UN PROGETTO ESPOSITIVO CHE UNISCE INSTALLAZIONE, RICERCA E PARTECIPAZIONE COLLETTIVA.
Dall’8 al 22 giugno 2025, gli spazi di The Circle in Via Rastello 91 a Gorizia ospiteranno “Processo Osmotico”. Si tratta di un progetto espositivo promosso dall’associazione culturale QuiAltrove ETS che si presenta come un vero e proprio laboratorio aperto tra arte, scienza e comunità.
L’iniziativa mira a innescare una riflessione sul legame profondo e spesso trascurato tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda.
Curato dal duo artistico Enzo e Barbara insieme con Vincenzo Alessandria. Il progetto arriva a Gorizia dopo una prima tappa bolognese in occasione di Art City 25, portando con sé un allestimento rinnovato e un ricco programma di attività pubbliche.

Un laboratorio interdisciplinare per ripensare il nostro rapporto con l’acqua
Al centro della riflessione di “Processo Osmotico” c’è il tema dell’acqua, affrontato attraverso il filtro dell’arte, della scienza e della partecipazione collettiva. L’intero progetto, spiegano i curatori, nasce per esplorare “nuovi possibili scenari futuri” a partire dalle attuali criticità legate all’inquinamento idrico e ai limiti delle tecnologie di depurazione.
“Processo Osmotico” mette in relazione aspetti biologici, tecnologici, ambientali e culturali in un processo osmotico inteso in senso ampio, come scambio e trasformazione continua tra elementi apparentemente distanti.
Il cuore della mostra: l’opera “Depuratore 2”
L’installazione principale è “Depuratore 2”, realizzata da Enzo e Barbara in collaborazione con l’artista e designer Marco Selmin. L’opera, a metà strada tra scultura e macchina, simula un sistema di depurazione continuo e automatizzato, gestito tramite Arduino. Il meccanismo trasferisce ciclicamente un liquido tra due contenitori, richiamando simbolicamente un ciclo di purificazione.
“Depuratore 2” rappresenta un’evoluzione di una ricerca precedente e affronta il problema della contaminazione da sostanze come PFAS, metalli pesanti, erbicidi e microplastiche, che spesso sfuggono anche ai trattamenti più avanzati. “L’opera mette in discussione i limiti delle tecnologie esistenti e apre a nuove prospettive di intervento”, spiegano gli artisti.
Un’esperienza tra arte generativa e biotecnologia
La mostra si propone come un’esperienza immersiva, che integra arte generativa, pratiche biotecnologiche e installazione multimediale. L’obiettivo è generare visioni alternative capaci di ispirare trasformazioni ecologiche e sociali attraverso un approccio critico e partecipativo.
“Vogliamo stimolare una riflessione critica sul rapporto tra organismo umano e ambiente”, afferma il curatore Vincenzo Alessandria. “Generando immaginari alternativi capaci di orientare la trasformazione ecologica e sociale”.
Il programma: incontri, laboratori e momenti di confronto
Il calendario degli eventi prende il via l’8 giugno alle 18:00, con l’inaugurazione ufficiale alla presenza degli artisti e del curatore. L’apertura sarà anche un’occasione di confronto con la cittadinanza sul ruolo dell’arte nei processi di rigenerazione urbana ed ecologica.
Il 9 giugno sarà dedicato agli studenti delle scuole di Gorizia, con attività educative pensate per avvicinare i giovani ai temi dell’ambiente, della tecnologia e dell’arte contemporanea.
Il 12 giugno si entrerà nel vivo del dialogo tra arte e scienza. Alle 10:30, Simone Di Piazza terrà una lecture sulla “mico-remediation” e le tecnologie ambientali. Alle 14:30, seguirà il workshop “Organic Growth Simulation”, curato dal progetto Basic di Marco Selmin, che unisce simulazione digitale e crescita organica.
I protagonisti: artisti, curatori e creativi tra arte e tecnologia
L’iniziativa nasce dalla sinergia tra diversi attori del panorama artistico contemporaneo. Il duo Enzo e Barbara, formato da Riccardo Lodi e Greta Fabrizio, è attivo dal 2022 e si concentra sulle relazioni tra innovazione tecnologica, ambiente e società attraverso opere “site-specific” e installazioni immersive.
Accanto a loro c’è il progetto “Basic” di Marco Selmin, dedicato al “creative coding” e alla progettazione digitale con una forte attenzione all’impatto delle tecnologie nei contesti culturali.
Vincenzo Alessandria, nato nel 1995, è designer e curatore. Dopo la formazione tra Perugia e Venezia, ha sviluppato un approccio multidisciplinare che fonde arti visive, progettazione grafica e ricerca curatoriale, investigando le trasformazioni delle pratiche umane nel tempo e nello spazio.
Una proposta per una cittadinanza attiva e consapevole
“Processo Osmotico” si rivolge a un pubblico variegato: artisti, ricercatori, professionisti del settore culturale, studenti, istituzioni e cittadini interessati a comprendere come l’arte possa diventare uno strumento attivo di cambiamento e riflessione ecologica.
L’intero progetto è promosso da QuiAltrove ETS, associazione culturale con sede a Gorizia che lavora per valorizzare il territorio del Friuli Venezia Giulia attraverso iniziative culturali capaci di connettere tradizione e contemporaneità.