NON È UN SEMPLICE LIBRO ILLUSTRATO, MA UN PROGETTO CULTURALE. “PACK OF DOGS” INVITA A RIFLETTERE SUL RAPPORTO TRA CREATIVITÀ, ISTINTO ANIMALE E IDENTITÀ ARTISTICA. MICHAEL GILLETTE, CON IL SUO TRATTO RAFFINATO, IMMAGINA AMY WINEHOUSE, BOB DYLAN, JOHN LENNON, PHARRELL WILLIAMS – LE QUATTRO VARIANTI DI COPERTINA – COME CANI. L’EFFETTO NON È CARICATURALE: OGNI RITRATTO TRASMETTE UN’ENERGIA CHE MESCOLA IRONIA E POESIA
«I cani aggiungono un’altra dimensione alle persone, rompono barriere, stimolano la creatività» Marta Roca, fondatrice e direttrice creativa di Four&Sons
L’arte non può essere ingabbiata, come non lo può un cane
L’idea è venuta all’artista gallese Michael Gillette dopo aver comprato una dozzina di cartoline vintage che ritraevano cani in un mercatino delle pulci a San Francisco.
Il volume “Pack of Dogs”, conosciuto in Italia come “Se fossi un cane”, è un sorprendente libro illustrato. L’artista gallese Michael Gillette reinterpreta celebri star della musica immaginandole come cani. Non si tratta di una semplice raccolta di ritratti: è un vero art book, pensato come un “coffee table book”, quindi perfetto da sfogliare e mostrare.
Le cinquanta pagine del libro raccolgono ritratti che raccontano una filosofia: l’arte non può essere ingabbiata, come non lo può un cane.
«Ho iniziato a disegnarci sopra, antropomorfizzandoli con capigliature diverse – racconta Gillette -. Li immaginavo con creste punk, banane rockabilly, mullet new wave. Il look ruota attorno all’hairstyle, per ottenere l’effetto afro di Jimi Hendrix ci ho messo giorni. Sono i dettagli dei capelli a renderli genuini. È un universo parallelo dove questi fedeli amici, alla fine, esistono».
Un’idea creativa dietro le illustrazioni
Michael Gillette ha trasformato cartoline vintage trovate a San Francisco in un universo parallelo di cani-rockstar. Ogni immagine rivela una connessione sorprendente tra l’istinto animale e la forza creativa della musica.
Nei ritratti compaiono icone come David Bowie, Prince, Lady Gaga, Amy Winehouse, Neil Young, Patti Smith e molti altri. Accanto ai disegni, l’autore aggiunge piccoli musing, ossia brevi riflessioni che completano l’opera con un tono intimo e ironico.
Ozzy Osbourne e il suo amore per i cani, nella prefazione di a Pack of Dogs
Il libro si apre con la prefazione scritta da Ozzy Osbourne, storico frontman dei Black Sabbath. È un’introduzione che apre il volume come un manifesto, ricordando che la musica vive di istinto e ribellione, proprio come gli animali che ci accompagnano.
Per il “Prince of Darkness”, negli occhi degli animali vive la stessa scintilla selvaggia che arde nei musicisti, rendendo queste illustrazioni più che semplici caricature.
«Capita a tutti, no? Prendi un cane, lo ami più della tua stessa vita e, dieci anni dopo, ti accorgi che in un riconoscimento della polizia non saprebbero distinguervi».
Così Ozzy Osbourne apre la sua prefazione a “Pack of Dogs”, con l’ironia graffiante che lo ha sempre contraddistinto. La compianta voce dei Black Sabbath confessa – all’epoca – di sentirsi ormai amalgamato con i suoi animali, come una creatura uscita da un film dell’orrore.
Per Ozzy i cani non sono animali domestici, ma famiglia. «Ne abbiamo sedici – racconta -. Pomerania, Pomsky, uno Shih-Tzu e altri di cui non so nemmeno la razza».
La riflessione scivola spontanea: perché uomini e cani finiscono per somigliarsi? Saranno gli occhi, le orecchie, i musi bagnati? O piuttosto i tratti caratteriali che con il tempo si intrecciano?
Ozzy non risparmia parole taglienti: «Ho incontrato persone che somigliavano ai loro cani… ed era un insulto ai cani, cazzo!». Un’osservazione che mescola comicità e brutalità, marchio di fabbrica del “Principe delle Tenebre”.
Il cantante ricorda che da giovane si immaginava simile a un Bullmastiff o a un Rottweiler, razze potenti e temute. Invece, ammette con autoironia, «mi sto trasformando in un gigantesco Pomerania». Un passo indietro? Forse. Ma Ozzy lo legge come una sorta di progresso, un’evoluzione inattesa e affettuosa.
Il saluto di Ozzy agli amanti dei cani
Ozzy si congeda con un messaggio che suona come un brindisi: «A tutti gli amanti dei cani e ai loro familiari a quattro zampe, vi saluto con affetto».
Wayne Coyne e la creatività senza filtri
Il testo si chiude con una conversazione finale tra Michael Gillette e Wayne Coyne su un piano più intimo. Il leader dei Flaming Lips racconta come i cani ispirino autenticità.
Per Coyne, trasformare una rockstar in un cane non è un gioco surrealista, ma un invito a riscoprire la libertà creativa. È un dialogo che arricchisce il libro e lo distingue dai semplici volumi illustrati.
“Pack of Dogs”, una piccola dichiarazione culturale
“Pack of Dogs” non è solo un libro da leggere ma un oggetto da collezionare. È un libro che diverte, ma che allo stesso tempo stimola riflessioni sulla natura dell’arte e sull’energia che guida i grandi artisti. Per questo non è solo un oggetto da collezione, ma una piccola dichiarazione culturale.
Pack of Dogs – scheda tecnica
Titolo originale: Pack of Dogs
Titolo italiano: Se fossi un cane
Autore/Illustratore: Michael Gillette
Prefazione: Ozzy Osbourne (Black Sabbath)
Conversazione: Wayne Coyne (The Flaming Lips)
Editore: Four Publishing / Four\&Sons
Anno di pubblicazione: 2020
Lingua: Inglese
Formato: Copertina rigida (hardcover)
Pagine: 50
Dimensioni: 24 × 17 cm circa
Varianti di copertina: quattro (Amy Winehouse, Bob Dylan, John Lennon, Pharrell Williams)
ISBN: 978-0648948902 (ISBN-10: 0648948900)
Contenuto: 50 ritratti illustrati in bianco e nero di star musicali immaginati come cani, con brevi musing dell’autore.








