lunedì, Dicembre 1, 2025

Italia in fiamme: oltre 30mila ettari bruciati nel 2025. L’allarme di Legambiente

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NEI PRIMI SETTE MESI DEL 2025 L’ITALIA HA REGISTRATO UNA PREOCCUPANTE IMPENNATA DEGLI INCENDI BOSCHIVI. IL DOSSIER “L’ITALIA IN FUMO” DI LEGAMBIENTE EVIDENZIA CHE LE FIAMME HANNO GIÀ DISTRUTTO OLTRE 30MILA ETTARI DI TERRITORIO, UNA SUPERFICIE PARI A 43.400 CAMPI DA CALCIO, SUPERANDO I DATI DELL’INTERO 2022. UN’EMERGENZA CHE INTRECCIA CRISI CLIMATICA, INCURIA E CRIMINALITÀ

Un’emergenza in crescita

Secondo i dati riportati sulla testata online Futoora, tra gennaio e luglio 2025 sono andati in fumo 30.988 ettari, contro i 28.224 dell’intero 2022. Gli incendi registrati sono stati 653, con una media di 3,3 al giorno. Particolarmente allarmante è la dimensione media dei roghi: circa 47 ettari per evento, rendendo sempre più complesso l’intervento e il contenimento. Inoltre, oltre il 15% degli incendi si è verificato nei primi quattro mesi dell’anno, segno di una stagionalità ormai mutata.

Sud e isole le più colpite

Il Meridione si conferma l’area più esposta. La Sicilia è in testa con 16.938 ettari bruciati in 248 incendi, seguita da Calabria (3.633 ha), Puglia (3.622 ha), Basilicata (2.121 ha), Campania (1.826 ha) e Sardegna (1.465 ha). In Basilicata, la media per singolo incendio ha superato i 160 ettari.

incendi boschivi

Anche alcune regioni del Centro-Nord risultano colpite, seppur in misura minore, tra cui Lazio, Bolzano e Lombardia. Dei 30.988 ettari totali, 18.115 erano aree naturali, 12.733 agricole e 120 artificiali.

Incendi dolosi e impunità diffusa

Il rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente citato dalla testata online segnala 3.239 reati legati agli incendi boschivi, di cui 1.197 dolosi. Tuttavia, nel 95% dei casi i responsabili restano ignoti: solo 459 persone sono state denunciate e appena 14 arrestate. Legambiente sottolinea che circa il 70% degli incendi non boschivi ha origine dolosa, favorita dalla carenza di indagini e da una scarsa mappatura dei punti di innesco.

Aree protette e ritardi nei piani AIB

Ben 6.260 ettari bruciati si trovavano in aree Natura 2000, con 198 incendi registrati. Il rogo più esteso ha colpito Dualchi (NU), devastando 439 ettari. Le regioni più colpite nelle aree protette sono Puglia (2.169 ha) e Sicilia (1.547 ha).

La situazione dei Piani Antincendio Boschivo (AIB) è critica: su 24 parchi nazionali, solo 8 hanno piani vigenti; 11 li hanno approvati ma non completati; 5 operano con documenti scaduti. Nelle 67 riserve naturali statali, la maggior parte è ancora priva di strumenti aggiornati. La frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali rende la gestione ancora più complessa.

Le richieste di Legambiente

Legambiente chiede un cambio di passo: serve una strategia nazionale integrata che vada oltre l’emergenza. Prevenzione, monitoraggio, vigilanza e sostegno alle comunità rurali sono elementi chiave per ridurre il rischio incendi.

A esprimersi su quanto sta accadendo, anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente che propone un inasprimento delle pene per ogni tipo di incendio e Antonio Nicoletti, responsabile aree protette che sottolinea l’importanza di replicare e coordinare le buone pratiche già attive, all’interno di una governance nazionale più solida.

Numero verde ONA

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