domenica, Ottobre 26, 2025

West Nile, clima estremo e malattie reumatologiche

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IL CAMBIAMENTO CLIMATICO NON RAPPRESENTA SOLO UNA MINACCIA PER L’AMBIENTE MA ANCHE PER LA SALUTE. NEGLI ULTIMI GIORNI, IN ITALIA, L’ATTENZIONE È TORNATA SUL VIRUS WEST NILE, LA CUI DIFFUSIONE È FAVORITA DAL CALDO E DALLA PROLIFERAZIONE DELLE ZANZARE. TRA I PIÙ ESPOSTI AL RISCHIO DI COMPLICANZE CI SONO LE PERSONE FRAGILI, IN PARTICOLARE I PAZIENTI REUMATOLOGICI

Malattie reumatologiche e clima: un legame pericoloso

Le temperature elevate registrate in questi giorni rappresentano una sfida crescente per i milioni di persone affette da patologie reumatologiche. Come riportato dall’agenzia ANSA, il presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR), Andrea Doria, «fenomeni come ondate di calore, alti livelli di umidità e inquinamento atmosferico possono influenzare la comparsa e l’aggravarsi di malattie come artrite reumatoide, lupus e gotta, con conseguente aumento delle ospedalizzazioni».

Le cause biologiche dell’aggravamento

Gian Domenico Sebastiani, past president della SIR spiega sempre ad ANSA, che «l’esposizione a temperature elevate stimola il rilascio di citochine infiammatorie e aumenta lo stress ossidativo, peggiorando i sintomi di molte malattie autoimmuni». Senza contare che «l’inquinamento atmosferico, inoltre, può agire a livello epigenetico, modificando il funzionamento dei geni e favorendo l’insorgenza di infiammazione o autoimmunità nelle persone predisposte».

Emergenze sanitarie e nuove minacce infettive

Il cambiamento climatico incide anche sull’accesso alle cure, sulle catene di distribuzione dei farmaci, sulla sicurezza alimentare e sulla diffusione di malattie infettive. Un esempio è il virus del West Nile, attualmente sotto osservazione, che rappresenta un pericolo per chi soffre di malattie reumatologiche e assume farmaci immunosoppressori, rendendo il sistema immunitario più vulnerabile.

West Nile: cos’è

Il Virus del Nilo Occidentale, noto anche con il nome inglese West Nile Virus (WNV), è un virus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, la stessa del virus della febbre gialla e di alcune encefaliti. Scoperto per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto del Nilo Occidentale da cui prende il nome, il virus si è diffuso negli anni in Africa, Medio Oriente, India e, più recentemente, anche in Europa.

In natura, i principali serbatoi del virus sono gli uccelli migratori, ma possono esserne colpiti anche altri volatili, come i gabbiani. Il contagio avviene attraverso la puntura delle zanzare Culex, che rappresentano il vettore principale della trasmissione.

In rari casi, il virus può essere trasmesso anche tramite trasfusioni di sangue, motivo per cui le autorità sanitarie attivano regolarmente controlli e misure precauzionali durante i periodi più critici.

West Nile: cosa sta succedendo in Italia

In queste settimane il West Nile è tornato a far parlare di sé anche in Italia, con un bilancio che dall’inizio dell’anno conta già otto decessi. I casi si concentrano soprattutto tra Lazio e Campania, dove si stanno registrando i numeri più alti.

Nella sola Campania, ad esempio, ci sono 23 casi tra sospetti e confermati e quattro persone sono già decedute. Un uomo di 72 anni è morto – mercoledì 30 luglio 2025 – nell’ospedale di Caserta, dove era ricoverato. L’anziano era di Maddaloni, nel Casertano, come un altro dei deceduti; anche quest’ultimo aveva malattie pregresse e un quadro clinico complesso.

Nel Lazio, l’ultimo decesso riguarda un uomo di 86 anni ricoverato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, che aveva diverse patologie pregresse.

zanzara

Di fronte a questi numeri, le autorità sanitarie invitano a non allarmarsi ma anche a non sottovalutare la situazione. L’Istituto Superiore di Sanità ha sottolineato che l’andamento dei contagi è simile a quello degli anni passati. E lo stesso presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha ricordato che nel 2024 i decessi erano stati ancora più numerosi.

Consigli utili

Nel frattempo sono state attivate misure preventive su più fronti. In ben trentuno province italiane sono state introdotte restrizioni temporanee alla donazione del sangue, oppure è stato reso obbligatorio un test specifico per i donatori.

A livello locale, diverse regioni hanno avviato programmi di disinfestazione contro le zanzare, con interventi mirati nei comuni più a rischio. Il Lazio, ad esempio, ha stanziato 1milione di euro per sostenere le disinfestazioni nei territori ancora inadempienti. Il ministero della Salute e la Società Italiana di Reumatologia raccomandano massima attenzione e misure di prevenzione adeguate.

Le raccomandazioni da parte del ministero della Salute sono le consuete ma fondamentali: utilizzare repellenti, indossare maniche lunghe e pantaloni nelle ore serali o in zone a rischio, ed evitare il più possibile i ristagni d’acqua nei giardini, balconi o spazi aperti.

L’attenzione verso la prevenzione è aumentata anche da parte dei cittadini: secondo Federfarma Roma, le vendite di prodotti contro le zanzare sono cresciute del 20%, con picchi nelle aree più esposte.

Numero verde ONA

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