Coronavirus: tasso di mortalità e sopravvivenza
Il mesotelioma è un tumore causato dalla esposizione all’amianto in “dose cumulativa” sufficiente. I rischi aumentano con l’aumentare dell’esposizione sia in termini di tempo, sia di quantità inalata di asbesto.
Purtroppo ad oggi il tasso di sopravvivenza è molto basso.
Questa forma aggressiva di cancro nasce dalle cellule del mesotelio, un tessuto che riveste come una sottile pellicola la superficie delle membrane sierose che “foderano” la parete interna di torace, addome e lo spazio intorno al cuore.
Poiché attacca principalmente il rivestimento dei polmoni e della cavità toracica, una malattia respiratoria, come il coronavirus meglio conosciuto come COVID-19, può essere letale per i malati di mesotelioma, il cui sistema immunitario è di per sé molto debole.
Il coronavirus contratto, in aggiunta al mesotelioma, prende di mira il polmone, dove la malattia si replica ripetutamente fino a quando non sopraffà le cellule altrimenti sane del polmone.
I risultati potrebbero includere gonfiore polmonare, rifiuti cellulari o fluidi, crescita cellulare nel rivestimento delle sacche d’aria e cellule giganti irregolari.
Rischi del COVID-19 per i pazienti con mesotelioma
- Così come per gli anziani e in generale per i malati oncologici, il COVID-19 può portare a gravi complicazioni di salute.
Come detto, l’integrità compromessa del sistema immunitario e delle strutture respiratorie dei pazienti con mesotelioma li espone difatti ad alto rischio di infezione.
- Uno dagli altri pericoli deriva dall’incapacità di ricevere servizi medici in maniera tempestiva, a causa del sovraccarico di malati nei reparti di terapia intensiva.
L’aumento dei tempi di attesa e la ridotta disponibilità di farmaci e forniture possono infatti ostacolare la qualità del trattamento accessibile ai malati affetti da mesotelioma.
- Oltre alla scarsa qualità del trattamento, la malattia porta altresì ad un ritardo nella cura del cancro nei suddetti pazienti. Quando, infatti, un malato di mesotelioma si presenta in ospedale con sintomi di febbre o difficoltà respiratorie, gli oncologi tenderanno a procrastinare la terapia del cancro, come ad esempio un ciclo di chemioterapia, preferendo, in termini di priorità, il trattamento del Coronavirus.
Nel caso dei pazienti curati con l’immunoterapia, poiché gli effetti collaterali della stessa possono imitare la comparsa di COVID-19, i medici potrebbero invece rimandare il trattamento durante un focolaio per fare una diagnosi accurata.