IL MAR MEDITERRANEO È SEMPRE PIÙ FRAGILE, MINACCIATO DA CAMBIAMENTI CLIMATICI E GESTIONE INSUFFICIENTE. GREENPEACE E BLUE MARINE FOUNDATION LANCIANO IL PROGETTO AMPOWER PER AMPLIARE LE AREE MARINE PROTETTE IN ITALIA E GARANTIRE UNA TUTELA CONCRETA DEGLI ECOSISTEMI E DELLA BIODIVERSITÀ
Mediterraneo più caldo e biodiversità è a rischio: proteggere il mare e gestione efficace
Greenpeace Italia ha documentato l’aumento delle temperature nel Mar Mediterraneo. I dati mostrano un impatto diretto sulla biodiversità marina, sempre più fragile. Per rispondere a questa emergenza, Greenpeace Italia ha lanciato il progetto AMPower, in collaborazione con la ONG inglese Blue Marine Foundation.
Il progetto AMPower punta ad ampliare le superfici di mare protetto in Italia. Vuole anche migliorare la gestione di queste aree, spesso abbandonate o trascurate. L’iniziativa sostiene le Aree Marine Protette (AMP) che hanno presentato proposte di ampliamento. Coinvolge anche le AMP che gestiscono i siti Natura 2000. L’obiettivo è promuovere regolamenti chiari per difendere gli habitat marini e le specie più vulnerabili.
«Sappiamo che senza gestione non c’è protezione, in Italia siamo a meno dell’1% di mare realmente protetto tramite efficaci misure di conservazione», dichiara Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia. «Supportare i progetti di ampliamento delle Aree Marine Protette e aiutarle nella gestione e tutela dei SIC, anche con adeguati finanziamenti dagli enti preposti, è una delle soluzioni per raggiungere l’obiettivo che l’Italia si è dato di proteggere il 30% dei nostri mari entro il 2030».
Le prime Aree Marine Protette coinvolte
Tra le prime AMP selezionate ci sono:
- Isola dell’Asinara in Sardegna
- Torre Guaceto in Puglia
- Isole di Ventotene e Santo Stefano nel Lazio
- Isola di Bergeggi in Liguria
Tutte sono realtà già attive nella tutela ambientale, ma con margini di crescita e miglioramento.
Monitoraggi scientifici per proteggere gli habitat
Il progetto AMPower prevede una serie di monitoraggi scientifici. Saranno realizzati con il supporto del DISTAV dell’Università di Genova.
Gli scienziati studieranno gli habitat da tutelare all’interno delle aree selezionate. Le informazioni raccolte saranno essenziali per definire strategie di conservazione.
Creare una rete tra enti e istituzioni
Un altro obiettivo di AMPower è costruire una rete di collaborazione tra enti pubblici e soggetti locali. Le comunità locali, a cominciare dai pescatori, i diving e gli altri operatori turistici sono partner importanti che saranno coinvolti negli incontri, per far sì che possano essere in prima linea contribuendo a una gestione efficace del mare. In questa rete entreranno le AMP, le Regioni e il ministero dell’Ambiente. Il progetto vuole favorire il dialogo tra questi attori, per promuovere azioni concrete a favore della protezione del mare.
«AMPower è un progetto concreto che propone soluzioni tangibili e realizzabili, facilitando il dialogo fra Aree Marine Protette, Regioni e Stato e promuovendo un programma di conservazione che adotta criteri di rappresentatività ecologica per la tutela di habitat sensibili», dichiara Giulia Bernardi, projects manager in Italia di Blue Marine Foundation. «Le azioni che verranno intraprese, sia dal governo sia dalle associazioni ambientali che lavorano in Italia nei prossimi due anni, determineranno il successo (o l’insuccesso) dell’Italia in questa sfida globale».
Al via i primi monitoraggi in Sardegna
I primi monitoraggi sono iniziati pochi giorni fa in Sardegna. Il lavoro si è concentrato nel Sito di Interesse Comunitario (SIC) dell’Argentiera, nel nord-ovest dell’isola. Questa vasta area è stata individuata per tutelare il delfino tursiope (Tursiops truncatus). I ricercatori hanno anche esaminato i fondali alla ricerca di habitat delicati. Tra gli ecosistemi analizzati ci sono le praterie di Posidonia oceanica e il coralligeno, entrambi fondamentali per la biodiversità mediterranea.
Il modello Argentiera: un esempio da seguire
Il SIC dell’Argentiera rappresenta un modello virtuoso in Italia. La Regione Sardegna ne ha affidato la gestione all’Area Marina Protetta Isola dell’Asinara. Questo è stato possibile grazie a un finanziamento pubblico di circa 200 mila euro. Un’azione concreta che ha trasformato la tutela ambientale da promessa a realtà. Un modello del genere potrebbe essere replicato anche in altre Regioni italiane. Oggi, infatti, la maggior parte dei SIC è gestita direttamente dalle Regioni, senza fondi adeguati o piani chiari di protezione.
«Il progetto AMPower rappresenta una grande opportunità per l’Ente Parco dell’Asinara, individuato dalla Regione Sardegna quale soggetto gestore della vasta area SIC marina che si estende dall’Isola dell’Asinara al Capo dell’Argentiera per 60 mila ettari», dichiara il commissario del Parco dell’Asinara Gianluca Mureddu. «Il progetto ci aiuterà sia nel coinvolgere gli attori del territorio nella nostra mission di conservazione ambientale, sia nel sensibilizzare sull’importanza dei sistemi di protezione della flora e della fauna marina».
Serve una governance più forte per i siti Natura 2000
Molti SIC italiani non hanno monitoraggi regolari né una governance efficace. Al contrario, le AMP mostrano un approccio più strutturato e continuo alla tutela. AMPower vuole colmare questo divario. Il progetto punta a estendere il modello delle AMP anche ai siti Natura 2000, per garantire una protezione reale.
Eventi pubblici e coinvolgimento delle comunità locali
Nei prossimi mesi, AMPower organizzerà eventi pubblici per sensibilizzare sul tema della protezione marina. Gli incontri metteranno in contatto enti, cittadini e operatori locali. Il dialogo tra Regioni, AMP e ministero dell’Ambiente sarà centrale per costruire una strategia condivisa. Anche le comunità locali avranno un ruolo attivo. Saranno coinvolti pescatori, diving e operatori turistici, perché possano partecipare alla gestione del mare in modo responsabile.