IL SISTEMA NAZIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE (SNPA) HA DIFFUSO IL TERZO RAPPORTO NAZIONALE SULLE BONIFICHE, DEDICATO AI SITI CONTAMINATI DI INTERESSE REGIONALE. IL DOCUMENTO FOTOGRAFA UNA SITUAZIONE COMPLESSA: NEL NOSTRO PAESE SONO REGISTRATI QUASI 37MILA SITI COINVOLTI IN PROCEDIMENTI DI BONIFICA. TRA QUESTI, OLTRE 17MILA SONO ANCORA APERTI E NECESSITANO DI ULTERIORI VERIFICHE O INTERVENTI
Siti contaminati: i dati principali
La maggior parte delle procedure avviate si trova nella fase iniziale, pari al 61% del totale. In pratica, significa che per molti siti la reale condizione ambientale non è ancora definita o è stata analizzata solo in modo preliminare.
A livello territoriale emergono differenze significative: ogni Regione gestisce i propri archivi con modalità non sempre confrontabili. Questo rende complicato restituire una fotografia uniforme del fenomeno a livello nazionale.
La piattaforma Mosaico: trasparenza e dati condivisi
Per rendere i dati più chiari e accessibili, lo SNPA ha avviato il Progetto Mosaico, un database unico che raccoglie informazioni sui procedimenti in corso.
Una delle novità più recenti è la possibilità, anche per i cittadini, di consultare lo stato delle pratiche che hanno già superato la fase di caratterizzazione. Ogni Regione dispone inoltre di una scheda di dettaglio con i numeri aggiornati.
Come si svolge un intervento di bonifica
La normativa di riferimento è il D.Lgs. 152/2006, che stabilisce l’iter da seguire quando viene rilevata una possibile contaminazione.
Le fasi principali sono:
- Indagini preliminari: prime analisi per capire la portata dell’inquinamento.
- Caratterizzazione: verifiche più approfondite sulle matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque).
- Analisi del rischio: definizione delle Concentrazioni Soglia da Rispettare (CSR).
A seconda degli esiti, un sito può essere classificato come:
- non contaminato (nessun superamento dei limiti),
- potenzialmente contaminato,
- contaminato (quando le CSR vengono oltrepassate).
Gli interventi previsti possono essere di tre tipi:
- MISO – messa in sicurezza operativa: garantisce condizioni accettabili in siti ancora produttivi;
- MISP – messa in sicurezza permanente: isola definitivamente le fonti inquinanti;
- bonifica ambientale vera e propria, con rimozione o abbattimento delle sostanze nocive fino ai livelli di legge.

Quanti interventi sono in corso in Italia
Secondo i dati aggiornati:
- 1.352 interventi di bonifica risultano in corso;
- 224 operazioni di messa in sicurezza permanente;
- 115 messe in sicurezza operative;
- 637 interventi conclusi ma non ancora certificati.
Nel complesso, l’87% dei siti attivi ha una situazione ambientale nota. In questa quota:
- il 33% è classificato come potenzialmente contaminato,
- il 21% come contaminato,
- il 32% è ancora in fase di accertamento.
Procedimenti chiusi: risultati e criticità
Dal 1999 ad oggi sono stati conclusi 19.474 procedimenti.
- In quasi la metà dei casi (49%) le indagini preliminari hanno escluso la necessità di interventi successivi.
- Nel 33% dei procedimenti si è invece reso necessario un intervento di bonifica o di messa in sicurezza.
Bonifiche: emergenza ambientale ma anche occasione di sviluppo
Le aree inquinate rappresentano un rischio per la salute pubblica e per gli ecosistemi. Allo stesso tempo, però, la loro riqualificazione offre opportunità concrete: recupero di territori dismessi, creazione di nuovi spazi utilizzabili e stimolo per l’economia circolare.
Il PNRR ha destinato circa 500milioni di euro alla bonifica dei cosiddetti siti orfani, ossia aree contaminate per le quali non è più individuabile un responsabile. Una cifra ancora limitata se confrontata con l’enorme fabbisogno nazionale, ma che segna un primo passo nella direzione giusta.
Fonte: ambientenonsolo.com




