SE LA TEMPERATURA AUMENTA DI 4 GRADI, SAREMO TUTTI PIÙ POVERI: UN NUOVO STUDIO RIVELA CHE IL RISCALDAMENTO GLOBALE POTREBBE RIDURRE IL REDDITO INDIVIDUALE DEL 40%. LA CRISI CLIMATICA È ANCHE UNA QUESTIONE ECONOMICA GLOBALE
Crisi climatica: un futuro con meno risorse
Un aumento della temperatura globale di 4 °C rispetto ai livelli preindustriali ci renderebbe in media il 40% più poveri. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Environmental Research Letters, che rivede al rialzo – e in modo drammatico – le stime degli impatti economici del cambiamento climatico.
Le ricerche precedenti parlavano di una perdita dell’11%. Ora sappiamo che la realtà potrebbe essere quasi quattro volte peggiore.
Se il riscaldamento restasse “solo” entro i +2 °C – obiettivo sempre più difficile da mantenere – il Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite mondiale diminuirebbe comunque del 16%, un crollo che supera di gran lunga l’1,4% stimato finora. Queste nuove proiezioni impongono una riflessione urgente sulle politiche climatiche, che finora hanno sottovalutato i rischi reali.
Crisi climatica: l’errore nei modelli precedenti
Cosa cambia rispetto al passato? I modelli economici precedenti consideravano gli effetti dei cambiamenti climatici su scala locale, trascurando l’impatto che eventi estremi – come siccità, inondazioni, incendi e uragani – possono avere sulle catene globali di approvvigionamento.
Il coordinatore dello studio, Timothy Neal, sottolinea che l’errore più grave è stato ignorare la connessione tra le economie mondiali. La globalizzazione rende ogni paese vulnerabile agli shock climatici che avvengono anche a migliaia di chilometri di distanza. Un raccolto andato perso in India, per esempio, può significare meno grano e prezzi più alti anche in Europa.
L’illusione del vantaggio per il nord del mondo
C’è chi sostiene che alcune aree fredde – come il Canada, la Russia o la Scandinavia – potrebbero beneficiare del riscaldamento. In parte è vero, ma è una visione miope. Anche in quelle zone, i vantaggi locali sarebbero neutralizzati dagli effetti globali.
Secondo Neal, la crisi colpirà in modo diseguale, ma non risparmierà nessuno. Le economie più forti dipendono dai mercati globali e dalle reti commerciali internazionali. Se un tratto della filiera globale si spezza, tutto il sistema ne risente.

La crisi climatica è una crisi economica, non solo ambientale
La crisi climatica non è più solo una questione di ambiente e biodiversità. È una minaccia concreta per il benessere economico di miliardi di persone. I nuovi dati parlano chiaro: senza un’azione politica decisa, ci aspetta un futuro fatto di lavori persi, redditi più bassi, prezzi più alti e disuguaglianze più marcate.
Lo ricorda anche Mark Lawrence, esperto di rischio climatico: l’aver trascurato i veri costi economici del cambiamento climatico ci ha portato a rimandare interventi che potevano salvarci non solo ambientalmente, ma anche finanziariamente. L’urgenza non è più discutibile.