IN QUESTA NUOVA CONVIVENZA CHE HA CAMBIATO, PER SEMPRE, IL NOSTRO FUTURO PROSSIMO, NON SARÀ SECONDARIO IL MODO DI SCEGLIERE LE NOSTRE CASE FUTURE
Cosa abbiamo imparato da questa pandemia?
La pandemia ci ha indicato i nuovi modi della futura convivenza nelle nostre case e nelle nostre città.
Negli ultimi trent’anni, ho sempre posto l’accento, nei miei scritti frammentari pubblicati, che il modo di vivere e la città costruita tra il Novecento e il Duemila, è stato tecnologicamente armato con un’ingegneria onnipresente in ogni suo dettaglio quotidiano.
Gli edifici, le case d’abitazione sembrano essere diventati luoghi da supportare con continui aggiustamenti. Caldo, freddo, con impianti d’ogni genere e con tecnologie spinte verso un risparmio che, in molti casi, si sono dimostrati solo un costo.
Ho visto la città vivere come un treno ad alta velocità, che non riuscivo né a frenare né a informare, su quanto percepivo.
Ma, agli inizi di marzo di quest’anno, il rallentamento obbligato degli spostamenti umani e automobilistici, con il vivo consiglio di mantenere le distanze minime fisiche di relazione tra uomini, donne, bambini e anziani di ogni etnia, per abbattere la pandemia, ci ha indicato, in modo esplicito, i nuovi modi della futura convivenza nelle nostre case e nelle nostre città.
Questa imposizione, ha fatto tornare i cinque sensi dell’uomo, centrali nella vita di ogni giorno
L’udito è tornato a percepire i suoni leggeri e distanti che avevamo dimenticato nel rumore urbano, come il fruscio del vento tra le foglie degli alberi, il tamburellare della pioggia e della grandine sulle tegole di terra cotta, il suono delle campane di bronzo della chiesa di quartiere che avevamo dimenticato.
L’olfatto è tornato ad annusare l’odore dell’erba bagnata del giardino di casa; il profumo del pane per strada, davanti al fornaio; l’odore dei fiori proveniente dal chiosco del fioraio all’angolo della piazza.
Il gusto è tornato ad assaporare alimenti semplici: il pane fatto in casa, la pasta fresca, le crostate di frutta stagionale, i dolci.
La vista si è riappropriata del tempo per guardare, vedere, capire e rivedere. Un lusso, pochi mesi fa.
Il tatto ha riscoperto la ruvidità del legno grezzo di una tavola friulana, la dolcezza della superficie di un vetro veneziano, la porosità di un contenitore tufaceo salentino.
La percezione della nostra casa, della nostra città e dell’ambiente naturale che ci circonda, è cambiata
Abbiamo riscoperto il tempo per portare la nostra attenzione ai dettagli e alla somma di essi, sin ora, spesso inosservati. Ha cambiato il nostro modo di vedere, di vivere, riscoprendo una casa nuova, una nuova convivenza, una città nuova.

In città, la presenza silenziosa e discreta dell’uomo, ha fatto ritornare gli animali selvatici nei parchi, le oche sui navigli. I cani e i gatti, sono ritornati a essere centrali nella vita domestica, silenti e affettuosi compagni di vita.
L’architettura ha riconquistato il suo ruolo, il suo valore nella vita dell’uomo. Si è tornati ad apprezzare gli ambienti alti, larghi, per riconquistare lo spazio abitato: alto, per avere più aria pura in casa, proveniente dalle finestre aperte, con continui ricambi naturali, in relazione alla pressione atmosferica e alla forza del vento.
Si è tornati a comprendere il valore degli ambienti della casa ben orientati e la loro esposizione al sole – principii centrali dell’architettura -. Come, ad esempio, la cucina esposta a est, per cogliere il primo sole del mattino; la veranda, il soggiorno e il pranzo esposti a sud, per apprezzare il sole d’inverno, durante il giorno e la luce della luna piena, durante la sera.
Le camere da letto e gli ambienti di studio esposti a ovest, per cogliere la luce dorata del tramonto, che apre al cielo blu della sera.
Glia ambienti di servizio e i depositi esposti a nord per ripararci dai venti freddi di maestrale e tramontana.
Gli oggetti d’uso comune, con il loro design, hanno ripreso il ruolo e l’importanza che li lega al motivo della loro presenza nella nostra casa
Una scopa, senza far rumore, è tornata a essere centrale nella pulizia dei pavimenti. Un panno, per lo spolvero delle superfici. Si è riscoperta la comodità delle sedie su cui poter passare molte ore della nostra giornata, lavorando da casa. La necessità dei divani ampi e comodi su cui sostare e sdraiarsi per una pausa, dopo il pranzo o la cena, larghi tavoli, con poche sedie intorno, su cui fare colazione il mattino.
Abbiamo riscoperto l’importanza degli elettrodomestici. Come il frigo che ci permette la conservazione degli alimenti, i fornelli per cuocerli, il forno per scaldarli. La lavastoviglie e la lavatrice per lavare e disinfettare tutto: piatti, bicchieri, posate, pentole e una quantità incredibile d’indumenti multiformi e multicolori.
Abbiamo riscoperto l’importanza di forme e misure delle pentole, per contenere gli alimenti. L’importanza dei barattoli di vetro per i legumi, dei contenitori di ceramica per la frutta, dei bicchieri di vetro per l’acqua e il vino, dell’oliera e l’acetiera per condire. Della caffettiera e della zuccheriera che, con l’immancabile tazzina, ci permette di concederci brevi pause durante il giorno.
E, non ultimi, la radio, il computer, la televisione, il tablet, il telefono cellulare che ci consentono di avere una continua relazione con le persone del mondo. Facendoci rivalutare la musica, la scrittura, la danza, la ricerca, la pittura, la letteratura, il disegno, che molti hanno dimenticato da un po’ di tempo.
Abbiamo recuperato il tempo per pensare, fare, immaginare, riflettere
Ma, soprattutto, abbiamo recuperato il tempo: il tempo per pensare, fare, immaginare, riflettere, vedere e apprezzare tutto ciò che è sostanziale e necessario per immaginare una nuova vita nelle nostre case, nelle nuove città. Riappropriandoci delle nostre campagne e riducendo drasticamente l’uso delle auto.
In questa nuova convivenza che ha cambiato, per sempre, il nostro futuro prossimo, non sarà secondario il modo di scegliere le nostre case future. Questa esperienza ci porterà a lasciare i condominii urbani superaffollati per vivere in quartieri meno densi, ben alberati e soleggiati delle nostre città.
O, con una scelta più audace, in un vicino borgo. Modificando e migliorando la nostra vita futura attraverso le scelte di ogni giorno, tornando ad apprezzare, con più consapevolezza, l’architettura, il design e l’ambiente che ci circonderanno, ogni giorno, in un prossimo futuro.