mercoledì, Settembre 24, 2025

City Nature Challenge 2024: è record mondiale

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DAL 26 AL 29 APRILE 2024 È TORNATA LA CITY NATURE CHALLENGE. L’EVENTO ANNUALE CHE COINVOLGE CITTÀ DI TUTTO IL MONDO NELLA RACCOLTA DATI SULLA BIODIVERSITÀ URBANA. LO SCOPO DI QUESTA COMPETIZIONE AMICHEVOLE È DI SENSIBILIZZARE LA POPOLAZIONE SULLE RICCHEZZE NATURALI CHE CIRCONDANO LE NOSTRE COMUNITÀ. QUEST’ANNO HA RAGGIUNTO IL RECORD DI 2,4MILIONI DI OSSERVAZIONI DI FLORA E FAUNA SELVATICA A LIVELLO MONDIALE

“Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso”  Jose Ortega y Gasset

City Nature Challenge

Il City Nature Challenge nasce nel 2016 da un’idea dell’Accademia delle Scienze della California e del Museo di Storia Naturale di Los Angeles. Questo concorso è la più grande iniziativa di citizen science, ossia una competizione internazionale di rilevamento e registrazione di osservazioni naturalistiche.

Le città che hanno partecipato si sono sfidate per registrare il maggior numero di osservazioni di flora e fauna selvatica nel proprio territorio urbano e periurbano, utilizzando l’applicazione Inaturalist.

Più di 83mila persone in 690 città di 51 Paesi di tutti e 7 i continenti hanno documentato più di 2,4 milioni di osservazioni sulla flora e sulla fauna. I competitor hanno identificato più di 65.682 specie. La nona edizione della City Nature Challenge quest’anno ha riconfermato il Germano reale (Anas platyrynchos), come la specie più popolare e più fotografata dai cittadini scienziati di tutto il mondo. 

La City Nature Challenge in Italia

In Italia sono state quattordici le città che hanno partecipato al challenge. Di queste, tredici sono connesse al network “Cluster Biodiversità Italia”.  La sfida internazionale amichevole di raccolta dati della biodiversità urbana ha coinvolto più di 2.780 persone che hanno raccolto più di 58.500 osservazioni naturalistiche e identificato 5.745 specie. 

I cittadini scienziati delle città collegate al Cluster hanno realizzato più 31.690 osservazioni, documentando più di 3.600 specie di flora e fauna selvatica marina e terrestre. 

«Anche in questa edizione, le città italiane del Cluster hanno raggiunto risultati eccellenti, grazie al grande impegno dei cittadini scienziati – spiega Antonio Riontino, uno dei coordinatori – e in particolare degli enti che organizzano ogni anno le attività a livello locale, coadiuvati dal supporto dei gruppi di WWF Italia, WWF Young, Marevivo, AIGAE, AFNI e di diversi partner locali. Nei giorni della challenge, i cittadini partecipando ad attività come escursioni in natura, birdwatching, snorkeling e così via, hanno raccolto tantissimi dati utili agli esperti naturalisti e ricercatori per comprendere i cambiamenti in tempo reale nella biodiversità che abita le nostre città e i dintorni». 

Ogni partecipante riceverà l’attestato di “Cittadino scienziato” e saranno conferiti i premi ai volontari che si sono distinti o che hanno contribuito maggiormente a questo progetto di scienza partecipata. 

Milazzo una big

«Una menzione speciale – aggiunge Alessandra Flore, l’altra organizzatrice del cluster -, va riconosciuta alla città siciliana di Milazzo e al suo ente, il MuMa, Museo del Mare, che per il quarto anno ha raggiunto il più alto numero di osservazioni, 20.233, e di specie identificate, 2.616, classificandosi terza città in Europa per osservazioni e specie, coinvolgendo centinaia di partecipanti»

Le specie più documentate sulle terre emerse

Nel nostro Paese le specie più documentate, è scritto nella nota, sono state la Cetionella (Oxythyrea funesta) e la Lucertola campestre (Podarcis siculus), due specie entrambe molto diffuse nella nostra penisola, ma spesso non molto amate.

La lucertola campestre infatti viene spesso cacciata, catturata e uccisa nonostante sia una specie protetta in molte regioni italiane. La cetionella, un coleottero spesso considerato dannoso per l’agricoltura è, invece, un importante insetto impollinatore. Infatti già a inizio primavera vola sui fiori per nutrirsi del loro polline. In volo emette un ronzio simile a quello della mosca.  

Tra le specie di flora terrestre maggiormente osservate l’Euforbia arborea (Euphorbia dendroides), arbusto tipico della Macchia mediterranea. Le sue foglie verdi – spiega Flore – all’inizio dell’estate diventano rosse. Uno strano comportamento per un arbusto della macchia. Questa particolarità, però, consente alla pianta, durante i periodi di massima calura e aridità, di trattenere l’acqua nei propri tessuti. 

Gli “esemplari urbani”

Nel territorio della città di Leverano, nel Salento, è stata fotografata l’Averla capirossa (Lanius senator). Questo esemplare è presente nella Lista rossa dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature), come specie in pericolo.  In Italia è una specie protetta da una legge nazionale del 1992. La capirossa costruisce il suo nido nel folto di grossi cespugli o alberi, per cacciare si lancia da posatoi non molto alti e cattura insetti anche al volo. 

I citizen scientist di Predazzo, in provincia di Trento, invece, hanno fotografato un esemplare curioso di Volpe rossa (Vulpes vulpes), animale notoriamente furbo. Nasconde le scorte di cibo in piccole buche scavate nel terreno e le femmine partoriscono i loro piccoli in una “camera nido”, scavata nelle loro tane. 

Passando al regno vegetale, tra le specie documentate, in particolare a Siena c’è l’Orchidea minore (Anacamptis morio). Un’orchidea che si incontra sui prati di tutto il territorio nazionale – spiega Flore – ma attenzione, nonostante la sua bellezza, non va raccolta. Infatti è una specie a rischio come tutte le orchidee selvatiche, oltre a essere un indicatore di salubrità del terreno. 

Le specie marine più fotografate

In ambiente marino tra le specie più fotografate la Posidonia oceanica e la Torretta comune (Cerithium vulgatum). 

«La Posidonia oceanica – aggiunge Riontino – chissà quante volte camminando sulle nostre spiagge l’abbiamo incontrata pensando “cos’è questa alga che sporca così tanto…?”. In realtà si tratta di una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo, il suo ruolo è fondamentale e strutturale per l’ecosistema marino». 

Nel mare la Posidonia oceanica crea delle vere e proprie praterie sottomarine, l’equivalente delle foreste sulle terre emerse, praterie che contribuiscono alla produzione di ossigeno, ospitano una grande varietà di organismi vegetali e animali e offrono a questi cibo e riparo. È bene ricordare che la presenza della posidonia è un indicatore biologico di buono stato di salute dell’acqua e protegge le nostre spiagge dall’erosione. 

La Torretta comune, invece, è un mollusco gasteropode. La sua conchiglia, come suggerisce il nome, è a forma di torre allungata che, negli esemplari adulti, può avere fino a undici spirali. È ricorrente trovare torrette spiaggiate, i suoi reperti fossili testimoniano che questa specie era già diffusa in tutto il Mediterraneo già dal Miocene

Hanno aderito al Cluster Biodiversità Italia

In questa edizione hanno partecipato all’evento, aderendo al Cluster, le città di Trinitapoli (Casa di Ramsar aps), Manduria (Riserve naturali regionali orientate del litorale tarantino orientale), Leverano (Ecomuseo Terra D’Arneo),  Milazzo (MuMa – Museo del Mare), Città Metropolitana di Messina (AssoCea Messina Aps), Napoli (Città della Scienza),  Area Marina Protetta Regno di Nettuno, Portofino (Outdoor Portofino), Siena (Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici), Bergamo  (Museo Civico di Storia Naturale di Bergamo), Trieste (WWF Friuli Venezia Giulia), Trento e Predazzo (Muse – Museo delle Scienze). 

I risultati della competizione internazionale sul sito ufficiale del City Nature Challenge.

Numero verde ONA

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