AMIANTO NELLE CENTRALI ENEL IN SICILIA: IL TRIBUNALE DI MESSINA CONDANNA L’INAIL A RICONOSCERE LA MALATTIA PROFESSIONALE DI GIOVANNI GIANNETTO. L’OPERAIO È STATO ESPOSTO PER 30 ANNI ALL’AMIANTO DURANTE LE ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ENEL, COME DIPENDENTE DI DITTE APPALTATRICI
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Messina, la dott.ssa Graziella Bellino, ha condannato l’INAIL a riconoscere la malattia professionale, legata all’esposizione all’amianto, a un ex dipendente ENEL. Giovanni Giannetto, 66 anni, originario di Nizza di Sicilia (ME), soffre di broncopatia cronica, microplacche del diaframma e fibrosi polmonare.
L’uomo ha subito un’esposizione diretta all’amianto, avendo utilizzato guanti anticalore contenenti il materiale e un’esposizione indiretta per contaminazione ambientale dovuta all’uso massiccio di amianto come coibentazione e rivestimento degli impianti.
Il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) ha accertato che Giannetto presenta una “Broncopatia cronica ostruttiva in paziente con micronoduli polmonari, microplacche del diaframma sinistro e fibrosi polmonare”, riconoscendo una percentuale di invalidità del 6%, a decorrere dalla data di presentazione della domanda amministrativa.
Nel 2018, Giannetto aveva presentato una richiesta all’INAIL per il riconoscimento della malattia professionale. Dopo il rifiuto dell’ente, si è rivolto al tribunale, assistito dall’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Giannetto ha lavorato per 30 anni nella manutenzione, sia come artigiano sia come dipendente di ditte appaltatrici delle centrali ENEL. Tra queste, San Filippo del Mela, Termini Imerese, Augusta, Priolo e Porto Empedocle. La centrale di Valle del Mela, come quella di Milazzo, è considerata Sito di Interesse Nazionale (SIN) a causa dell’elevato livello di inquinamento.
Il CTU smentisce la relazione del consulente INAIL
Durante il processo, il CTU ha respinto le obiezioni dell’INAIL. Il consulente dell’ente non ha considerato le prove strumentali che attestano la presenza di lesioni da esposizione all’amianto.
Il CTU, è scritto nella sentenza, ha concluso che “Trattasi pertanto di una affezione che nell’attuale espressività clinica può essere adeguatamente valutata, in termini di invalidità permanente, nella misura del 6% per come previsto dalle tabelle accluse al DM 12 luglio 2000 riconducibile al codice 332-danno anatomico riferibile a nodulazioni parenchimali in assenza o con sfumata ripercussione funzionale”.
Il Tribunale, confermando il nesso causale tra la malattia e l’esposizione alla fibra killer sul posto di lavoro, ha condannato l’INAIL a indennizzare Giannetto con 10mila euro per il danno biologico.
“Alla luce del superiore accertamento, sorretto da congrua motivazione, e pienamente condiviso va riconosciuto al ricorrente il diritto all’indennizzo per danno biologico nella misura del 6%, con conseguente condanna dell’Inail al pagamento della correlativa somma, oltre rivalutazione monetaria e gli interessi legali, trattandosi di credito previdenziale, in virtù della sentenza n. 156/1991 della Corte Costituzionale”, recita il dispositivo.
I dati delle vittime di amianto in Sicilia
«Dopo questa condanna adesso agiremo per il risarcimento del danno e nei confronti di INPS per ottenere la maggiorazione della pensione – annuncia Bonanni, il quale ricorda che – l’ONA in Sicilia, solo di mesoteliomi, e cioè la patologia sentinella, ha censito circa 1.850 casi dal 1998 a oggi e che l’indice di mortalità di questa neoplasia è pari al 93% nei primi cinque anni con circa 1.720 decessi, a cui vanno aggiunti 3.500 per tumore del polmone e ulteriori 1000 per le altre malattie asbesto correlate, per un totale di oltre 6.200 morti. Numeri drammatici, che si ripetono ogni anno, senza che si riesca a far fronte al problema».
Biancavilla e la miniera di fluoro-edenite
Tra le aree siciliane maggiormente colpite dal problema dell’amianto, spicca Biancavilla, in provincia di Catania, dove si trova una miniera contenente , un minerale di amianto.
Questo minerale, di recente classificato geologicamente, non è ancora incluso nelle liste INAIL né nella definizione italiana di amianto. L’esposizione della popolazione locale alla fluoro-edenite ha causato mesoteliomi, asbestosi e altre patologie.
Anche altre aree della Sicilia sono ad alto rischio, tra cui Augusta-Priolo (Siracusa), Gela (Caltanissetta) e Milazzo (Messina), dove operano grandi poli industriali, soprattutto nel settore petrolchimico.
In particolare, a Gela si sono verificati casi di tumori del sangue, colon, asbestosi da amianto e malformazioni congenite. Negli ultimi anni, sono stati avviati programmi di monitoraggio sanitario ed epidemiologico per affrontare queste criticità.