“CLIMA INGIUSTO”, UN MODO DIVERSO DI GUARDARE ALLA CRISI CLIMATICA, NON PIÙ COME A UN FENOMENO SEPARATO DALLA VITA QUOTIDIANA, MA COME A UN NODO CHE STRINGE INSIEME AMBIENTE, CONDIZIONI MATERIALI, SALUTE, RELAZIONI E DIRITTI
La presentazione di “Clima ingiusto. Il welfare per un patto eco-sociale” si è tenuta nella cornice della libreria Spazio Sette di Roma, uno dei luoghi culturali più attivi della capitale.
L’incontro ha riunito gli autori Giovanni Carrosio e Vittorio Cogliati Dezza insieme con Fabrizio Barca, Rossella Muroni e Flavia Rizzuto, dando vita a un dialogo intenso su uno dei temi più urgenti del nostro tempo: come immaginare una transizione ecologica che sia anche giusta, inclusiva e capace di rafforzare la coesione sociale.
Il libro è pubblicato da Donzelli Editore, casa editrice da anni attenta a coniugare rigore scientifico e divulgazione di qualità, e si inserisce nel solco dei saggi dedicati alle trasformazioni sociali, economiche e culturali del presente.
Le sue 168 pagine raccontano un modo diverso di guardare alla crisi climatica, non più come a un fenomeno separato dalla vita quotidiana, ma come a un nodo che stringe insieme ambiente, condizioni materiali, salute, relazioni e diritti.
“Clima ingiusto. Il welfare per un patto eco-sociale”: quando il clima diventa una questione sociale
La riflessione sviluppata da Carrosio e Cogliati Dezza parte da un dato evidente ma ancora troppo poco discusso: la crisi climatica non è neutra.
Le sue conseguenze — eventi meteorologici estremi, ondate di calore, insicurezza energetica, aumento dei prezzi agricoli, difficoltà di approvvigionamento idrico — colpiscono in modo sproporzionato chi ha meno risorse per difendersi.
Le famiglie con redditi bassi, le aree interne, le periferie urbane e i piccoli comuni diventano più vulnerabili, più esposti e più soli di fronte a una trasformazione che procede con velocità crescente.
Eppure, sottolineano gli autori, anche le stesse politiche climatiche possono generare nuove forme di disuguaglianza se non sono pensate con cura.
Agevolazioni fiscali, bonus edilizi, incentivi per la mobilità elettrica o per l’installazione di impianti rinnovabili finiscono spesso per essere utilizzati soprattutto da chi dispone già di capitale economico e culturale. È così che il divario tra chi può partecipare alla transizione e chi resta indietro si amplia.
Il libro invita a cambiare sguardo: non si può parlare di sostenibilità senza chiedersi chi ne beneficia, chi ne resta escluso e chi sopporta i costi maggiori.
“Clima ingiusto. Il welfare per un patto eco-sociale”: cos’è il welfare eco-sociale
Da questa lettura nasce la proposta di fondo del volume: la costruzione di un welfare eco-sociale, un insieme di politiche integrate che tengano insieme tutela dell’ambiente e giustizia sociale.
Non si tratta semplicemente di aggiungere qualche misura verde al welfare tradizionale, né di distribuire risorse per compensare le ingiustizie.
La questione è più profonda: occorre ripensare i sistemi di protezione sociale alla luce dei rischi climatici. Significa affrontare la povertà energetica come un problema strutturale, rendere le abitazioni più efficienti senza scaricare i costi sui più fragili, rafforzare il trasporto pubblico nelle aree meno servite, proteggere la salute nelle città colpite dalle ondate di calore, sostenere le filiere produttive locali nella riconversione verde.

La transizione, spiegano gli autori, non è solo un passaggio tecnologico: è un passaggio culturale e sociale, che richiede politiche territoriali, partecipate e costruite a più livelli. È in questo intreccio che nasce l’idea del “patto eco-sociale”: un impegno condiviso tra istituzioni, cittadini e territori per evitare che la lotta al cambiamento climatico generi nuovi esclusi.
“Clima ingiusto. Il welfare per un patto eco-sociale”
Clima ingiusto è il risultato dell’incontro tra due voci che da anni lavorano sul confine tra ambiente, società e politica.
Giovanni Carrosio, docente di Sociologia dell’ambiente all’Università di Trieste, è considerato uno dei massimi esperti italiani sulle aree interne e sui processi di trasformazione dei territori.
Nel suo precedente libro “I margini al centro” ha raccontato come le comunità periferiche possano diventare protagoniste di innovazione sociale e ambientale. La sua attenzione ai processi territoriali e ai fenomeni collettivi attraversa anche questo nuovo volume.
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente dal 2007 al 2015, ha dedicato gran parte del suo impegno alla connessione tra cittadinanza attiva, tutela dell’ambiente e giustizia sociale. Tra le sue opere spicca “Alla scoperta della green society”, un affresco dell’Italia che sperimenta nuove forme di sostenibilità.
Negli ultimi anni ha lavorato sul tema della vulnerabilità energetica, contribuendo anche ai lavori del Forum Disuguaglianze e Diversità.
Donzelli Editore e la tradizione dei saggi italiani
La pubblicazione di “Clima ingiusto” conferma il ruolo di Donzelli Editore come una delle case editrici più attente ai temi che attraversano la contemporaneità. Fondata nel 1993, Donzelli ha costruito nel tempo un catalogo che fa dialogare storia, economia, scienze sociali, politiche pubbliche e cultura civica, offrendo strumenti critici a lettori e decisori.
Anche in questo caso, la scelta non è solo editoriale ma culturale: dare spazio a un saggio che invita a ripensare il modello di sviluppo e il rapporto tra cittadini, istituzioni e ambiente è un modo per alimentare il dibattito pubblico con rigore e responsabilità.
Un incontro che apre un cantiere di idee
La presentazione allo Spazio Sette ha confermato la capacità del libro di generare domande e visioni. Nel dialogo tra gli ospiti sono emersi temi cruciali: il ruolo del reddito energetico, la costruzione di comunità capaci di partecipare alla transizione, l’importanza della trasparenza nelle politiche pubbliche, la necessità di integrare sapere tecnico e saperi sociali.
Ciò che resta, al termine del confronto, è la sensazione di essere davanti a un passaggio storico: il clima non è più un settore come gli altri, ma la condizione materiale e politica entro cui si muoveranno tutte le scelte collettive dei prossimi decenni.
Il libro di Carrosio e Cogliati Dezza non offre scorciatoie, ma una direzione chiara. Ricorda che non ci sarà un futuro verde senza equità, così come non ci sarà giustizia sociale senza stabilità climatica. È un invito a ripensare la transizione come un processo comune, capace di tenere insieme diritti, ambiente e territori.
E, soprattutto, è un invito a immaginare un patto eco-sociale che restituisca fiducia alle comunità e costruisca un modo nuovo di abitare il pianeta.




