🇬🇧 UN’IMPORTANTE SVOLTA NEL CAMPO DELLA BIOTECNOLOGIA E DELLA SOSTENIBILITÀ. I RICERCATORI DELL’UNIVERSITÀ DI EDIMBURGO HANNO SCOPERTO UN METODO PER CONVERTIRE I RIFIUTI PLASTICI IN PARACETAMOLO UTILIZZANDO BATTERI INGEGNERIZZATI
Questa innovazione è stata pubblicata su Nature Chemistry. Apre la strada a un futuro in cui la produzione di antidolorifici potrebbe abbandonare i combustibili fossili in favore di un processo circolare e a basse emissioni.

Un’alternativa sostenibile ai farmaci derivati dai combustibili fossili
Il Paracetamolo, un antidolorifico ampiamente utilizzato, è attualmente prodotto a partire da materiali di origine fossile come il petrolio greggio. Questo processo richiede un notevole apporto di energia. Inoltre contribuisce in modo significativo alle emissioni globali di gas serra.
Con la crescente necessità di soluzioni sostenibili nel settore farmaceutico, unoo studio dell’Università di Edinburgo rappresenta un’alternativa promettente e, inoltre, potrebbe ridurre drasticamente l’impronta ambientale della produzione di farmaci.
Rifiuti di PET: da inquinamento a materia prima farmaceutica
Il polietilene tereftalato (PET) è la plastica comunemente usata per le bottiglie d’acqua e gli imballaggi alimentari. Rappresenta oltre 350milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Sebbene riciclabile, i metodi tradizionali di riciclo del PET producono generalmente materiali che continuano ad alimentare l’inquinamento plastico.
La ricerca condotta nela capitale della Scozia propone un cambiamento radicale. Infatti utilizza il PET come materia prima per la produzione di farmaci e riduce così sia i rifiuti plastici sia la dipendenza dai combustibili fossili.
Escherichia coli riprogrammata geneticamente: la fabbrica microbica
Il team del Wallace Lab dell’Università di Edimburgo ha riprogrammato geneticamente il batterio Escherichia coli (E. coli), un organismo non patogeno, per convertire l’acido tereftalico — una molecola derivata dal PET — nel composto attivo del paracetamolo.
Questa biotrasformazione è stata ottenuta tramite un processo di fermentazione simile alla birrificazione e, sorprendentemente, è avvenuta a temperatura ambiente con emissioni di carbonio quasi nulle.
In meno di 24 ore, il 90% dell’acido tereftalico è stato convertito con successo in paracetamolo, dimostrando l’efficienza e la potenziale scalabilità del processo.
Biologia ingegneristica e il futuro della chimica sostenibile
Questo sviluppo è emblematico del potere dell’ingegneria biologica, un campo in cui l’Università di Edimburgo è un leader a livello mondiale. Applicando i principi dell’ingegneria ai sistemi biologici, i ricercatori stanno creando vere e proprie “fabbriche” microbiche in grado di produrre in modo sostenibile sostanze chimiche di alto valore.
Il professor Stephen Wallace, autore principale dello studio e docente di Biotecnologia Chimica all’Università scozzese, ha dichiarato:
«Questo lavoro dimostra che la plastica PET non è solo un rifiuto o un materiale destinato a diventare altra plastica — può essere trasformata da microrganismi in nuovi prodotti di valore, compresi quelli con potenziale terapeutico».

Innovazione collaborativa con il supporto dell’industria
La ricerca è stata finanziata da un premio CASE dell’EPSRC e da AstraZeneca, con il supporto di Edinburgh Innovations (EI), il servizio di commercializzazione dell’università.
Ian Hatch, responsabile della consulenza presso EI, ha sottolineato l’importanza della collaborazione per tradurre scoperte come questa in applicazioni reali:
«L’ingegneria biologica offre un enorme potenziale per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, costruire un’economia circolare e creare sostanze chimiche e materiali sostenibili, e invitiamo potenziali collaboratori a contattarci».
Sebbene siano necessari ulteriori sviluppi prima di rendere possibile la produzione su scala commerciale, questo approccio innovativo apre la strada a un futuro in cui la produzione farmaceutica sarà più pulita, rapida ed efficiente dal punto di vista delle risorse.
La convergenza tra biologia sintetica e scienze ambientali potrebbe ridefinire il modo in cui consideriamo i rifiuti — non più come un problema ma come una risorsa per i farmaci del futuro.