La maggiore “rivoluzione sanitaria”, in termini di numero di vite umane salvate nella storia fino ai nostri giorni, è la gestione sicura delle risorse idriche e dei servizi igienico-sanitari. Anche nell’attuale emergenza coronavirus.
“Obiettivo 6” di sviluppo sostenibile 2030
acqua e servizi igienico-sanitari per tutti; crisi globale dell’acqua; impatti del clima
Un’inchiesta del “Lancet”, eccellenza scientifica di riferimento mondiale, rileva che la gestione sicura dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari è più importante dell’invenzione degli antibiotici, dei vaccini e della stessa scoperta del genoma. La conoscenza del genoma ci consente oggi di identificare i virus e studiare le cure .
Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza annuale delle Nazioni Unite. Quest’anno è trascorsa in piena pandemia COVID-19, stravolgendo lai programmazione di tutti gli eventi.
Tuttavia, l’epidemia da coronavirus in questi giorni è fonte di spunti di riflessione e azione in ogni angolo della Terra.
La condivisione delle evidenze scientifiche avviene in tempo reale. Esperti di settore si confrontano a distanza in tutto il mondo.
Fondamentale si sta mostrando il lavoro di RegNet International Network of Drinking-water Rregulators, della rete dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization – WHO).
La prevenzione è considerata all’unanimità un presidio di salute
In questi giorni di emergenza poter contare su acqua sicura sia per l’approvvigionamento idro-potabile sia per l’igiene personale, assicura un presidio sanitario senza il quale la crisi potrebbe diventare ancora più grave.
Dalle strutture ospedaliere agli ambienti domestici, lavarsi le mani, per esempio, resta una misura essenziale di prevenzione primaria per il controllo della trasmissione del Sars-Cov-19.
Per essere maggiormente sicuri della prevenzione, però, è necessario tener conto anche dei cambiamenti climatici in una interazione clima-ambiente-acqua e salute e i possibili nessi con il COVID-19
La sicurezza dell’acqua potabile non è messa in discussione dal virus. Fino a oggi il Coronavirus non è stato mai rilevato nelle acque potabili. Vuoi per l’intolleranza dei virus respiratori con capsula (envelope), come il Sars-CoV-2, all’acqua. Vuoi per il grado di protezione e sorveglianza dell’acqua potabile nella gestione del ciclo idrico integrato.
Nuovi modelli di analisi di rischio per i sistemi idrici
A proposito dei piani di sicurezza dell’acqua, per i sistemi idrici sono regolarmente progettati nuovi modelli di analisi di rischio. E questi modelli sono validati per essere efficaci nel controllo anche di virus enterici senza capsula. Questi ultimi potenzialmente ben più presenti e resistenti del Sars-CoV-2 nelle risorse idriche, matrici acquose ambientali (quali acque interstiziali, acque reflue, percolati, ecc.). (Coronavirus. Acqua di rubinetto sicura. Nessun rischio neanche dai sistemi fognari, quotidiano sanità.it)
Un problema potrebbe sorgere a causa della carenza di risorse umane dovuta al confinamento – il lockdown – in casa o in ospedale, di addetti. Ma anche in questo caso, grazie a straordinarie misure di controllo e piani di emergenza si riesce a garantire continuamente forniture idriche sicure e comunicazione con la cittadinanza. In alcuni casi sono previsti anche scambi di risorse umane tra i sistemi nel territorio servito.
L’aumento della residenza domestica prolungata di gran parte della popolazione comporta un aumento dei consumi di acqua superiore anche del 30-40% rispetto alle medie stagionali. Pertanto, in accordo con autorità sanitarie e gestori, sono sospese tutte le operazioni di manutenzione che possano comportare impatti sulla continuità e qualità della fornitura. È fatta eccezione per lavori di straordinaria natura che possono incidere su sistemi già critici.
Il rapporto clima-ambiente-acqua è condizionato dalle variazioni climatiche
L’inizio del 2020 ha visto solo un quarto delle precipitazioni rispetto al 2019 e la temperatura è risultata superiore di 1,65 °C rispetto alla media storica.
Ad aggravare la situazione sono i dati sui prelievi di acqua. L’Italia è il Paese europeo con maggior prelievo di acqua potabile. Il consumo medio nel periodo 2018-2019 ammonta a 419 litri/giorno per abitante, con un tasso medio di perdite pari al 40%. Che sale a oltre il 50% proprio nelle aree soggette a siccità e scarsità idrica.
Per contrastare i fenomeni di siccità, gli investimenti necessari ammonterebbero a 50 euro per abitante l’anno per un periodo di 4 anni. La stima è di Utilitalia. Il capitale assicurerebbe la costruzione di nuovi invasi e serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue. Oltre a provvedere alla riduzione di dispersioni, alle interconnessioni tra acquedotti, ad adottare sistemi di dissalazione (tenendo sotto controllo possibili rischi ambientali e consumi energetici).
Acqua e cambiamenti climatici, variabili per aggiungere e mantenere gli obiettivi sostenibili
Migliorare, o anche mantenere, i livelli attuali di raggiungimento degli obiettivi sostenibili, è essenzialmente legato all’acqua e ai cambiamenti climatici.
I pericoli legati all’acqua rappresentano il 90% di tutti i pericoli naturali e la loro frequenza e intensità è generalmente in aumento.
Ma l’acqua stessa è anche una buona parte della soluzione. Una migliore gestione delle risorse idriche è una componente essenziale per il successo della mitigazione del clima e delle strategie di adattamento.
Una migliore gestione delle risorse idriche può contribuire ad aumentare la resistenza alle variabili climatiche, migliorare la salute degli ecosistemi e ridurre il rischio di catastrofi legate all’acqua.
Il finanziamento del clima per la gestione delle risorse idriche sostiene la resilienza climatica della comunità e la creazione di posti di lavoro. Inoltre è un fondamentale supporto per migliorare i risultati dello sviluppo sostenibile.
L’Italia e la prevenzione in funzione di clima-ambiente-acqua e salute
Azioni che necessitano di competenze in ambiente e salute vedono uniti i ministeri della Salute e dell’Ambiente, la Conferenza Stato-Regioni, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ispra e Sistema nazionale per la protezione ambientale (Snpa).
Come, per esempio, gli approfondimenti di conoscenze della comunità scientifica nazionale su cambiamenti climatici e salute, i contributi nella revisione della direttiva acque destinate a consumo umano – basate su un’estesa esperienza nazionale di analisi di rischio -.
Come pure la stesura di nuove normative sui materiali e sui prodotti di trattamento. Oppure l’approvazione delle nostre conoscenze e buone pratiche a supporto del nuovo regolamento europeo sul riuso delle acque reflue depurate. E, ancora, della convalida delle linee guida nazionali sulla gestione della siccità e sulla dissalazione. Il coordinamento della task-force della regione pan-europea sulla resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti.
Importanti sono i contributi dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), delle strutture della gestione idrica e delle expertise dei territori.
Nell’ambito della “Conferenza nazionale Ambiente e Salute”, in programma per fine 2020, avrà particolare rilevanza il tema “Acqua e sostenibilità”.
In questo contesto, la ratifica italiana del Protocollo Acqua e Salute Oms-Unece può rappresentare il quadro strategico di riferimento a livello di Paese.
Condivisione e impegno saranno necessari per rafforzare il coinvolgimento di tutti i settori e gli attori in materia di gestione sostenibile e sicura di acqua e servizi igienico-sanitari.
Il raggiungimento di obiettivi nazionali prioritari sono da realizzarsi entro definite scadenze temporali.
Fonte Istituto Superiore di Sanità, ministero della Salute, AssoArpa.