giovedì, Settembre 25, 2025

Ddl caccia 1552: preoccupazione per l’apertura della stagione venatoria

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LA NUOVA STAGIONE VENATORIA SI APRE IN UN CLIMA DI TENSIONE, TRA ALLARMI PER LA SICUREZZA E UN DISEGNO DI LEGGE, IL N. 1552, CHE PUNTA A RIFORMARE LA STORICA LEGGE 157/1992 E RIDISEGNA CALENDARI, AREE APERTE ALLA CACCIA E ACCENDE IL DIBATTITO SU SPIAGGE, DEMANIO, TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ E DEREGOLAMENTAZIONE

Che cos’è il Ddl 1552 e a che punto è l’iter

Il disegno di legge S. 1552, a firma dei senatori Malan, Romeo, Gasparri e Salvitti, propone modifiche organiche alla legge 11 febbraio 1992 n. 157 su fauna e prelievo venatorio. Il testo base conta 18 articoli e ha avviato l’esame in Senato durante l’estate. La discussione in Aula è stata calendarizzata per ottobre, con forte mobilitazione di associazioni favorevoli e contrarie.

In opposizione a questo disegno di legge, 55 associazioni ambientaliste e animaliste nazionali e locali fra cui EARTH, LAV, ENPA, WWF, Lipu, LNDC, Humane World for Animals, Legambiente, hanno rivolto un appello a senatori e deputati affinché respingano il provvedimento.

«I firmatari del DDL affermano che la loro proposta legislativa mira a tutelare gli agricoltori dai danni causati dalla fauna selvatica – spiega Valentina Coppola, presidente di EARTH – ma si tratta di una evidente narrazione distorta poiché il DDL contiene addirittura la possibilità, attualmente negata ai cacciatori dalla legge in vigore, di entrare a cacciare nei terreni seminativi. Rimpiangeranno i cinghiali gli agricoltori quando gruppi di cacciatori entreranno nelle loro proprietà calpestando quanto seminato e magari portando via parte del raccolto, quando a pochi metri dalle loro abitazioni pioveranno piombini che feriranno o uccideranno i loro animali domestici».

La nuova stagione venatoria riapre il tema della convivenza tra caccia, agricoltura, fruizione del territorio e sicurezza.

Le associazioni promotrici ribadiscono la necessità di una riflessione seria e approfondita, che tenga conto della volontà della maggioranza degli italiani, della tutela della fauna selvatica quale bene comune e dei principi costituzionali di protezione dell’ambiente e della biodiversità.

In particolare le associazioni ambientaliste criticano l’estensione temporale della caccia, la potenziale riduzione di superfici protette, il ruolo attenuato di ISPRA e il ritorno ai richiami da cattura. Viene chiesto il ritiro o la profonda revisione del testo, in coerenza con Costituzione e direttive europee.

Ma vediamo di seguito nel dettaglio cosa cambia il DDL Caccia rispetto alla 157/92.

Cosa cambia davvero rispetto alla 157/92?

Rispetto alla 157/92, il Ddl 1552 sposta l’asse da protezione a gestione attiva dove la caccia è intesa come attività sportiva, economica e strumento di contenimento delle specie. Renderebbe flessibili i calendari oltre la prima decade di febbraio, riconfigurando quote e mappature delle aree sottratte alla caccia, con possibilità di riduzioni. Ridimensiona il carattere vincolante del parere ISPRA. Mentre le spiagge restano vietate nel testo base, gli emendamenti potrebbero mutare lo scenario. Vediamo il tutto nel dettaglio.

Calendari venatori: l’addio al vincolo della “prima decade di febbraio”

La norma vigente consente alle Regioni di posticipare alcune specie “non oltre la prima decade di febbraio”, previo parere ISPRA, vincolante. Il Ddl elimina quel limite temporale e trasforma il parere in atto non più vincolante, affiancando al parere ISPRA anche quello del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale. Ne deriva una potenziale estensione di caccia in tardo inverno, fase delicata della migrazione prenuziale. Si tratta chiaramente di un punto centrale della riforma.

Aree protette e quote minime: il nodo della “riconfigurazione”

La 157/92 impone quote minime di territorio da sottrarre alla caccia. Il Ddl chiede alle Regioni una mappatura puntuale e prevede che, se le percentuali protette superano i “limiti di legge”, si proceda a riportarle entro quei limiti tramite intesa in Conferenza Stato-Regioni. In concreto, ciò potrebbe ridurre superfici oggi protette oltre il minimo, con ricadute sulla connettività ecologica. Il testo inserisce anche parchi, oasi e zone di ripopolamento nel computo delle percentuali.

Richiami vivi e caccia sulle spiagge e nelle foreste demaniali

Il Ddl riscrive gli articoli 4 e 5 della 157/92. Conferma l’uso dei richiami vivi da cattura e di quelli di allevamento con regole aggiornate. Stabilisce per i richiami di cattura limiti numerici per cacciatore, mentre elimina limiti per i richiami allevati, se inanellati. Si ritornerebbe quindi alla riapertura degli impianti di cattura di uccelli da utilizzare come richiami vivi.

Ben otto Senatori, appartenenti a tutti i Gruppi parlamentari di maggioranza – Maffoni e Salvitti (FdI), Paroli e Damiani (FI), Bizzotto, Cantalamessa, Germanà e Minasi (Lega) – hanno sottoscritto l’emendamento n. 6.29 che apre la caccia anche nel demanio marittimo, ad eccezione delle aree oggetto di concessione balneare.

Ciò significa, dunqu,e che nelle spiagge libere, nei porti e sulle scogliere si potrà sparare. A questo se ne aggiungono altri tre: il 6.71, Fallucchi (FdI) e il 6.77 Germanà (Lega) che sopprimono per intero il divieto di caccia nei terreni del demanio marittimo.

Si potrà quindi sparare sempre ovunque. L’emendamento 6.78 Ancorotti (FdI), invece, prevede che la caccia sia vietata esclusivamente nei litorali dove sono presenti stabilimenti balneari e, fino al 30 settembre, in tutti gli arenili per una fascia di un chilometro a partire dalla linea di battigia. Tradotto: a partire dal 1° ottobre le spiagge diventano una zona di guerra.

Il Ddl specifica che le aree del demanio forestale rientrano nel territorio soggetto a programmazione venatoria.

Terreni, appostamenti e accesso: effetti pratici sul territorio

Il Ddl elimina il contingente massimo di autorizzazioni per appostamenti fissi, lasciando alle Regioni la disciplina e l’autorizzazione. Aggiorna la pianificazione faunistico-venatoria e riassegna competenze alle Regioni, superando l’impianto centrato sulle Province. Resta fermo, nel quadro vigente, il divieto di caccia in forma vagante su terreni in attualità di coltivazione, come prevede la 157/92 e le relative normative regionali.

La caccia sui valichi di montagna

Il Senato ha approvato invece in via definitiva il ddl “Montagna”, che modifica l’art. 21, comma 3, della legge 157/1992: non c’è più il divieto generalizzato di caccia “in prossimità” dei valichi montani interessati dalle rotte migratorie, ma restrizioni circoscritte ai soli valichi dove le migrazioni sono rilevanti e il paesaggio crea un “collo di bottiglia”.

In questi casi la legge prevede l’istituzione di zone di protezione speciale, da individuare entro sei mesi dai ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura. Nel frattempo vengono ripristinate le autorizzazioni in vigore nella scorsa stagione, superando di fatto i divieti generalizzati derivati dalle sentenze dei TAR.

I comportamenti illeciti dei cacciatori con lapertura della stagione venatoria

Con l’apertura della stagione ventatoria, lo sportello legale di EARTH Odv ha ricevuto decine di esposti su condotte illecite documentate: caccia a distanze illegali dalle abitazioni, invasioni di fondi agricoli e terreni seminativi, persino colpi esplosi verso le case.

«Si tratta di situazioni non solo irregolari, ma potenzialmente molto pericolose per la pubblica incolumità – dichiara Valentina Coppola -. Molti cittadini si sono rivolti a noi con grande preoccupazione, temendo per la propria sicurezza, quella dei propri familiari e degli animali domestici. La presenza di cacciatori armati vicino alle abitazioni rappresenta una violazione non solo della legge, ma anche del diritto alla tranquillità e alla sicurezza nelle proprie proprietà».

L’associazione ha trasmesso diverse segnalazioni alle autorità e chiede vigilanza rafforzata nei territori rurali e periurbani, specie nei fine settimana.

«Chiediamo il rispetto delle norme sul distanziamento dalle abitazioni, il divieto di accesso ai fondi coltivati senza autorizzazione e il controllo rigoroso dell’uso delle armi – conclude EARTH -. Ricordiamo ai cittadini che possono contattarci per segnalare comportamenti illeciti e ottenere assistenza legale».

Numero verde ONA

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