sabato, Gennaio 25, 2025

La spesa nel carrello degli altri. Microstorie dell’impoverimento alimentare in Italia 

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IN UN’ITALIA SEMPRE PIÙ SEGNATA DALLE DISUGUAGLIANZE, IL NUOVO LIBRO DI ANDREA SEGRÈ E ILARIA PERTOT, “LA SPESA NEL CARRELLO DEGLI ALTRI: L’ITALIA E L’IMPOVERIMENTO ALIMENTARE”, CI INVITA A RIFLETTERE SULLE REALTÀ NASCOSTE DIETRO LE STATISTICHE DELLA POVERTÀ. LA SOCIAL CARD GARANTISCE SOLO 45 CENTESIMI AL GIORNO, UNA MISURA INSUFFICIENTE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DELLA SPESA ALIMENTARE

Segrè e Pertot “La spesa nel carrello degli altri: l’Italia e l’impoverimento alimentare” 

Il nuovo saggio di Andrea Segrè, economista da sempre impegnato nella lotta contro lo spreco alimentare e Ilaria Pertot, docente accademica, intitolato “La Spesa nel Carrello degli Altri: L’Italia e l’Impoverimento Alimentare”, offre una potente lente di ingrandimento sulla realtà della povertà alimentare in Italia. L’amara constatazione è che l’accesso al cibo è diventato un privilegio. 

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, curatore della prefazione, ci invita pertanto alla riflessione sottolineando che “nella condivisione siamo tutti saziati, non tutti affamati”. Questa visione non è solo un appello alla carità, ma una chiamata all’azione per affrontare le radici della povertà alimentare e costruire un futuro più equo e dignitoso per tutti. 

Disponibile in libreria dal 30 agosto 2024, il testo non si limita a fornire dati e statistiche ma esplora le storie personali di quanti affrontano la sfida di riempire un carrello della spesa con risorse limitate. Ma iniziamo la lettura. 

Tredici microstorie di “ordinaria” povertà 

Attraverso tredici “microstorie” gli autori esplorano le diverse sfaccettature dell’impoverimento alimentare in Italia, offrendo un ritratto dettagliato della vita quotidiana dei nuovi poveri: persone che, nonostante un’occupazione, non riescono a permettersi una dieta nutrizionalmente adeguata. 

Queste narrazioni danno voce a chi si trova a fronteggiare sfide economiche ogni giorno. Segrè e Pertot descrivono le difficoltà dei pensionati, che spesso devono scegliere tra acquistare cibo o pagare le bollette e dei disoccupati, che vivono l’insicurezza della mancanza di reddito. Emergono inoltre i problemi delle famiglie monoreddito e dei monogenitori, costretti a fare i conti con risorse limitate e a lottare per garantire ai propri figli un pasto dignitoso. 

Questi racconti umani danno un volto e un contesto ai numeri freddi delle statistiche, ricordandoci che dietro ogni cifra c’è una persona reale, con le sue speranze, paure e dignità. 

Di fronte a questa situazione, gli autori sollevano una domanda fondamentale: cosa ha portato a questo stato di cose? 

Una crisi generalizzata 

Il saggio svela una realtà preoccupante. Secondo dati ISTAT, l’aumento dei prezzi e la crisi economica hanno colpito duramente le famiglie meno abbienti, costringendole a ridurre la spesa alimentare del 2,5%.

Questa situazione è destinata a peggiorare, con proiezioni che indicano un aumento dell’insicurezza alimentare del 27% nel Sud e addirittura del 65% nelle aree rurali entro il prossimo anno (dati di Waste Watcher lnternational). 

A complicare ulteriormente il quadro sono fenomeni come il precariato o il lavoro sottopagato, che non offrono garanzie economiche sufficienti. 

Ma c’è di più. 

Un interrogativo amletico 

Gli autori, ispirati dal “modello delle microstorie” dei saggisti e storici Carlo Ginzburg e Giovanni Levi, sottolineano le profonde contraddizioni di una società in cui l’alimentazione, pur essendo un elemento chiave dell’identità culturale collettiva italiana, si sta trasformando in un lusso per molti e in uno spreco per altri. 

Il libro sfida dunque i luoghi comuni e solleva una domanda provocatoria: i poveri mangiano davvero meglio dei ricchi? 

A quanto pare, al di là delle apparenze, le scelte alimentari delle classi più agiate non sono necessariamente migliori. Anche tra i ricchi, le diete spesso non sono all’altezza delle aspettative di salute, influenzate da stili di vita frenetici, mancanza di tempo e tendenze consumistiche. Questo dimostra che le problematiche alimentari non risparmiano nessuno, sebbene colpiscano in maniera più severa chi si trova in condizioni di vulnerabilità economica. 

Attraverso questa lente, Segrè e Pertot non solo sfatano miti e luoghi comuni, ma pongono l’accento sulla necessità di ripensare il nostro approccio al cibo e alla sua distribuzione. In un contesto in cui l’accesso al cibo sta diventando un privilegio anziché un diritto, il saggio invita a riflettere su come affrontare le disuguaglianze alimentari e promuovere una maggiore giustizia sociale. In che mondo? 

Un manifesto per il cambiamento

“La spesa nel carrello degli altri” non si limita a offrire un ritratto crudo della situazione attuale, ma si propone anche come un manifesto per il cambiamento, suggerendo soluzioni concrete per affrontare e invertire queste tendenze negative.

Gli autori analizzano in dettaglio le politiche pubbliche, l’evoluzione del mercato del lavoro e il costo crescente della vita, evidenziando come le attuali misure di sostegno, come la social card che fornisce solo 45 centesimi al giorno, siano del tutto insufficienti per affrontare la complessità del problema. 

Segrè e Pertot sollecitano quindi interventi strutturali e di lungo termine da parte di tutte le parti interessate, dalle istituzioni governative ai singoli cittadini, che possano garantire a tutti l’accesso a un’alimentazione adeguata e di qualità.

La prefazione del Cardinale Matteo Maria Zuppi rafforza questo messaggio, ricordandoci che “nella condivisione siamo tutti saziati, non tutti affamati”. Questa frase riassume l’essenza del libro: la giustizia alimentare non è solo una questione di carità, ma un imperativo morale e sociale. 

Numero verde ONA

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