venerdì, Ottobre 3, 2025

Safe 2 Eat 2025: additivi alimentari sotto la lente dell’EFSA

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LA CAMPAGNA SAFE2EAT TORNA CON UN FOCUS SUGLI ADDITIVI, SOSTANZE SPESSO GUARDATE CON SOSPETTO DAI CONSUMATORI. L’OBIETTIVO È FARE CHIAREZZA, MOSTRANDO COME SIANO STRETTAMENTE REGOLAMENTATI E CONTROLLATI. L’INIZIATIVA, PROMOSSA DALL’EFSA CON IL MINISTERO DELLA SALUTE, INTENDE RAFFORZARE LA FIDUCIA NEL CIBO CHE ARRIVA SULLE NOSTRE TAVOLE.

Safe 2 eat: la campagna europea sulla sicurezza alimentare

Da cinque anni l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il ministero della Salute collaborano per diffondere conoscenze scientifiche con un linguaggio semplice e accessibile. Safe2Eat è una campagna che coinvolge milioni di cittadini europei: solo nel 2024 ha raggiunto oltre 50milioni di persone. L’obiettivo è promuovere scelte consapevoli e far crescere la fiducia nel sistema di sicurezza alimentare dell’Unione europea, considerato tra i più rigorosi al mondo.

Nel 2025 la campagna in Italia è iniziata ad aprile con un approfondimento sui focolai di tossinfezioni legati ad alimenti vegetali (ANOA). Da settembre, invece, i riflettori si accendono sugli additivi alimentari, tema spesso circondato da dubbi e false credenze.

Additivi: cosa sono davvero

Gli additivi sono sostanze aggiunte intenzionalmente ai cibi con uno scopo preciso: migliorare la conservazione, l’aspetto, il gusto o la stabilità di un prodotto. Non entrano a caso negli alimenti: prima di essere autorizzati, vengono sottoposti a un processo rigoroso di valutazione da parte dell’EFSA e approvati dalla Commissione Europea.

Ogni additivo ha una “carta d’identità” che ne definisce le caratteristiche e i requisiti di purezza ed è riconoscibile da una sigla composta dalla lettera “E” seguita da un numero. Alcuni derivano da sostanze naturali: la vitamina C (E 300), la pectina presente nella frutta (E 440), la lecitina del tuorlo d’uovo (E 322). Altri hanno origine animale, come l’acido carminico (E 120), estratto dalla cocciniglia. Altri ancora vengono sintetizzati chimicamente, ad esempio l’amaranto (E 123).

Prosegue la campagna Safe2Eat promossa dall’EFSA in collaborazione con il Ministero della Salutecon focus sugli additivi.

Additivi: funzioni e tipologie

Gli additivi si distinguono in categorie precise. I coloranti (E 100–E 199) migliorano l’aspetto visivo degli alimenti. I conservanti (E 200–E 299) rallentano il deterioramento, allungando la durata dei prodotti. Gli antiossidanti e i correttori di acidità (E 300–E 399) prevengono alterazioni di colore o sapore e stabilizzano il grado di acidità. Altri additivi hanno funzioni specifiche nei processi produttivi, garantendo che i cibi arrivino sulle nostre tavole sicuri e integri.

Safe 2 eat: controlli in Italia ed Europa

Le regole europee stabiliscono in quali alimenti possono essere usati gli additivi e in quali quantità. In Italia, il ministero della Salute verifica il rispetto delle norme attraverso il Piano Nazionale Additivi Alimentari. Nel periodo 2020-2024 sono stati analizzati ogni anno circa 1.840 campioni, con un tasso di non conformità di poco superiore all’1%. Un risultato che conferma l’efficacia del sistema di controlli.

Secondo Camilla Smeraldi, tossicologa dell’EFSA, i consumatori possono essere certi che gli additivi autorizzati soddisfano norme di sicurezza rigorose. In etichetta la loro presenza deve essere sempre dichiarata, offrendo trasparenza totale al consumatore.

Le percezioni dei consumatori

Un’indagine Ipsos condotta nel 2024 mostra come il gusto (56%), il costo (50%) e la durata di conservazione (37%) restino i criteri principali che guidano le scelte alimentari. Tuttavia, la sicurezza sta guadagnando terreno: il 40% delle persone coinvolte nella campagna ora tiene conto della sicurezza alimentare quando fa acquisti, rispetto al 35% del pubblico generale.

Questo cambiamento evidenzia il valore della comunicazione scientifica: spiegare in modo chiaro i processi di controllo riduce ansie e alimenta fiducia.

Safe 2 eat: lo stile comunicativo della campagna

Safe2Eat non si rivolge solo agli esperti. È pensata per un pubblico ampio, dai 18 ai 55 anni, con l’obiettivo di coinvolgere anche chi ha meno familiarità con i temi della sicurezza alimentare. Il linguaggio è semplice, rassicurante e positivo. Le attività di comunicazione spaziano dall’ufficio stampa alle media partnership, dall’influencer marketing al programmatic advertising.

La campagna vive anche online: i materiali didattici sono disponibili sul sito ufficiale e i contenuti social vengono diffusi con l’hashtag #Safe2EatEU, invitando i cittadini a interagire direttamente.

Safe 2 eat: l’importanza di fidarsi della scienza

Il tema degli additivi mette in luce una sfida più ampia: il rapporto tra scienza e opinione pubblica. Spesso l’assenza di informazioni accurate alimenta paure ingiustificate. La trasparenza del sistema europeo, invece, dimostra che l’uso di additivi è sicuro perché fondato su valutazioni indipendenti e aggiornate.

Ogni autorizzazione può essere rivista se emergono nuovi dati scientifici. Questo approccio dinamico è il vero punto di forza della regolamentazione europea: non si tratta di una fotografia immobile, ma di un processo continuo di verifica.

Safe 2 eat: la cultura della sicurezza

L’esperienza di Safe2Eat dimostra che la comunicazione pubblica può incidere sulle abitudini quotidiane. Spiegare come funzionano i controlli, cosa significano le sigle in etichetta, quali garanzie esistono, rende i cittadini più consapevoli. E cittadini consapevoli sono anche più esigenti, chiedono qualità e trasparenza, costringendo produttori e distributori a mantenere standard elevati.

In questo senso, la campagna non ha solo un valore educativo, ma anche un impatto sul mercato.

Numero verde ONA

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