martedì, Novembre 18, 2025

“Ghiaccio bollente”: il caldo raccontato dai ghiacciai italiani

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MENTRE L’ITALIA AFFRONTA UN’ESTATE ESTREMA CON INCENDI, SICCITÀ E TEMPERATURE RECORD, LE MONTAGNE LANCIANO UN ALLARME SILENZIOSO. I GHIACCIAI SI STANNO SCIOGLIENDO A UN RITMO SENZA PRECEDENTI, SEGNANDO CON CHIAREZZA GLI EFFETTI GIÀ IN CORSO DELLA CRISI CLIMATICA. NON È PIÙ TEMPO DI ATTESE: IL CAMBIAMENTO È QUI E ORA

Il caldo estremo che non risparmia i ghiacciai

L’estate 2024 ha segnato nuovi record di caldo in Italia: oltre 38 °C in molte regioni, notti tropicali sopra i 20 °C, incendi fuori controllo in Sardegna e Sicilia, e fiumi ai minimi storici. Ma i segnali più gravi arrivano dall’alto: sulle Alpi, lo zero termico ha toccato i 5.400 metri, ben oltre la vetta del Monte Bianco. Questo significa che nessun ghiacciaio è stato risparmiato dalla fusione: tutta la catena alpina è rimasta senza “zona fredda”.

Il ghiaccio racconta decenni di squilibri

Il ghiaccio non è solo paesaggio: è memoria climatica. Mentre il meteo registra il caldo di oggi, i ghiacciai raccontano inverni sempre più secchi, estati sempre più lunghe, squilibri energetici globali. Italy for Climate sottolinea come la crisi non sia un rischio futuro, ma una realtà attuale che colpisce duramente l’Italia, tra i Paesi europei più esposti alla perdita di risorse idriche.

Ghiacciai italiani: un collasso documentato

Secondo l’Inventario Glaciologico Italiano del CNR e del CGI, oggi restano 872 ghiacciai in Italia, in gran parte piccoli e frammentati. La superficie complessiva è scesa sotto i 360 km²: abbiamo perso oltre il 30% in settant’anni. Solo negli ultimi vent’anni, i ghiacciai alpini italiani hanno perso 50 km³ di acqua, l’equivalente di una città di ghiaccio alta otto piani e grande il doppio di Roma.

A livello globale, nel 2023 i ghiacciai hanno perso acqua pari a cinque volte il Mar Morto: è la perdita più grave mai registrata dal 1950 (fonte: WMO).

L’acqua che non c’è più

I ghiacciai sono serbatoi naturali di acqua dolce. Rilasciano acqua in estate, alimentando fiumi, agricoltura, centrali idroelettriche e biodiversità. La loro perdita mette a rischio l’equilibrio idrico di intere regioni. L’Italia ha già perso il 20% della sua disponibilità idrica rispetto al 1900, e il bacino del Po — che coinvolge 8 regioni e 20 milioni di abitanti — è tra i più colpiti.

Secondo il Centro Studi CIMA Foundation, nel 2024 la riserva nevosa nei bacini italiani è scesa del 36% rispetto alla media 2011-2022. Le fusioni iniziano sempre prima, mentre gli inverni sono sempre più secchi.

Italia: il riscaldamento corre più veloce

Nel 2024 le temperature medie italiane sono aumentate di 1,52 °C rispetto al periodo 1991-2010, il doppio rispetto alla media globale (+0,72 °C).

Meno ghiaccio significa meno albedo: i ghiacciai riflettono la luce solare, aiutando a contenere il riscaldamento. Quando si sciolgono, il pianeta assorbe più calore, innescando un circolo vizioso auto-rafforzante: più caldo, meno ghiaccio, più caldo ancora.

La Marmolada: simbolo di un collasso

Il 3 luglio 2022, il crollo del seracco della Marmolada ha provocato undici vittime. È stato un segnale devastante della fragilità crescente delle montagne.

Quel ghiacciaio ha perso il 70% della superficie e l’85% del volume dal 1905. Solo nell’estate 2022 ha perso oltre 4 metri di spessore.

Secondo l’UNESCO, potrebbe scomparire entro il 2040. Intanto si cerca di proteggerlo con teli artificiali, ma la vera risposta è solo una: tagliare drasticamente le emissioni.

Oltre i ghiacciai: oceani e punto di non ritorno

Oltre il 68% dell’acqua dolce del pianeta è nei ghiacci. Gli oceani, che hanno assorbito il 90% del calore in eccesso, sono ora sotto minaccia: l’innalzamento del livello del mare rischia di diventare irreversibile.

Nel 2024 abbiamo superato per la prima volta la soglia critica di +1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. Continuare su questa strada può portare, in pochi decenni o secoli, alla completa scomparsa del ghiaccio sulla Terra.

La realtà è sotto gli occhi di tutti

Come sottolinea Andrea Barbabella di Italy for Climate: «Il ghiaccio che scompare dimostra che la crisi climatica non è un problema futuro. È già qui. La narrativa secondo cui la transizione ecologica è una forzatura ideologica è smentita dai fatti. Il ghiaccio non ha ideologie: si scioglie e basta».

La scomparsa dei ghiacciai è il segnale inequivocabile di un sistema fuori equilibrio, con conseguenze concrete sull’acqua, l’energia, l’agricoltura e la sicurezza delle persone.

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