Bari a Milano, da Roma a Palermo – saranno attraversate da una mobilitazione civile senza precedenti. Diecimila volontari e volontarie, affiancati da una rete di coordinatori locali, realizzeranno la nuova Rilevazione sulle Persone Senza Dimora, uno strumento fondamentale per restituire una fotografia reale della povertà estrema in Italia.
La regia dell’iniziativa è affidata a fio.PSD, la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, che da anni lavora per costruire politiche più efficaci e più giuste. Istat coordina il quadro scientifico, mentre Comuni, associazioni del terzo settore, Caritas, CNCA, Croce Rossa, CSVnet, Azione Cattolica, ARCI e numerose università garantiscono un radicamento capillare sul territorio.
Questa alleanza, ampia e trasversale, nasce dalla consapevolezza che conoscere è il primo passo per cambiare. Senza dati accurati, senza una mappatura attendibile dei bisogni reali, ogni intervento rischia di essere parziale, episodico, incapace di trasformare le condizioni di chi oggi vive in strada o ai margini delle reti di protezione sociale.
La povertà in Italia tra crisi economica e fragilità territoriali
La rilevazione si colloca in un momento storico complesso. Negli ultimi anni, la povertà assoluta ha superato soglie che non si registravano dal dopoguerra, coinvolgendo oltre 5,7 milioni di persone. Questo numero, pur drammatico, non basta però a descrivere la profondità del fenomeno.
Nelle città metropolitane, la povertà assume forme mutevoli e difficili da intercettare: convive con la crescita economica, si insinua nelle pieghe del mercato del lavoro precario, esplode nel sistema abitativo sempre più inaccessibile e si aggrava nelle zone dove i servizi pubblici non riescono più a rispondere alle necessità quotidiane.
La vita urbana amplifica tutto: i ritmi accelerati, il costo degli affitti, la scarsità di alloggi popolari, il carovita, la frammentazione delle reti sociali. Così, chi scivola ai margini rischia di farlo in modo rapido e spesso irreversibile. La povertà estrema non è solo assenza di una casa; è mancanza di legami, di accesso alla salute, di diritti, di luoghi in cui ci si senta parte di una comunità.
Ed è proprio qui che l’intersezione tra povertà e ambiente diventa più evidente. Le persone più fragili sono quelle che vivono negli spazi più degradati, respirano aria peggiore, subiscono maggiormente gli effetti delle ondate di calore e dipendono da territori spesso segnati da inquinamento, consumo di suolo e scarsa presenza di verde urbano. La crisi climatica amplifica le disuguaglianze quanto la crisi economica, e ogni politica ambientale priva di un’attenzione sociale rischia di lasciare indietro proprio chi ha più bisogno di protezione.

#TuttiContano: la partecipazione come atto di cura collettiva
Per questo la campagna #TuttiContano assume un significato che va oltre il gesto volontario. È un modo per dire, pubblicamente e con forza, che nessuno deve rimanere invisibile.
I volontari, adeguatamente formati e assicurati, incontreranno le persone nelle strade, nelle stazioni, nei dormitori, nei servizi di accoglienza. Raccoglieranno storie, ascolteranno voci, compileranno schede che diventeranno materia viva per le politiche pubbliche dei prossimi anni.
Molti artisti e volti noti – da Luciana Littizzetto ad Ascanio Celestini, fino a Stefania Petyx e Germano Lanzoni – hanno scelto di sostenere la campagna, trasformando la loro popolarità in un megafono per la partecipazione. Il loro coinvolgimento contribuisce a spezzare lo stigma e a ricordare che la povertà non è un destino individuale, ma un fenomeno sociale che riguarda tutti
Iniziative come questa hanno una valenza doppia. Da un lato raccolgono dati indispensabili per costruire politiche sociali efficaci; dall’altro aiutano le città a comprendere come le scelte urbanistiche, ambientali ed energetiche influiscano sulla vita delle persone più vulnerabili.
La rilevazione non risolverà da sola la povertà estrema, ma permetterà di affrontarla con più consapevolezza. Sapere quante persone vivono in strada, quali percorsi hanno attraversato, quali risorse cercano e quali ostacoli incontrano è un passo indispensabile per costruire politiche che non siano solo emergenziali, ma capaci di incidere sulle radici del problema.
La povertà in Italia: uno scenario che richiede nuovi strumenti di comprensione
La rilevazione arriva in un momento in cui la povertà in Italia ha assunto una profondità che interroga la società nella sua interezza. Gli ultimi dati disponibili dell’Istat mostrano come nel 2024 oltre 5,7 milioni di persone vivessero in condizioni di povertà assoluta, mentre più di 2,2 milioni di famiglie non riuscivano a coprire il paniere minimo di beni e servizi essenziali.
La situazione appare ancora più complessa nelle grandi aree urbane, dove il costo della vita cresce senza corrispondere a un aumento dei redditi e dove l’accesso a un’abitazione adeguata diventa sempre più difficile.
A questo scenario si aggiunge una povertà meno evidente ma altrettanto insidiosa: quella di chi non rientra più nei circuiti del lavoro, di chi vive in alloggi di fortuna, di chi non riesce ad accedere a cure, assistenza o reti sociali minime di sostegno.
È una condizione che si intreccia con dinamiche ambientali sempre più rilevanti, perché chi ha meno strumenti per difendersi è anche chi subisce maggiormente gli effetti della crisi climatica, dall’aumento delle temperature alle ondate di maltempo estremo.
Come funziona la raccolta dati: una rilevazione che nasce dall’incontro diretto
La metodologia scelta da Istat e fio.PSD per questa indagine si fonda sull’incontro diretto con le persone senza dimora. Le persone che vivono in strada o in condizioni di estrema marginalità sfuggono alle rilevazioni tradizionali, perché non sono intercettabili attraverso i canali amministrativi e spesso non accedono ai servizi sociali.
Per questo motivo la rilevazione viene svolta dal vivo, nei luoghi in cui queste persone trascorrono le loro giornate: stazioni, aree pubbliche, portici, mense, dormitori, centri di accoglienza.
I volontari, dopo un percorso di formazione specifica, si muoveranno in piccoli gruppi e compileranno schede strutturate, garantendo anonimato e tutela della privacy. La raccolta non mira solo a quantificare, ma anche a comprendere: si registrano informazioni sul percorso di vita, sulle condizioni di salute, sull’accesso ai servizi e sulle principali vulnerabilità.
Questo metodo, da anni adottato in molti Paesi europei, permette di costruire una fotografia affidabile di una realtà che spesso rimane nell’ombra. L’approccio dal vivo restituisce inoltre dignità all’incontro, perché ogni dato nasce da uno scambio, da una conversazione, da un ascolto attento.
Chi desidera partecipare può candidarsi sul sito




