martedì, Novembre 18, 2025

Antartide: al via la 41ª spedizione della ricerca italiana

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HA PRESO IL VIA LA 41ESIMA SPEDIZIONE ITALIANA IN ANTARTIDE, COORDINATA DA CNR, ENEA E OGS , NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA NAZIONALE DI RICERCHE IN ANTARTIDE (PNRA). OLTRE DUECENTO TRA TECNICI E RICERCATORI SONO IMPEGNATI IN ATTIVITÀ CHE SPAZIANO DALLA GLACIOLOGIA ALLA CLIMATOLOGIA, DALLA BIODIVERSITÀ ALL’OCEANOGRAFIA, TRA BASI TERRESTRI E LA NAVE ROMPIGHIACCIO LAURA BASSI

Un programma di ricerca internazionale

La missione, finanziata dal ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), è attuata congiuntamente da CNR, ENEA e OGS. Il CNR coordina le attività scientifiche, ENEA cura la logistica nelle basi e OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) gestisce le operazioni tecniche e scientifiche della rompighiaccio Laura Bassi.

Le attività si svolgono tra le basi Mario Zucchelli e Concordia e a bordo della nave di ricerca Laura Bassi, coinvolgendo un totale di circa duecento partecipanti tra ricercatori, tecnici e personale di supporto.

Missione Antartide: ripristino e ammodernamento delle basi

Il primo contingente tecnico, già arrivato in Antartide, ha riattivato la base Mario Zucchelli, chiusa da febbraio e avviato le operazioni per l’allestimento della pista di atterraggio sul ghiaccio marino, in collaborazione con la 46ª Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana.

Come spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide di ENEA, la stagione prevede interventi di ammodernamento infrastrutturale, tra cui la manutenzione del molo, la riqualificazione della viabilità interna e la realizzazione di nuovi impianti tecnici.

«A Concordia, – prosegue Campana – oltre alla manutenzione infrastrutturale delle due torri e degli shelter che compongono la stazione, saranno realizzati interventi per ridurre l’accumulo nevoso e per l’installazione di un nuovo modulo acqua nell’area Summer Camp».

Le attività scientifiche alla base Mario Zucchelli

Il primo gruppo di ricercatori è arrivato alla Mario Zucchelli il 6 novembre. Qui ha trovato operativi centoquattordici tra scienziati e tecnici, impegnati in quattordici progetti e osservatori permanenti.

Le ricerche riguarderanno:

  • lo studio delle interazioni tra Terra, ghiaccio e clima;
  • l’analisi dell’inquinamento e dell’impatto antropico sugli ecosistemi polari;
  • la biodiversità e gli adattamenti degli organismi viventi in condizioni estreme;
  • indagini geofisiche e geodetiche sulla crosta terrestre;
  • attività di astronomia, astrofisica e meteorologia spaziale.

Diversi progetti del PNRA si svolgeranno inoltre in collaborazione con basi e navi di ricerca internazionali, confermando il carattere aperto e cooperativo della missione italiana.

La stagione estiva a Concordia

A oltre 3mila metri di altitudine, la base italo-francese Concordia ospiterà circa ottanta partecipanti e trentanove progetti di ricerca, in collaborazione con l’Istituto Polare Francese Paul-Émile Victor (IPEV) e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Il nuovo contingente invernale, composto da dodici winterover (cinque italiani, sei francesi e un britannico), garantirà la continuità delle attività scientifiche durante i nove mesi dell’inverno polare, in completo isolamento e con temperature fino a –80 °C.

Il progetto “Beyond EPICA – Oldest Ice”

A metà novembre sarà riaperto il campo di Little Dome C, situato 35 chilometri da Concordia, per la fase conclusiva del progetto internazionale “Beyond EPICA – Oldest Ice”, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal CNR-Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP).

Le operazioni di perforazione e campionamento mirano a estrarre carote di ghiaccio risalenti a oltre 1,2 milioni di anni fa. Offrendo informazioni preziose per ricostruire il clima della Terra nel passato remoto.

Collaborazioni scientifiche e nuovi progetti

«Questa spedizione conferma l’impegno del CNR nel coordinamento della ricerca di eccellenza», spiega Giuliana Panieri, direttrice del CNR-ISP. «Accanto a progetti consolidati, ne avvieremo di nuovi con importanti collaborazioni internazionali, per approfondire la conoscenza dei cambiamenti climatici e valutare l’impatto delle attività umane anche in luoghi così remoti e fragili».

La missione della nave Laura Bassi

Salpata da Trieste a inizio ottobre, la rompighiaccio Laura Bassi raggiungerà la Nuova Zelanda a metà novembre dopo aver attraversato il Canale di Panama. Il 25 novembre inizierà la navigazione verso l’Antartide, dove resterà operativa fino a marzo 2026, impegnata in cinque progetti scientifici e oltre 190 giorni di attività.

A bordo lavoreranno ventotto tra ricercatori e tecnici e un equipaggio di ventitré persone.

Come evidenzia Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS, la nave affronta la sua sesta missione antartica con un nuovo assetto tecnico. Frutto di un piano di ammodernamento sostenuto dal MIUR, che migliorerà sia le condizioni di vita a bordo sia la qualità della ricerca scientifica.

Il contributo delle Forze Armate e dei Vigili del Fuoco

Alla spedizione partecipano anche venti esperti militari appartenenti a Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri. Questi forniranno supporto logistico e operativo durante le campagne esterne, subacquee e aeree. A loro si aggiungono tre membri del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, impegnati nelle attività di sicurezza e assistenza tecnica.

Un impegno per la conoscenza e la sostenibilità

Con oltre quattro decenni di presenza stabile nel continente bianco, l’Italia conferma il proprio ruolo di protagonista nella ricerca polare internazionale.

La 41ª spedizione del PNRA rappresenta un tassello fondamentale per comprendere le dinamiche del clima globale e contribuire a strategie di sostenibilità fondate sulla conoscenza scientifica e sulla cooperazione internazionale.

Numero verde ONA

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