mercoledì, Maggio 21, 2025

Il “Vangelo Esseno degli Animali”: un messaggio di saggezza e responsabilità

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LA RELAZIONE TRA L’UOMO E GLI ANIMALI È DA SEMPRE OGGETTO DI RIFLESSIONE FILOSOFICA E SPIRITUALE. NEL LIBRO “VANGELO ESSENO DEGLI ANIMALI”, IL FILOSOFO OLIVIER MANITARA ESPLORA QUESTA CONNESSIONE E OFFRE UNA VISIONE CHE INTRECCIA ETICA, SPIRITUALITÀ E RESPONSABILITÀ. L’AUTORE INVITA A UN RINNOVATO RISPETTO PER IL REGNO ANIMALE E L’AMBIENTE

Olivier Manitara e il messaggio del “Vangelo Esseno degli Animali” 

Olivier Manitara è una delle figure più rilevanti nel panorama della spiritualità contemporanea. Filosofo, scrittore e insegnante, ha dedicato la sua esistenza alla riscoperta e alla divulgazione di un sapere antico, radicato nelle comunità mistiche del Medio Oriente. Sebbene rimasto ai margini della storia ufficiale, questo patrimonio conserva un valore straordinariamente attuale.

Nel libro “Vangelo Esseno degli Animali”, Manitara ribalta la concezione antropocentrica (che pone l’uomo al centro dell’universo), invitando l’umanità a superare l’illusione della propria superiorità rispetto alle altre forme di vita. 

Secondo la sua visione, gli animali non sono privi di coscienza né relegati a un ruolo secondario nel disegno della creazione, ma possiedono una funzione essenziale nell’ecosistema terrestre e nell’equilibrio energetico dell’universo.

L’autore sottolinea pertanto che il benessere dell’umanità è indissolubilmente legato a quello del mondo animale: ogni abuso o sopruso perpetrato nei loro confronti si ripercuote come un boomerang sulla condizione esistenziale dell’essere umano. 

Recita il libro:

«Luomo è il cielo degli animali. È così che il destino degli animali dipende da lui. La responsabilità delluomo è di nobilitare, di portare gli animali verso lalto, verso il pensiero, verso ciò che è spirituale, verso il mondo angelico.
Gli animali sono gli organi dell
uomo e sono le virtù che corrispondono ad essi.
Loro formano l
insieme del corpo delluomo. Se costui non rispetta gli animali e li fa soffrire, non si rispetta e fa soffrire se stesso. Se luomo protegge gli animali, si sentirà meglio nei suoi sentimenti, nel suo cuore e nella sua famiglia. Distruggere gli animali significa distruggere tutta una parte di ciò che c’è di bello e di nobile nella natura. Se non ci fossero più le pietre, le piante e gli animali sulla terra, la manifestazione di Dio non potrebbe più esistere ». 

A questo punto, cerchiamo di capire chi erano gli Esseni. 

Chi erano gli Esseni e qual era il loro rapporto con gli animali?

Per comprendere appieno il significato del “Vangelo Esseno degli Animali”, è indispensabile esplorare la storia e i principi fondamentali di questa comunità, avvolta nel mistero e nelle speculazioni. Attivi tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., questi asceti erano noti per la loro visione cosmologica dell’esistenza e per un’esistenza ritirata, lontana dai centri urbani e dalla corruzione della società.

Le fonti storiche, tuttavia, non sono unanimi nel delineare un quadro certo della loro origine e struttura. Il che, lascia spazio a interpretazioni e teorie alternative.

Secondo gli studi più accreditati, i membri di questa confraternita vivevano in comunità isolate, come quella di Qumran, sulle sponde del Mar Morto. Qui avrebbero trascritto e conservato testi sacri che testimoniavano una visione del mondo improntata all’armonia universale. 

Tanto per capirci, ogni elemento della realtà, dall’essere umano agli animali, dalle piante ai minerali, era visto come parte di un grande organismo vivente, regolato da leggi spirituali e morali immutabili.

Quanto alle loro pratiche quotidiane, riflettevano un’etica rigorosa, in cui il vegetarianismo non era semplicemente una scelta alimentare, ma un atto sacro di rispetto per la vita. 

In pratica, il rapporto con il mondo animale non si fondava sul dominio, bensì sulla cooperazione e sulla sacralità dell’esistenza condivisa. Ogni creatura era infatti ritenuta dotata di coscienza e di un’aura spirituale, essenziale per mantenere l’equilibrio divino dell’universo. 

Questa visione li accomuna ad altre tradizioni sapienziali dell’antichità, come il neoplatonismo e alcune correnti orientali, in cui l’interconnessione tra tutti gli esseri è considerata una legge universale. Tuttavia, una domanda sorge spontanea: gli Esseni saranno davvero esistiti?

Mito o realtà storica?

L’esistenza stessa di questa confraternita è stata a lungo dibattuta dagli storici. Le principali fonti che li citano, provengono da autori come Filone di Alessandria, Giuseppe Flavio e Plinio il Vecchio, i quali li descrivono come uomini di grande sapienza, dediti a una vita ascetica e caratterizzati da un profondo rispetto per la conoscenza e la spiritualità.

Eppure, la scarsità di riferimenti diretti nei documenti ufficiali e l’assenza di un’identificazione univoca tra i testi di Qumran e la setta essena sollevano interrogativi sulla reale portata della loro influenza.

Alcuni studiosi ipotizzano che questa confraternita non fosse un gruppo omogeneo e unitario, bensì una corrente esoterica diffusa in diverse regioni del Medio Oriente, influenzata da molteplici tradizioni spirituali.

Tra queste vi era lo zoroastrismo (antica religione persiana fondata da Zaratustra, basata sulla dualità tra il bene e il male e sulla lotta cosmica tra le forze della luce e quelle delle tenebre), l’ermetismo (insieme di dottrine filosofico-religiose attribuite al leggendario Ermete Trismegisto, incentrate sulla conoscenza esoterica e sul principio della corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo) e varie forme di misticismo ebraico, che avrebbero poi trovato espressione nella Cabala e in altre tradizioni sapienziali.

La misteriosa scomparsa degli Esseni

La loro apparente scomparsa coincide con un evento di portata epocale: la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.. Questo luogo sacro rappresentava il centro della vita religiosa e identitaria del popolo ebraico. Costruito dopo il ritorno degli ebrei dall’esilio babilonese, sostituì il primo Tempio fatto erigere da Salomone e distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C.

La devastazione del nuovo edificio avvenne durante l’assedio romano di Gerusalemme, condotto dalle legioni dell’imperatore Tito nel contesto della Prima Guerra Giudaica. Questo tragico episodio segnò la fine dell’autonomia giudaica in Palestina e comportò la dispersione della popolazione ebraica, con conseguenze profonde per il futuro culturale e spirituale del popolo d’Israele.

In definitiva, l’annientamento del Tempio e il crollo delle strutture sacerdotali tradizionali potrebbero aver spinto i membri di questa comunità a disperdersi, lasciando tracce della loro dottrina in altre scuole di pensiero.

Utile precisare che, secondo alcune ipotesi, i loro insegnamenti non andarono perduti, ma si tramandarono attraverso tradizioni occulte, confluendo in correnti cristiane ed eretiche, come lo gnosticismo e i movimenti iniziatici del tardo Medioevo. E non finisce qui.

Connessioni con l’ufologia e le teorie alternative

La visione cosmica di questa confraternita ha attirato l’attenzione non solo di storici e teologi ma anche di ricercatori di fenomeni non convenzionali. Alcune teorie alternative suggeriscono che il loro sapere non fosse semplicemente frutto di una ricerca interiore, ma derivasse da un contatto con entità superiori, viste come maestri celesti o intelligenze non terrestri.

Secondo alcuni autori dell’ambito ufologico, le descrizioni contenute nei Rotoli del Mar Morto potrebbero essere interpretate come riferimenti a presenze ultraterrene. Il concetto di “Figli della Luce”, spesso citato nei testi esseni, viene talvolta associato a esseri spirituali di origine extraterrestre, venuti sulla Terra per guidare l’umanità verso un risveglio interiore.

Alcuni collegano questa visione alla teoria degli “antichi astronauti”, ipotizzando che le conoscenze avanzate di questa comunità fossero il risultato di un’interazione con civiltà evolute, che avrebbero trasmesso insegnamenti spirituali e tecnologici. Sebbene queste ipotesi non siano supportate dalla storiografia ufficiale, esse evidenziano il fascino che la cultura essena esercita ancora oggi, alimentando speculazioni e riletture esoteriche.

Una tradizione che risuona ancora nel presente

Indipendentemente dalla loro effettiva esistenza, il pensiero attribuito a questi mistici ha attraversato i secoli, influenzando correnti spirituali, filosofiche e persino ecologiche.

Nel solco di questa tradizione, Il “Vangelo Esseno degli Animali” di Olivier Manitara non si limita a rievocare un’antica sapienza, ma la traduce in un appello urgente alla consapevolezza e alla responsabilità. In un’epoca in cui gli animali vengono spesso sfruttati e ridotti a meri strumenti al servizio dell’uomo, il messaggio del libro diventa una necessità etica e spirituale.

Manitara sottolinea che il modo in cui l’umanità tratta le altre forme di vita riflette il suo stesso livello di evoluzione interiore: una società che opprime e distrugge il regno animale è una società che ha smarrito la connessione con il divino e con i principi di equilibrio e giustizia.

Lontano da una semplice denuncia, la visione dell’autore si configura quindi come una proposta concreta di trasformazione: passare dalla dominazione alla cooperazione, dalla violenza alla protezione, dall’indifferenza alla consapevolezza. Non si tratta solo di un nuovo modo di concepire gli animali, ma di un cambio di paradigma che investe la relazione dell’uomo con il mondo e con sé stesso.

Numero verde ONA

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