GLI ESPERTI OSSERVANO CON ATTENZIONE IL VORTICE POLARE AL POLO NORD. LA SUA RIATTIVAZIONE POTREBBE INFLUENZARE L’INVERNO EUROPEO E ITALIANO, PORTANDO FREDDO INTENSO, INSTABILITÀ E POSSIBILI NEVICATE A BASSA QUOTA
Il vortice polare torna a muoversi: occhi puntati sull’Artico
Al Polo Nord il vortice artico mostra segni di riattivazione. Meteorologi e climatologi seguono con attenzione questa evoluzione. Da questo fenomeno dipenderà l’intensità del prossimo inverno.
Cos’è il vortice polare
Il vortice polare, chiamato anche vortice artico, è una vasta area di bassa pressione stabile in quota sopra il Polo Nord.
Quando compatto, il vortice polare trattiene l’aria fredda nelle regioni artiche. Se invece si indebolisce o si frammenta, può spingere masse gelide verso latitudini più basse, causando ondate di freddo e nevicate fuori stagione.
I primi segnali di riattivazione
Ad agosto 2025 i modelli meteorologici globali, tra cui il GFS * (Global Forecast System) della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration: l’agenzia meteorologica e oceanografica degli Stati Uniti), segnalano i primi segnali di ripresa dopo la pausa estiva. Anche se lontano, il fenomeno può avere impatti diretti sul clima europeo e sull’Italia.
Rafforzamento stratosferico e possibili effetti
Le ultime analisi indicano un rafforzamento della circolazione stratosferica, preludio alla formazione invernale del vortice.
La terza decade di agosto potrebbe portare la prima ondata di freddo sull’Europa settentrionale.
In Italia, i prossimi giorni potrebbero registrare forti perturbazioni e calo delle temperature.
Condizioni che indeboliscono il vortice
Gli esperti osservano condizioni che potrebbero rendere il vortice meno compatto.
In particolare, la fase orientale della QBO ** (Oscillazione Quasi Biennale) e le anomalie termiche recenti – tra gli effetti più visibili della crisi climatica – aumentano il rischio di instabilità.
La QBO facilita la propagazione delle onde planetarie verso l’alto, indebolendo il vortice e favorendo possibili ondate di freddo.
Sudden Stratospheric Warming (SSW)
Un vortice debole può subire veri e propri collassi, chiamati SSW o Sudden Stratospheric Warming (in italiano Riscaldamento Stratosferico Improvviso o RSI). Questi fenomeni influenzano direttamente il meteo invernale, aumentando la probabilità di aria artica su latitudini basse. Il vortice polare debole, quindi, porta instabilità atmosferica, gelo e neve anche a bassa quota.
Possibile inverno freddo in Europa
I primi segnali del vortice fanno ipotizzare un inverno rigido, anche se è troppo presto per previsioni definitive. L’andamento della QBO e le anomalie stratosferiche restano elementi chiave per i meteorologi.
Il ruolo de La Niña
A rafforzare le probabilità di un inverno freddo contribuisce il ritorno de La Niña, fenomeno climatico che raffredda le acque del Pacifico equatoriale.
Questo fenomeno tende a portare climi freddi e umidi in nord America e talvolta anche in Europa meridionale e Mediterraneo occidentale, con gelo e nevicate in Italia.
Aree europee più a rischio
L’interazione tra aria continentale fredda e incursioni umide da ovest potrebbe portare nevicate a quote basse e maggiore instabilità atmosferica.
Secondo gli ultimi scenari modellistici, le probabilità di un inverno rigido aumentano soprattutto per l’area che va dall’Italia alla Spagna, toccando il sud della Francia.
(*) Cos’è il GFS
GFS sta per Global Forecast System ed è il modello meteorologico globale gestito dalla NOAA (l’agenzia meteorologica e oceanografica degli Stati Uniti).
Simula il comportamento dell’atmosfera su scala globale usando equazioni fisiche e matematiche che descrivono il moto dell’aria, il trasferimento di calore, l’umidità, la formazione delle nuvole e così via.
(**) Cos’è la QBO (Oscillazione Quasi-Biennale)
La QBO è una variazione ciclica dei venti nella stratosfera tropicale (a circa 16–50 km di quota).
Questi venti possono soffiare da ovest verso est (fase westerly, positiva) oppure da est verso ovest (fase easterly, negativa).
Il ciclo dura in media 28 mesi e la fase cambia gradualmente, “scendendo” dalla parte alta della stratosfera verso il basso come una specie di “nastro trasportatore”.
Fonti
meteogiornale.it
alnews
Tempo Italia
Istituti di ricerca e università
NASA Earth Observatory
Copernicus Climate Change Service (C3S)
Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC)
Bollettini e modelli ufficiali
Previsioni e aggiornamenti ENSO di NOAA e CPC
Analisi QBO e vortice polare di NOAA/PSL e ECMWF
Rapporti Copernicus sulla temperatura globale e sull’Artico
Portali meteorologici di riferimento
MeteoSwiss
MeteoFrance
SMHI (Svezia)